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2014/15 - Catechesi Adulti

Atti degli Apostoli e catechesi degli adulti

Atti degli Apostoli - Il libro degli atti degli apostoli formava originariamente un'opera unica con il terzo Evangelo, una specie di storia delle origini cristiane. L'autore, Luca, che conosceva bene le tradizioni ebraiche e possedeva un'ampia cultura ellenistica, fu compagno di viaggio di Paolo. Per la ricerca accurata delle fonti e la testimonianza oculare dell'autore presente a molti fatti narrati, l'opera è ritenuta storicamente attendibile. Essa mostra la realizzazione del comando di Cristo: " Sarete miei testimoni a Gerusalemme, in Giudea, in Samaria e fino ai confini del mondo". Infatti la fede cristiana si impianta solidamente a Gerusalemme, dove la prima comunità cresce in grazia e in numero (1-5). Inizia quindi l'espansione, preparata dalla tendenza universalistica di alcuni cristiani e favorita dal martirio di Stefano (6-7). Il Vangelo raggiunge la Samaria e la zona del mare (8). La conversione di Paolo (9) ci informa che vi sono comunità cristiane in Siria e in Cilicia. Quindi è Antiochia, in Siria, che riceve il Vangelo e diventa in breve tempo un centro missionario(11). Intanto si prepara il passo decisivo: il passaggio del Vangelo ai pagani: dopo la conversione4 dl comandante romano Cornelio, Pietro parte per una destinazione non precisata(11-12), Paolo è ora il grande missionario. Un primo viaggio lo conduce in Turchia(13-14), un secondo e un terzo in Macedonia e in Grecia(15-18; 19-21). Infine Paolo torna a Gerusalemme dove viene arrestato; viene condotto prigioniero a Roma e lì predica in catene il Vangelo. Nella capitale dell'impero romano, che può ben essere considerata come "confini del mondo" l'autore termina la sua opera. Luca esplicita anzitutto l'annuncio fondamentale degli apostoli: la resurrezione di Gesù, di cui i discepoli sono testimoni; i discorsi degli apostoli, di Pietro soprattutto, sono ciascuno una sintesi del Vangelo. Fervente è l'attività missionaria, ma lo Spirito Santo è la forza vera della diffusione del Vangelo tra gli uomini: Lui solo spinge, quasi costringe i discepoli a superare i confini del giudaismo, per portare il Vangelo ai pagani. Così nasce la nuova comunità universale, la Chiesa, di cui Luca ci mostra i caratteri essenziali: conversione, Battesimo, Eucarestia, preghiera, condivisione dei beni, amore fraterno, annuncio del Vangelo. Questa chiesa è universale perché annuncia l'unica salvezza per tutti gli uomini: Gesù Cristo, il Signore che è salito al cielo e che ritornerà. L'opera lucana si interrompe quando il Vangelo giunge a Roma, ma in questi trenta anni, di cui ci fa una storia parziale, c'è tutta la vita della Chiesa.

Quale Parola più adatta a guidarci nella catechesi di questo anno in cui la Chiesa di Mantova è impegnata nei lavori per il Sinodo?

E' un momento storico sia perché sono trascorsi ben più di cento anni dall'ultimo celebrato, sia perché per la prima volta i laici sono chiamati a dare il proprio contributo per definire insieme ai Pastori il volto giovane e gioioso della Chiesa che non teme il nuovo e fa trasparire l'azione del Risorto il quale, tutt'altro che assente dalla vita degli uomini di oggi e di ogni tempo, è in verità IL SIGNORE DELLA STORIA.

Gli incontri saranno quindicinali a cominciare da martedì 21 ottobre, al pomeriggio alle 16,30 oppure alla sera alle 21.

Con piacere vi aspettiamo numerosi per percorrere insieme un altro tratto di cammino.

Le catechiste Margherita, Elena e Aurora.

Atti degli Apostoli

At. 1-2,13.
L'evangelista Luca inizia il suo secondo libro riprendendo dalle ultime battute del suo Vangelo, dalle apparizioni di Gesu' con i suoi apostoli dopo la resurrezione, la missione loro affidata, l'ascensione di Gesu'e il ritorno degli apostoli a Gerusalemme. Ci viene presentato il gruppo dei dodici come depositario naturale e legittimo della missione di Gesu' e della sua dottrina.

Cristo prolunga nei suoi discepoli la sua presenza nel mondo ma dovranno attendere lo Spirito Santo che dara' loro la forza della testimonianza a partire da Gerusalemme fino ai confini estremi della terra.

Il dono dello Spirito Santo effuso nella Pentecoste da' alla Chiesa nascente il coraggio e la sapienza di annunciare il Signore Gesu' e ogni persona convenuta a Gerusalemme per la festa comprende le parole degli apostoli ciascuno nella propria lingua. Lo Spirito Santo infatti sana la confusione di Babele e dona agli uomini la capacita' di comprendersi.

Atti degli Apostoli 2

At. 2,14-3.
Suggestive le immagini contemplate nel secondo incontro di riflessione sul libro degli atti degli Apostoli. Dapprima Pietro risponde allo stupito interrogarsi degli astanti per il prodigio della Pentecoste con il suo primo, mirabile discorso di capo e guida della Chiesa. Egli proclama solennemente la Resurrezione di Gesu', quello stesso Gesu' che hanno visto crocifisso, Dio lo ha resuscitato, gli ha dato la pienezza dei suoi poteri di Messia e Salvatore. Molti furono battazzati, la Chiesa comincia a crescere.

La riflessione e' proseguita sulla vita esemplare della prima comunita'. Ciascun membro di essa e', come frutto della sua conversione, talmente distaccato da cio' che possiede che se ne priva volentieri per soccorrere i fratelli di fede che sono nel bisogno. E' il modello di vita di carita' che ogni comunita' cristiana e' chiamata a realizzare nelle forme adeguate alle circostanze e ai contesti storici. I capisaldi della vita comunitaria sono le colonne portanti della Chiesa: l'ammaestramento degli apostoli (catechesi), la frazione del pane ( liturgia eucaristica), la condivisione (carita'), mentre la missione della testimonianza affidata dal Signore e' il contesto, l'essenza in cui si svolge tutta la vita comunitaria.

La guarigione di uno storpio operata da Pietro nel nome di Gesu', fornisce l'occasione per un suo secondo discorso. La potenza dello Spirito Santo rende irresistibili le parole dell'apostolo. Pietro con forza proclama che il miracolo e' avvenuto non per opera sua ma di quel Gesu' che e' stato respinto e ucciso sulla croce ma ora risorto e vivo, con la potenza del suo nome ha compiuto il prodigio! La sua Resurrezione e' vita per coloro che credono in lui, solo in Gesu' c'e' salvezza!

Vivace scambio di opinioni

At.4-5,11.
Vivace scambio di opinioni ha suscitato la riflessione sull'episodio di Anania e Saffira castigati per aver mentito sul ricavato della vendita del loro campo (5,1-11) nell'ultimo incontro di catechesi.

Ci siamo interrogati sulle forme e sui modi di tradurre nella nostra quotidianita' il modello esemplare di carita' e di solidarieta' vicendevole della prima comunita' dei credenti. Cosa puo' significare per noi "dare tutto", mettere tutto a disposizione per venire incontro alle necessita' dei fratelli? Come e' possibile?
Non c'e' obbligo, non ci sono "tariffe", l'unico metro da seguire e' la coscienza, ma essa va opportunamente allenata mediante l'ascolto della Parola e l'attenzione alle necessita' altrui. Tante sono le poverta' a cui siamo chiamati a venire incontro!

La Parola di Dio ci insegna che la conversione non va d'accordo ne' con l'egoismo individualista ne'con la falsita' di volersi mostrare piu' buoni..., piu'santi..., piu'generosi di quanto siamo nella realta'. Potremo ingannare gli uomini ma non lo Spirito Santo!

Una Comunità Attraente

At. 5-7

La potenza taumaturgica degli apostoli e la loro predicazione franca e coraggiosa conquistavano molti, la comunità cristiana viveva in letizia e semplicità di cuore e godeva di simpatia tra il popolo tanto che il numero dei discepoli aumentava costantemente.
Ci chiediamo: Riusciamo noi oggi ad essere attraenti o i nostri comportamenti allontanano gli incerti dalla fede?

Poiché la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme (6,7), sorgono le prime difficoltà organizzative a causare qualche malcontento nella vita della comunità. Gli apostoli non possono occuparsi di tutto, loro compito fondamentale è la predicazione e la preghiera comunitaria, propongono quindi di scegliere degli uomini di buona reputazione, "pieni di Spirito e di saggezza" per il servizio delle mense. La Chiesa comincia a strutturarsi come comunità di servizio secondo le necessità contingenti e i carismi che Dio dona al suo popolo.
Questo ci ha fatto riflettere sul ruolo dei laici nella Chiesa. Preghiamo lo Spirito Santo che guida il Sinodo della Chiesa mantovana perché ci renda consapevoli della nostra chiamata a vivere la fede nella concretezza del quotidiano e testimoniare al mondo che Gesù è il Signore della vita.

At. 7-9.Due figure hanno

At. 7-9.

Due figure hanno dominato l'ultimo incontro di catechesi prima di Natale. Quella di Stefano, il primo martire cristiano, e quella di Saulo il persecutore che la libera iniziativa di Dio trasforma in strumento di evangelizzazione.

Il processo contro Stefano e la sua morte hanno delle caratteristiche che ricordano il processo e la morte di Gesu' e mette in luce la continuita' tra il Signore e i suoi. I paralleli sono significativi ed esemplari: la presenza di falsi testimoni, l'accusa di parlare contro il tempio e la legge, il riferimento alla gloria del Figlio dell'Uomo, il raccomandare lo spirito, la preghiera per i persecutori. Contro Stefano che vede e proclama la gloria di Gesu', si scatena quasi un linciaggio che da'il via a una violenta persecuzione contro la Chiesa. Inizia il movimento di dispersione dei cristiani che li portera' ad annunciare il Vangelo oltre i confini di Gerusalemme.

Assiste connivente all'uccisione di Stefano il giovane Saulo che, accanito persecutore dei discepoli di Cristo, chiede e ottiene l'incarico di scovarli e imprigionarli ovunque essi si rifugino. La sua conversione meravigliosa sulla via di Damasco ci
invita a contemplare l'azione salvifica di Dio che rovescia i disegni umani e i suoi piani misteriosi su ogni uomo. La sua chiamata e'irresistibile e trasforma in maniera straordinaria il nemico in seguace e apostolo zelante, tanto che i fedeli lo guardano dapprima con diffidenza.

Con cuore aperto e sincero possa ciascuno di noi lasciarsi vincere dal Cristo, accogliere la propria vocazione particolare e scorgere in coloro che il Signore ci mette accanto gli strumenti della nostra salvezza, doni meraviglosi del Signore per noi.

Docili all' azione dello Spirito

At.10-11.

Siamo ad uno degli eventi centrali del libro, la Pentecoste dei pagani, in occasione della conversione del centurione Cornelio assieme a tutta la sua famiglia. E' l'iniziativa divina che conduce Pietro ad annunciare Cristo nella casa del pagano. Davanti alla sua famiglia riunita l'apostolo esclama:" In verita' sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone ma chi lo teme e pratica la giustizia e'a Lui accetto a qualsiasi popolo appartenga...". Cornelio e la sua famiglia accolgono con fede la testimonianza di Pietro e lo Spirito Santo scende su di essi rinnovando, col dono delle lingue, i segni avvenuti fra i Giudei nel giorno di Pentecoste.
L'apostolo non puo' che concedere il battesimo nell'acqua a coloro che Dio ha gia' battezzato nello Spirito!

Questo avvenimento assumera' valore generale inaugurando il metodo, aperto da Dio, dell'accoglienza alla fede dei pagani senza dover passare per il giudaismo.

Colpisce nei personaggi del racconto la docilita' con cui si lasciano condurre dallo Spirito, l'apertura alla conversione di Cornelio che accoglie la fede e l'apertura di Pietro che, dalla rigida osservanza ebraica della legge, si rende disponibile al cambiamento voluto da Dio ed e' pronto poi a renderne conto ai fratelli per aiutarli nel loro commino di conversione.

Preghiamo per noi tutti perche' ciascuno sappia abbandonare i propri stereotipi e aprirsi con fede alle nuove vie che il Signore ci invita a seguire.

Le armi della fede

At. 12

Pietro viene imprigionato in seguito alla persecuzione scatenata da Erode Agrippa, il quale ha gia' ucciso l'apostolo Giacomo. La nostra attenzione si e' soffermata sull'esemplarita' dell'atteggiamento della Chiesa tutta e di Pietro in particolare: l'abbandono fiducioso con cui la Chiesa innalza incessantemente a Dio la sua preghiera e la serena fiducia di Pietro che dorme tranquillo incatenato alle guardie. Alla vigilia della sua condanna egli viene liberato miracolosamente da un angelo e puo' lasciare illeso la citta'.

L'abbandono fiducioso e la preghiera incessante sono le armi potenti di cui dobbiamo rivestirci perche' il Signore opera incessantemente in nostro favore e le forze del male non prevarranno!

Fervore missionario

At. 13-14 Primo viaggio missionario di Paolo

La fecondità missionaria scaturita dalla persecuzione dopo la morte di Stefano dà origine alla Chiesa di Antiochia dove, per la prima volta, i discepoli vengono chiamati cristiani (At.11,9ss). Questa comunità ricca di fervore e di entusiasmo diviene il centro dell’attività missionaria rivolta ai pagani. Protagonista unico, lo Spirito Santo sceglie Barnaba e Paolo per questa opera grandiosa di evangelizzazione.

La prima tappa missionaria passa per l’isola di Cipro ove Paolo, pieno di Spirito Santo, nonostante i tentativi del mago Elima che cerca di ostacolare il progetto di Dio, conquista alla fede il governatore Sergio Paolo.

Giunti ad Antiochia di Pisidia Paolo e Barnaba predicano dapprima nelle sinagoghe ricordando agli Ebrei, attraverso le scritture, come Dio si sia sempre preso cura del suo popolo e affermando che in Gesù Egli ha realizzato le promesse fatte al re Davide, come testimoniano la sua vita pubblica, la sua passione, morte e resurrezione.

Il successo della predicazione suscita la gelosia e l’ostilità dei Giudei più intolleranti, questo spinge Paolo a compiere il passo determinante , e per noi provvidenziale, di rivolgere la sua predicazione ai pagani, perché Cristo sia la luce delle genti.
La guarigione di un paralitico a Listra fornisce a Paolo l’occasione del primo discorso rivolto direttamente ai pagani; ad essi annuncia la benevolenza di Dio, creatore e benefattore di ogni uomo a qualsiasi popolo e nazione appartenga.

Contrapposta all’ostilità di quanti rifiutano il Vangelo, la gioia è il sentimento dominante in quanti vengono alla fede e accolgono la salvezza e in Paolo e Barnaba i quali, pur perseguitati e scacciati, perseverano lieti nel compimento della missione loro affidata, nonostante siano costretti a spostarsi continuamente per sfuggire ai tentativi di lapidazione.
La stessa gioia giunge fino a noi che ci rallegriamo di essere stati chiamati alla fede ed entrati a far parte della Chiesa di Cristo.

Un pensiero grato a tutti i missionari che rendono sempre viva questa parola di Dio, e una preghiera perché tutti i cristiani rinnoviamo il nostro fervore missionario per testimoniare agli uomini frammentati del nostro tempo che solo in Gesù c’è la salvezza.

Il Concilio di Gerusalemme

\\\\At. 15

A causa dell’insistenza di alcuni Ebrei convertiti, sorge una controversia riguardo la necessità di circoncidere i pagani. Il nodo è squisitamente teologico: è la legge che salva o è Gesù l’unico salvatore?

Paolo e Barnaba si recano a Gerusalemme per sottoporre la questione agli apostoli e agli anziani che governano la Chiesa. E’ il primo Concilio della storia della Chiesa che, assistita dallo Spirito Santo, nella preghiera si confronta con la parola del Signore e con le contingenze del momento per prendere una decisione che sia conforme alla volontà del Cristo. La disputa è chiaramente risolta: non la legge ma Gesù Cristo salva; non è necessario per divenire cristiani passare per il giudaismo, tuttavia, per favorire la fratellanza e l’armonia nella comunità, si evitino quei comportamenti che possono urtare la sensibilità dei Giudei convertiti.

Il documento apostolico stilato conferma la libertà dei pagani convertiti e, consegnato alla chiesa di Antiochia, produce grande gioia e aumento di fervore, preludio a più ampie conquiste apostoliche.

La Chiesa apostolica nel corso dei secoli ha celebrato numerosi Concili sia per definire i dogmi della fede sia per indicare la via della fedeltà al Vangelo di Gesù in ogni epoca storica. L’ultimo Concilio Vaticano 2° nei suoi numerosi documenti vuole guidare il popolo di Dio in cammino in un mondo che cambia ma che ha profonda fame e sete di Dio e necessita del fervore missionario dei discepoli di Cristo.

A noi , come Chiesa, spetta comprenderli, divulgarli e attuarli per divenire, da veri discepoli di Gesù, sale e lievito della società.

Umili inizi dell'evangelizzazione dell'Europa

At. 16

Il secondo viaggio missionario di Paolo inizia, accompagnato dalla preghiera della Chiesa, con la visita alle comunità già fondate per confermarle nella fede. Con il suo nuovo compagno di viaggio Sila egli si dirige verso la Siria e la Cilicia passando per la Galazia; qui Paolo è costretto a soggiornare qualche tempo a causa di problemi di salute, indi, sospinto dallo Spirito Santo, giungono in Macedonia ove, con umili inizi, si apre l'evangelizzazione dell'Europa.

In ogni città si ripete lo stesso accadimento: da una parte la predicazione è feconda di conversioni, dall'altra genera persecuzione, false accuse di sedizione, necessità di lasciare la città in fretta e di nascosto. La persecuzione però non ferma l'apostolo che continua con franchezza ad annunciare la salvezza di Cristo e attirare nuovi cristiani.

A Filippi Paolo e Sila vengono bastonati e incarcerati ma un intervento miracoloso, unito alla testimonianza di fede e al comportamento leale dei credenti, produce la conversione e il battesimo del carceriere e di tutta la sua famiglia. Così pure a Tessalonica i due missionari sono costretti a fuggire ma non prima di aver predicato il Cristo ed aver accresciuto il numero dei cristiani.

I discepoli sono pieni di gioia nelle tribolazioni, ricordano bene le parole di Gesù:"Beati sarete voi quando vi perseguiteranno per causa mia, quando vi accadranno queste cose siate lieti e gioite perché Dio vi ha preparato una grande ricompensa." (Lc.6,22-23).

Paolo nell' Areopago

At. 17
L’unica città in cui Paolo non incontra persecuzioni e da cui non è costretto a fuggire è Atene, ma questa è anche la città nella quale la sua predicazione raccoglie il minor frutto apostolico. Invitato a parlare nell’areopago, egli presenta quel “ Dio ignoto” a cui gli ateniesi dedicano un altare: quel Dio che essi non conoscono, è il Creatore, è Lui che ha popolato la terra e regge le fortune delle nazioni e le dimore dei popoli.
Ora chiama ciascuno a riconoscerLo come l’unico Dio vero nel quale tutti viviamo ed esistiamo. Su questo ogni uomo sarà giudicato dall’unico giudice che Dio ha costituito resuscitandolo dai morti.
L’annuncio della Resurrezione suscita l’ilarità e l’indifferenza dei Greci.

Anche oggi non è insolito per un cristiano essere avvolto da un clima di denigrazione e di indifferenza, quando non di insofferenza; per il momento è questa la persecuzione a cui dobbiamo far fronte, chiediamo allo Spirito Santo di renderci pronti a render conto della nostra fede nel Risorto con la parola e con l’esempio.

Nonostante l’esito fallimentare, il discorso di Paolo rimane un mirabile esempio di predicazione missionaria caratterizzata dalla “captatio benevolentiae” intesa come manifestazione di profondo rispetto e valorizzazione della cultura e religiosità altrui e discernimento dei semi di verità presenti nelle altre religioni, come ci insegna il documento conciliare sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane “Nostra Aetate”.

Infaticabile attività di evangelizzazione

At. 18-19

Dopo l’ insuccesso di Atene Paolo si reca a Corinto, città di intensa vita commerciale, fortemente cosmopolita, nota anche per la libertà dei costumi. Qui, ospite di una coppia di sposi Priscilla ed Aquila, costruttori di tende, Paolo lavora con essi per provvedere al suo sostentamento senza pesare su alcuno.

Anche a Corinto la predicazione agli ebrei volta a dimostrare, scritture alla mano, che Gesù è il Messia promesso, suscita forte opposizione ma malgrado questa e nonostante la corruzione della città pagana, il Signore saprà attirare molti alla fede per mezzo di Paolo.

Ad Efeso viene riferito un episodio del suo apostolato che ci permette di intravedere alcune situazioni difficili del cristianesimo primitivo dove, accanto a gruppi che si rifacevano alla genuina predicazione apostolica esistevano dei predicatori, è il caso di Apollo e di alcuni gruppi di seguaci di Giovanni Battista, che, pur predicando Gesù non ne conoscevano completamente il messaggio e conferivano il battesimo di penitenza di Giovanni ignorando che lo Spirito Santo fosse stato inviato su tutti i Cristiani come dono del Cristo. Le opportune spiegazioni dell’apostolo e dei discepoli dà ad essi l’opportunità di ricevere il battesimo nello Spirito Santo rendendo completa l’adesione alla fede di questi credenti. Questo episodio ci ha fatto riflettere sulla necessità di una catechesi permanente per conoscere sempre meglio i contenuti della nostra fede, uno scrigno dal tesoro meraviglioso e inesauribile.

Come è avvenuto a Pietro a Gerusalemme, anche Paolo ad Efeso opera grandi miracoli che rafforzano e accreditano la sua predicazione. Un episodio singolare manifesta la potenza del nome di Gesù in bocca a Paolo e quanto sia pericoloso servirsene come “formula magica”. La fede in Gesù Cristo è infatti incompatibile con ogni sorta di superstizione o magia.

Come tempo prima a Filippi, anche ad Efeso un motivo di interesse economico crea ostacoli alla predicazione del Vangelo. Questa pagina viva e circostanziata è molto attuale: anche oggi, sia a livello mondiale che nazionale e sociale, le ragioni economiche prendono il sopravvento e diventano guida dei comportamenti, rischiando di fuorviarci e di allontanarci dal bene.

Verso Gerusalemme

At. 20-21.
L’attività missionaria di Paolo procede instancabilmente, ora egli si dirige verso Gerusalemme, dalla quale era dovuto fuggire a causa di quanti, diffidando della sua conversione, meditavano di ucciderlo (At. 9, 29-30). Nei suoi progetti il termine ideale del suo viaggio è Roma. dove vuol spingersi per portare l’annuncio del Vangelo.

Incurante delle fatiche e di ogni ostacolo, Paolo, sostenuto dallo Spirito Santo, è perfettamente consapevole di andare incontro a grandi sofferenze ma si dichiara pronto anche a morire per il Signore e per il suo Vangelo. Se pensiamo alla nostra fede “comoda”, c’è da interrogarsi seriamente su ciò che noi facciamo e siamo disposti a fare per il Vangelo della salvezza.

In una pagina molto emozionante, carica di affetto e sollecitudine spirituale, l’apostolo lascia il suo testamento pastorale (20, 17-38) con un discorso di addio a coloro che hanno la responsabilità di guidare le comunità. Esorta i pastori a prendersi cura di quanti sono loro affidati seguendo l’esempio che egli stesso ha dato e abbandonandosi con fiducia alla volontà di Dio. Sono infatti la Sua Grazia e la Sua Parola che edificano la Chiesa e la costruiscono progressivamente come un edificio spirituale attraverso la vita cristiana di tutte le sue membra.

Gli anziani di Gerusalemme riconoscono con gioia la grandiosa opera apostolica compiuta da Paolo e gli danno dei consigli per vincere le diffidenze dei cristiani provenienti dal giudaismo; ma il pregiudizio si mostra più forte di ogni gesto di conciliazione, appena l’apostolo mette piede nel tempio si scatena l’odio dei suoi avversari . Paolo viene trascinato fuori e solo l’arresto lo salva dal linciaggio della folla.

Paolo al cospetto del Governatore romano

At.22-24.
Questi capitoli ci offrono due dei tre discorsi pronunciati da Paolo in propria difesa; il primo (22, 1-21) davanti alla folla dei Giudei, il secondo (24, 10-21) davanti al governatore romano Felice.

Nel primo egli si presenta alla folla che lo accusa come un Giudeo pio e zelante che non solo non disprezza la Legge ma è stato educato nel Giudaismo secondo la più pura tradizione. E’ per un’apparizione divina che si è convertito alla fede nel Cristo ed è per obbedire al comando di Dio che si è dedicato alla predicazione ai pagani. Il mandato divino lo ha costituito “ apostolo delle genti”.

Dichiarandosi cittadino romano può sfuggire alla folla tumultuante e al flagello preparato per interrogarlo e chiedere di essere giudicato secondo il diritto romano.

In prigione il Signore non gli fa mancare il suo sostegno e lo incoraggia perché gli renda testimonianza anche a Roma (23,11).

Scampato dunque ad un complotto ordito dai Giudei che vogliono ucciderlo, viene condotto sotto scorta a Cesarea dove può pronunciare il suo secondo discorso apologetico al cospetto del governatore romano Felice.

Nella sua autodifesa Paolo respinge ogni accusa di sedizione, dichiara infatti di essere venuto a Gerusalemme non per suscitare disordini ma per portare delle elemosine, e le ritorce contro i suoi stessi accusatori.

Riporta in sostanza la questione in ambito religioso proclamando la legittimità della sua fede che è intimamente unita a quella che anche i suoi accusatori condividono.
La dottrina che egli predica è in perfetta continuità con la Legge e i Profeti e costituisce il compimento delle promesse fatte ai padri.

Missione compiuta e sempre da compiere.

A Roma
At. 25-28
Con il terzo discorso in propria difesa pronunciato davanti al re Agrippa, Paolo ha modo di annunciare ancora una volta il Vangelo di Gesù morto e risorto per la salvezza di ogni uomo.
Non lo fanno desistere la lunga prigionia né la derisione del governatore Festo, l’apostolo mostra invece tutto il suo zelo nell’annunciare la Parola che salva e nel desiderare che quanti l’ascoltano l’accolgano per ottenere la vita.

Siamo ormai alle battute finali, pur riconosciuto innocente Paolo viene portato a Roma, è il suo quarto ed ultimo viaggio, quello che adempie il mandato del Signore ai suoi discepoli col quale si è aperto il libro degli Atti degli Apostoli.

In tal modo il Vangelo giunge al cuore del mondo allora conosciuto, lo Spirito ha fatto in modo che la Chiesa e la missione di cui è portatrice si diffondesse a macchia d’olio da Gerusalemme, fino ai confini della terra.

Lo Spirito Santo conduce noi Chiesa del 2015 e ci chiama a portare ancora e sempre l’annuncio del Vangelo, “la Via”, come spesso viene chiamata nel libro, nel mondo in cui viviamo, con le sue sfide e opportunità, con la parola ma soprattutto con la nostra vita e l’amore per ogni uomo immagine di Dio.

Buone vacanze a tutti.