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Catechesi Adulti (Anno Catechistico 2009/10)

Gennaio - Giugno 2010

Osea: Il Profeta Dell'Amore

Riprediamo gli incontri quindicinali di catechesi per gli adulti, in questo tratto di  cammino saremo guidati dal libro del profeta Osea.

Di Osea sappiamo che nacque e crebbe al tempo di Geroboamo 2° re d'Israele in uno dei rari periodi di splendore del regno del Nord  e vi esercitò la sua missione profetica all'incirca negli anni750-724 a.C.

Nel suo libro ci dice del matrimonio con l'amata Gomer dal quale nacquero due bambini e una bambina ai quali impose nomi simbolici  : "Dio semina", "Non amata", "Non Popolo mio" per intrepretare al popolo la minaccia che incombeva sopra Israele e in particolare sopra la casa regnante.

Gomer però fu infedele al marito e lo abbandonò per un altro;  questa tragica esperienza matrimoniale servì ad Osea per comprendere ed esprimere le relazioni tra Dio e il suo popolo. Come Gomer nei suoi confronti, tale era Israele nei confronti di IHWH.   Il  perdono del profeta all'amata sposa sarà profezia della misericordia che Dio userà a Israele.

Osea per primo usa l'immagine sponsale per esprimere l'amore appassionato di Dio nei confronti del suo popolo il quale abbandonando le vie di  Ihwh è definito adultero e fornicatore; l'espressione è stata poi ripresa in vari modi da Isaia, Geremia , Ezechiele e nel N.T.

Osea ci fa dono anche di un'altra vivida, bellissima immagine che esprime tutto l'amore  la tenerezza di Dio verso Israele come un padre o una tenera madre che circonda di ogni cura il prorio bambino e lo guida nei primi passi.

L'amore del Signore esige però la corrispondenza sincera che si esprime con la benevolenza del cuore aperto a Dio e agli altri, e non in una religione formale: " "Misericordia voglio non sacrifici".

Osea il profeta dell'amore, ci insegna la religione del cuore e dello spirito, quella che Gesù vuole da noi ( Mt.9,13)    

 

Vi aspettiamo desiderose di condivdere con voi la gioia che solo la Parola di Dio sa donare. 

                      Aurora, Elena, Lucia e Maria


 Osea 1-3   

Incontro del 26 gennaio

Osea, per ordine di Dio, ha sposato ed ama una donna che ha risposto al suo amore con un tradimento. Allo stesso modo il Signore ama sempre Israele benchè sposa infedele e, dopo averla messa alla prova le ridarà le gioie del primo amore.

Con espressioni struggenti e appassionate il Signore parla al suo popolo nel linguaggio dell'amore tradito che però non cede all'odio ma mette in atto delle strategie per far tornare a Sè l'amata, per riconquistarne l'amore e stabilire con essa un rapporto di tenera intimità.

L'immagine dell'amore coniugale usata per la prima volta dal profeta Osea sarà ripresa anche da Gesù nella cui persona si realizza pienamente l'alleanza nuziale tra Dio e l'umantà.

L'amore di Dio per il suo popolo esige in corrispondenza l'amicizia fiduciosa e sincera del credente che si traduce in una vita obbediente alla Sua Parola e accogliente e caritatevole verso i fratelli.   

Settembre - Dicembre 2009

Ezechiele

Riprendiamo il nostro cammino di catechesi per continuare a gustare insieme la ricchezza e la bellezza della Parola di Dio.

Nella prima parte del percorso di quest'anno saremo ancora guidati dal profeta Ezechiele di cui leggeremo alcuni capitoli che riprendono e concludono le profezie di condanna e introducono la promessa di salvezza e di rinnovamento.

Dio annuncia che sarà Lui stesso a pascere le sue pecore, a rinnovare il mondo. Coloro sui quali si è abbattuta la spada ascoltano ora una parola di consolazione: il cuore dell'uomo sarà rinnovato, il popolo dalle ossa inaridite ascolterà una parola che lo farà ritornare alla vita...a una nuova alleanza con Dio.

La Gloria del Signore tornerà nel Tempio di Gerusalemme e da esso sgorgherà una sorgente di vita.

Vi aspettiamo numerosi  

                         Don Alberto e le catechiste

L' Amore ha l'ultima parola.

Os. 14

Una solenne liturgia penitenziale conclude il libro del profeta Osea.

Il popolo torna pentito a Dio dopo aver toccato con mano il fallimento e la distruzione a cui lo ha condotto l'aver rifiutato il Signore e la sua Parola.

Abbandonati gli dei pagani, resosi conto che nulla merita fiducia nè le alleanze, nè gli eserciti, nè le ricchezze, riconosce che solo in Dio c'è  salvezza.  Il Signore userà misericordia al suo popolo e tornerà a ricolmarlo delle sue benedizioni.

L'ultima parola è sempre quella dell'amore di Dio che accoglie e perdona il peccatore pentito che torna a Lui con cuore sincero.

Il libro è concluso da un versetto di stile sapenziale che vuol essere un monito per ciascuno di noi: 

" Chi è saggio comprenda queste cose, chi ha intelligenza le comprenda;             poichè rette sono le vie del Signore, i giusti camminano in esse mentre i malvagi vi inciampano."                   

Figli amati teneramente

Os. 11

Come un padre o una madre amorosa ha cura del suo piccolo bambino, lo protegge, lo nutre, lo guida nei suoi primi passi con tanta premura, così Dio ha cura del suo popolo e di ciascun uomo con una tenerezza e delicatezza commoventi.  

Ma il popolo non comprende, noi non comprendiamo questo infinito amore che ci avvolge e sostiene e ci allontaniamo da Colui Che è la nostra vita e la nostra goia. 

   Nel confronto degli opposti atteggiamenti di Dio e dell'uomo emerge in tutta la sua drammaticità la nostra ingratitudine.

Os.12

Perseverare nel rifiuto di Dio, ignorare il richiamo alla conversione, confidare solo nei mezzi umani sono comportamenti che portano dritti alla distruzione.

Lasciamoci liberare

Os. 8

Il profeta è la sentinella che avverte del pericolo incombente della distruzione e della deportazione e i motivi che conducono ad esse sono le trasgressioni e il rifiuto della Parola di Dio mascherati dalla falsa illusione di conoscerLo. Dio non gradisce i sacrifici se non uniti all'obbedienza ai suoi comandamenti.

Os. 9

Osea, nel bel mezzo di una chiassosa e licenziosa festa campagnola, non teme di annunciare l'imminente castigo, questo attira su di lui la persecuzione ma essa non distoglie il profeta dal denunciare l'ingratitudine di Israele manifestatasi fin dal primo imsediamento in Palestina.

Os. 10

Il dilagare dell'idolatria sarà punito con la distruzione dei santuari, ma ancora una volta il castigo è accompagnato dall'invito alla conversione, il popolo è sollecitato a cercare Dio  perchè nell'obbedienza alla sua legge gli sia donato un regno di giustizia, di amore e di pace.

Se non c'è conversione il castigo sicuro è il ritorno alla schiavitù. 

Quale schiavitù è più pesante e drammatica se non quella del peccato che seduce e soggioga?  Lasc iamoci liberare da Cristo !

Non avrai altro Dio

 Os. 7

La volontà di Dio di guarire Israele si scontra con le sue azioni malvagie. Esso fin dall'inizio ha violato l'Alleanza e tradito il suo Signore. Ne deriva che anche le relazioni col prossimo risultano improntate a falsità, latrocinio, omicidio, prevaricazioni, cospirazioni politiche, ricerca di alleati potenti...

Si illudono forse che Dio non li veda? Il Signore conosce e ricorda bene le colpe di ciascuno, esse avvolgono il peccatore e testimoniano contro di lui.

Dio vorrebbe allontanare dal suo popolo il castigo ma non può perchè esso non ha fede e vive nella menzogna dei culti religiosi in cui pregano il Dio vero così come gli idoli.

Stiamo attenti a non cadere anche noi nelle stesse colpe, smascheriamo i nostri idoli e poniamo la nostra fiducia solo nel Signore.

 

Chiamati a convertirci sinceramente.

Os. 5-6

Il profeta continua ad apostrofare le classi dirigenti: sacerdoti, rappresentanti del popolo, dignitari del regno i quali, invece di guidare il popolo nella conoscenza di Dio e nel rispetto dei suoi precetti, sono  motivo di scandalo con le loro trasgressioni.

Le colpe in cui vivono rende i peccatori  incapaci di tornare a Dio, soggetti ad una schiavitù spirituale che li fa sempre più deboli.

Nel giorno del castigo prenderanno coscienza delle loro infermità e vorranno tornare al Signore per  essere da Lui guariti.

Dio vuole salvare il suo popolo, ma il Suo desiderio si scontra con una debole ed effimera volontà di conversione della quale non può accontentarsi.

Egli che ci ama di un amore totale, fedele e appassionato non desidera da noi un culto formale ma una risposta di amore nella concretezza della nostra vita.

 

Invitati a conoscere Dio

Osea 4

Il profeta accusa i sacerdoti di non guidare ed istruire il popolo alla conoscenza di Dio.

Conoscere Dio significa riconoscerLo come Signore della popria vita e seguire i suoi precetti.

Ma il popolo non conosce quindi non ama il Signore, da ciò sgorgano i delitti più atroci, la mancanza di lealtà e sincerità nei rapporti con gli altri, lo spergiuro, la menzogna, il furto, l'omicidio, l'adulterio... perchè se non c' è conoscenza di Dio, non c' è amore nè per Dio nè per il prossimo; mancando questo ogni nefandezza è possibile.

Il castigo giungerà come un vento che spazza via ogni cosa e i peccatori, nel giorno del giudizio,  si vergogneranno del male commesso.

 

 

 

Ultima da Ezechiele

Ez. 43,1-12      Ezechiele in visione assiste al ritorno della Gloria del Signore nel nuovo tempio di Gerusalemme annunciato e descritto nei cc precedenti. E' un momento culminante dell'annuncio di salvezza perchè il Signore torna finalmente ad abitare in mezzo al suo popolo.

Emerge il primato dell' agire di Dio e della gratuità del suo dono, mentre dal  versante umano c'è la responsabilità di chi riceve il dono di accoglierlo con gratitudine e impegno.

Questo avviene nella vita di ogni credente, Dio bussa alla porta per abitare con noi ma questo suo abitare è rispettoso della nostra libertà e quindi condizionato dalla nostra accoglienza e dalle nostre scelte ( Gv. 14,24).

Ez, 47,1-12      Dall'arrivo della Gloria del Signore si passa ai suoi  effetti  vivificanti:  un torrente inonda simbolicamente tutta la terra d'Israele sgorgando dal Tempio .'

Quest'acqua miracolosa dove passa fa rinascere la vita, essa è un dono di Dio, sgorga dal Nuovo Tempio, dalla Nuova Alleanza basata sul timore di Dio e la Giustizia, da esso si sviluppa un fiume inesauribile di Grazia.

Nel Vangelo di Giovanni Gesù si identifica col tempio (Gv.2,19-21) e sulla Croce lascia sgorgare dal suo costato sangue e acqua (Gv.19,34). Dalla Sua morte sgorga la vita. Per chi  Lo riconosce Figlio di Dio e Salvatore nasce un fiume d'acqua viva ( Gv. 7,38). 

Ottimi auguri

Era difficile trovare un modo migliore per augurare all'intera comunità parrocchiale un buon anno nel nome del Signre e delle sue belle promesse! Grazie!

Dalla morte alla vita

Ez. 37    Il profeta è condotto dallo Spirito in una valle sterminata piena di ossa aride a cui Dio dopo aver ricomposto i corpi, infonde lo Spirito che dà la vita.

Questa nuova crezione descritta dalla visione di Ezechiele è il messaggio più gioioso della Rivelazione: la vittoria della vita sulla morte; noi cristiani vi leggiamo un simbolo perenne della Resurrezione.

Oltre che a una nuova creazione siamo di fronte a un nuovo esodo, al passaggio dalla morte alla vita, dall'esilio visto come situazione di morte al ritorno alla terra d' Israele, dalla disperazione alla speranza.

Anche noi che meditiamo questo testo siamo chiamati a uscire dalle nostre situazioni di aridtà o disperazione per  lasciarci condurre dallo Spirito Santo di Dio dove Egli vorrà. 

 Egli è vita,è dinamismo, dai quttro punti cardinali spira in ogni direzione su tutta la terra, non è per pochi eletti ma per ogni uomo, non è un patrimonio privato, ma raduna il Popolo di Dio, ridà vita nuova a chiunque lo accolga e si lasci rinnovare e condurre.

San Paolo ci indica i frutti meravigliosi dello Spirito Santo, essi sono: " amore gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè." (Gal 5,22)

Trapianto di cuore

Ez. 34,10-38    Dio stesso radunerà le pecore disperse, cercherà quella smarrita, curerà quella ferita ed  avrà cura di tutte con premura e amore.  Egli accudisce teneramente ciascun uomo quando  tutto va   bene e quando tutto sembra andar male e siamo sopraffatti dalla sofferenza. Non ci evita la valle oscura e tenebrosa ma ci rende capaci di attraversarla per ritrovare la luce e la vita. Lasciamoci condurre con fiducia.

Ez. 36  Il Signore radunerà il suo popolo e lo ricondurrà ai monti di Israele ma prima deve purificarlo, operare una trasformazione interiore che tocchi il cuore e l'intimo dell'uomo.  Egli sostituirà il cuore sclerotizzato duro, insensibile, ostinato con un cuore nuovo, vivo, pulsante  e metterà il suo Spirito a dare impulso al cuore rinnovato rendedo l'uomo capace di amare Dio e obbedire alla sua parola. Questo popolo ricreato sarà chiamato alla Nuova Alleanza, ad abitare nella terra dei Padri resa fertile e rigogliosa. 

I purificati ricorderanno con vergogna le loro colpe passate e saranno consapevoli della gratuità dei doni ricevuti.  Quanto è salutare questa sottolineatura che ci rende chiara la nostra posizione di peccatori immeritevoli dei doni generosi di Dio!  Essa ci aiuta ad evitare di inorgoglirci pericolosamente e ci ammonisce a non ricadere nelle medesime colpe.

Costituiti sentinelle

Ez. 33-34,9;    Il profeta è costituito sentinella, deve annunciare ai suoi contemporanei l' imminente Giudizio perchè l' empio desista dalla sua condotta perversa. Il messaggio di Ezechiele mostra tutta la misericordia di Dio: Egli non gode della rovina del peccatore ma vuole che questi si converta e viva.

Il bilancio della predicazione del profeta mostra risultati fallimentari: il popolo ascolta le sue parole solo con le orecchie ma non le mette in pratica e il loro cuore va dietro al tornaconto personale.

Gravemente colpevoli dell'errare del gregge del Signore per  vie a Lui lontane sono i cattivi pastori i quali, come bestie feroci, azzannano le pecore invece di pascerle. E' un invito a riflettere per quanti hanno incarichi di responsabilità, di comando, di guida perchè si prendano cura delle persone loro affidate e non abbiano a cuore solo i propri interessi. 

Idolatri e superbi?

Il primo incontro di quest'anno, pur registrando una diminuzione di presenze, è stato vivace e coinvolgente, la parola del Signore come sempre ci ha indotti alla riflessione.

Ez.23  La denuncia dell' idolatria-prostituzione delle due sorelle Oolà e Oolibà (metafora delle due città ribelli Samaria e Gerusalemme) ci induce a interrogarci se per caso anche noi sperperiamo la nostra vita e i doni ricevuti da Dio al servizio di idoli vani e seducenti su cui siamo tentati di porre la nostra sicurezza.

Ez. 31  Oracolo contro il faraone e la sua "tumultuosa potenza". Per averne un'idea basti pensare al trambusto superbo della nostra civiltà; è un invito all'umiltà perchè ogni cosa ci viene da Dio e la Sua Giustizia abbatte ogni potere superbo.

Il gudizio è severo e decisivo per la vita eterna.