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2011/12 - Catechesi Adulti

Il libro dei SALMI

Riprendiamo gli incontri di catechesi per gli adulti; quest'anno leggeremo e mediteremo il libro dei Salmi.

E' il libro di preghiera per eccellenza, un vero e proprio "formulario" di preghiere che raccoglie 150 salmi. Nati per essere cantati, a tutta la raccolta si dà il nome Salterio dallo strumento che ne accompagnava il canto.

In essi trova espressione tutta l'esperienza umana con la vasta gamma di sentimenti che l'accompagnano: gioia e sofferenza, desiderio di Dio e senso della propria indegnità, fiducia in Dio e solitudine dell'uomo, desiderio di vita piena e paura di morire...

Sono preghiere espresse in forma lirica e poetica di altissimo valore, manifestazioni dell'animo e della fede, in cui ciascuno si può riconoscere. Esamineremo nel cammino i vari generi letterari: inni, salmi sapienziali, suppliche individuali e collettive, canti di ringraziamento,di fiducia,di penitenza, salmi regali, ..., ma possiamo già sintetizzarli in due grandi ambiti: la supplica e la lode che quasi inscindibilmente si fondono in un unico canto a celebrare la grazia eterna del Signore che viene in soccorso alla nostra fragilità.

La Parola di Dio diventa parola di preghiera nelle espressioni del salmista ispirato ma anche di quanti pregano il Signore con le parole che Egli stesso ci ha donato e il suo dono si rinnova ogni volta che il credente se ne appropria facendone l'espressione del suo animo che si volge a Dio.

"I Salmi sono preghiere che ci insegnano il cuore di Dio, per cui non solo possiamo parlare con Dio, ma possiamo imparare chi è Dio e, imparando come parlare con Lui, impariamo l'essere uomo, l'essere noi stessi." ( Benedetto XVI udienza generale 22 giugno 2011)

Insegnandoci a pregare i Salmi ci insegnano che anche nel dolore, nelle prove più dure, la presenza di Dio rimane, è fonte di gioia e consolazione;      si può piangere, lamentarsi, ma sempre nella consapevolezza che Dio è con noi, non ci abbandona!

E' significativo che le espressioni dei salmi vengano frequentemente riprese nel N.T.; il Signore Gesù nella sua vita terrena pregò con i salmi ed essi trovano in Lui il loro senso più pieno e profondo  acquistando in Cristo una luce nuova alla quale il Salterio può brillare in tutta la sua ricchezza.

Nella Chiesa il canto gioioso dei salmi non viene meno nè giorno nè notte, la Liturgia delle Ore, infatti, scandisce la giornata del credente  dalle prime ore del mattino con le Lodi, continuando con l'Ora Media : terza, sesta e nona, seguono i Vespri al calar del sole fino alla Compieta prima del riposo notturno.  

Mettiamoci insieme, dunque, alla scuola della Parola e facciamo del Salterio una guida che ci accompagni ogni giorno nel cammino della preghiera.

    Ricordiamo che gli incontri sono quindicinali e si svolgono al martedì pomeriggio alle ore 16,30   oppure alla sera alle ore 21 a partire dal prossimo 25 ottobre.

     Vi aspettiamo, cordialmente le catechiste Margherita, Elena, Aurora.  

Salmo 119

Abbiamo concluso il cammino catechistico di quest'anno con la lettura meditata di alcune parti del salmo 119. E' un salmo sapienziale, alfabetico composto da 22 strofe una per ogni lettera dell'alfabeto ebraico. Si tratta di una celebrazione corale della Parola di Dio.

 In ognuno degli otto versetti che compongono una strofa la legge del Signore è indicata con una parola diversa: legge, volere, comando, decreto,precetto, parola, promessa e giudizio che insieme ci danno un ampio ventaglio di significati.

Alla luce del Nuovo Testamento   la Legge  è la Rivelazione che Dio fa di Sè all'uomo, del suo Volere, attraverso i profeti e  tutti i suoi messaggeri nel corso della storia della salvezza che ha il suo compimento in Gesù Cristo Parola viva ed eterna del Padre.  Volere di Dio è la salvezza e la felicità dell'uomo. 

La meditazione costante della Parola di Dio illumina la vita e ne indica la via e diventa fonte di gioia e di energia vitale per cui col salmista possiamo cantare:  " La tua Parola, Signore, è lampada ai miei passi, luce sul mio cammino...corro per la via dei tuoi precetti perchè hai dilatato il mio cuore...".

La parola del Signore che è più cara e preziosa di ogni altro bene, permettendoci di accogliere l'amore infinito con cui Dio ci ama, dilata il nostro cuore piccolo e chiuso e ci rende capaci di amare.   

E nella carità verso tutti vogliamo annunciare la sua parola di vita con zelo e coerenza, quasi con struggimento.

Le prossime vacanze estive siano per noi tempo di riposo fisico e di cammino spirituale.

Arrivederci e grazie a  tutti

 

Inni della Regalità di Dio

Celebrano in una liturgia di lode l'autorità regale di Dio, la sua azione creatrice e ordinatrice.  Il Signore è Re sopra tutti gli dei, Egli viene a giudicare i popoli,  giudica con misericordia e fedeltà. 

Sl. 95 INVITATORIO

Questo salmo è usato liturgicamente come invitatorio prima delle lodi mattutine. Ci chiama alla gioiosa partecipazione al rendimento di grazie per la grandezza dell'unico, vero Dio Creatore e Signore dell'universo, roccia di salvezza per il suo popolo.  Ci esorta ad adorarlo nel suo sovrano dominio sul suo popolo e sul mondo intero.

Il Signore stesso ci ammonisce a rendere il nostro cuore docile all'ascolto della sua voce. Questo richiamo è per noi  OGGI e nell'oggi di OGNI UOMO DI TUTTI I TEMPI.

Sl. 96  DIO RE E GIUDICE DI TUTTA LA TERRA

Il salmista ci invita a cantare al Signore col cuore rinnovato dall'azione di Dio, ri-creato dalla sua santa Pasqua. Il canto si trasforma in annuncio di salvezza, la buona novella del Vangelo di Gesù, e in benedizione del Nome santo di Dio, cioè della sua realtà profonda e personale. Diventa infine una catechesi che proclama all'umanità intera le gesta salvifiche della sua gloria.

Ogni credente è chiamato a cantare al Signore, ma anche a divenire suo testimone e missionario fra gli uomini e i popoli di tutto il mondo.  Da tutta la terra salga la lode a Dio che regna e viene a giudicare la terra. Questo evento si compie in Cristo, nostro Re. Il Vangelo di Giovanni sottolinea che il trono della Gloria del  Signore Gesù Cristo è il legno della Croce mentre l'arte bizantina raffigura il Cristo Pantocrator  con il diadema imperiale e l'abbigliamento regale.

Egli tornerà a giudicare la terra; il Giudizio Universale " con Giustizia e Verità", in tutta la sua portata salvifica, ha già adesso il suo preludio e lo sperimentiamo nei gesti d'amore che Dio continuamente compie in nostro favore.   La nostra preghiera sia quella dell'ultima invocazione della Bibbia: " MARANA THA, Vieni, Signore Gesù"

Dello stesso genere consigliamo la preghiera dei sl. 97 e 98. 

 

 

 

I Salmi Penitenziali

Nei salmi penitenziali il vero nemico, ostacolo alla vita e alla felicità è il peccato, la tragica prigione da cui solo l'amore misericordioso di Dio può liberare l'uomo. In preparazione alla santa Pasqua, con la meditazione dei sl. 50 e 51, l'uno di accusa, l'altro di richiesta di perdono, abbiamo percorso un ideale cammino penitenziale.

 Sl.50  Il Culto Gradito a Dio

Dio chiama in giudizio il suo Popolo e lo accusa perchè si converta.                                                                                                                                         Questo Popolo che lo onora con le labbra, che offre sacrifici di penitenza, che partecipa alle celebrazioni  ma si macchia di una grave condotta morale per cui sono all'ordine del giorno i furti, gli adulteri, la falsa testimonianza...( sono enumerati tre comandamenti per indicarli tutti), crede con i suoi sacrifici di condizionare Dio, quasi che Egli non sia padrone di tutto e sia soggetto alle necessità umane.

E' l'uomo, invece che riceve tutto da Dio ed ha bisogno di invocarLo per  essere soccorso e salvato da Lui.

A Dio dobbiamo la lode, il nostro rendimento di grazie deve tradursi nell'impegno costante dell'obbedienza alla sua Parola.   Solo a questa condizione la nostra preghiera e la nostra offerta sarà gradita al Signore.

 Sl 51  Miserere

Il primo passo verso la Conversione è riconoscere le proprie colpe. La confessione del peccato è l'anima di questo salmo, tuttavia esso pone l'accento più che sull'indegnità dell'uomo, sull'azione di Dio "...misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà... che perdona la colpa..." ( Es 34,6-7)

A questa sconfinata misericordia si affida la tragica realtà del peccato che è  in primo luogo, rottura con Dio, è cammino verso il baratro, è una sorta di suicidio.  E Dio, nella vita e nella morte di Gesù, interviene col suo perdono a liberarci, cancella-distrugge il peccato, ci lava in profondità, ci guarisce. L'uomo rinnovato, ricreato dal perdono di Dio riacquista la gioia e l'esultanza che diventa benessere anche fisico.

Perdonati e salvati l'uomo e la donna, irrobustiti dallo Spirito Santo, possono cantare le lodi del Signore, testimoniarLo e predicarLo ed offrire la propria vita  vissuta con fedeltà e purezza di cuore.

Sono pentenziali anche i salmi 32 e 143 che consigliamo di leggere e pregare.

                                                                              B U O N A        P A S Q U A  !

I Salmi di Supplica.

Nell'ultimo incontro di catechesi per gli adulti abbiamo letto e meditato alcuni salmi di supplica .In questo genere  prevale il pianto sulla gioia, la preghiera tuttavia rimane aperta alla fiducia e alla speranza. Ostacolo alla felicità è il nemico, sia esso una malattia, o una persecuzione, un avversario violento o infine il peccato che separa il credente dal suo Signore facendogli sperimentare il silenzio di Dio.

Nella tensione drammatica del pericolo la preghiera si fa audace nella sua spontaneità, quasi un atto di accusa a Dio che sembra rimanere indifferente. Ma Dio non è muto e lontano e interviene a soccorrere e  liberare chi confida in Lui, nei modi che Gli sono propri e secondo il suo progetto d'amore.

Il salmo generalmente si chiude con espressioni di lode al Signore che è fedele e con il rendimento di grazie.

I salmi letti sono il 42-43 e il 130, mentre abbiamo consigliato la lettura dei sl. 26 e 86 che sono dello stesso genere.

Sl. 42-43  Struggimento dell'anima lontana da Dio

Questa supplica individuale esprime la pena dell'anima lontana da Dio. Si apre con il bellissimo paragone della cerva  che nella calura estiva è alla ricerca di una sorgente ristoratrice; tale è la sete che l'anima ha di Dio, è un desiderio inquieto, uno struggimento che solo Dio può placare.

I salmi 42-43 sono in realtà uno solo uniti dal ritornello che conclude la prima e la seconda strofa del 42 e il sl. 43: "Perchè ti rattristi, anima mia, perchè su di me gemi? Spera in Dio, ancora potrò lodarlo, Lui, salvezza del mio volto e mio Dio." ( 42,6.12; 43,5) Tutta la strofa è un raro esempio di dialogo interiore e di auto incitamento a mantenere viva la speranza e la fiducia, la sua ripetizione fa da salutare correttivo all'abbattimento dell'orante.

Il dolore per la lontananza dalla presenza di Dio (il santuario), è reso più acuto dal ricordo del passato felice in cui il salmista ,ora esiliato, partecipava con fervoroso zelo al servizio nel tempio.  Ma la fiducia non rimane incrinata, la sua preghiera continua a innalzarsi a Dio "nella notte", nell'attesa trepidante della grazia del Signore che non mancherà. La supplica si trasforma  infine in  canto di gioia  di cui la preghiera nel tempio è il vertice di ogni attesa di felicità.                    

Sl.130  De Profundis

In questa supplica la speranza del perdono domina sulla coscienza del peccato. Al centro c'è l'abbondanza della misericordia di Dio. La ricchezza della sua Redenzione è la risposta al grido che sale  dall'abisso del cuore dell'uomo nella sua grande fragilità, schiacciato dal peso opprimente delle sue colpe.  La coscienza torturata dal peccato, necessita dell'azione (ri)creatrice di Dio.

Dal riconoscimento della nostra miseria sale a Lui  il grido di aiuto e l'invocazione del perdono.  E, insieme col suo perdono il Signore ci dona anche il "timore di Dio", la capacità di non banalizzare il perdono che chiediamo e riceviamo; esso è un atto altissimo ed esclusivo di Dio, una nuova creazione che solo  Lui è in grado di compiere. Allora il "timore di Dio" ci colloca esattamente al nostro posto di creature che tutto ricevono dal loro Creatore... e ci fa comprendere la realtà drammatica del nostro peccato.

Come la fede personale del salmista si inserisce nella fede storica di Israele, così la nostra fede nell'azione redentrice di Dio nel suo figlio Gesù è inserita nella fede di tutto il Popolo di Dio, la Chiesa.

Il salmo 130 è molto usato dalla Chiesa nella liturgia dei defunti, come fiduciosa preghiera di intercessione per le anime purganti. 

         

I Salmi Sapienziali

Meditando sulla condizione umana, sul senso della vita, sul rapporto di Dio con l'uomo..., i salmi sapienziali mostrano come dalla relazione con Dio dipenda la felicità dell'uomo. Il giusto è l'uomo veramente felice perchè è l'adesione a Dio che fa nascere la felicità a cui anela il cuore umano. 

Sl.139  Signore Tu mi scruti e mi conosci

Il salmista attraverso la meditazione introspettiva sulla realtà umana, scorge alcuni aspetti della realtà divina nei suoi attributi di onniscienza, onnipresenza, onniveggenza percepiti non con freddezza razionale ma nel calore della relazione intima e personale fra il piccolo io dell'uomo e l'incommensurabile Tu di Dio.

La meditazione ci regala l'esperienza di un Dio che "scruta", ossia conosce intimamante l'uomo  in ogni fibra del suo essere (vv 1-6), in alcun modo l' uomo può sfuggire alla divina onnipresenza ma è avvolto, circondato e toccato da ogni parte dalla vicinanza divina; perfino le tenebre sono illuminate dallo sguardo amorevole di Dio (vv 7-12).  Egli ha creato l'uomo in modo stupendo, le immagini del ricamare e del tessere danno l'idea della accuratezza e perfezione con cui si esplica la sua azione creatrice. (vv 13-18)

Se l'orante sposta il pensiero sul dramma della ribellione dell'uomo al suo Signore, non può che prendere decisamente le parti di Dio e affermare il proposito di combattere contro il male il cui sterminio è esigenza inderogabile dell'ordine e armonia del creato (vv 19-20). Gesù ha preso su di sè il peccato ed ha pagato per noi peccatori, così, alla luce di Cristo, noi possiamo unirci al salmista nel rifiuto del male, il peccato, ma nello stesso tempo ci uniamo all'amore di Gesù Cristo per ciascun uomo, pur peccatore, e preghiamo per  quanti si allontanano dall'obbedienza a Dio perchè si convertano e vivano.

Il salmo si chiude con la volontà di camminare non nella menzogna ma nella via della vita sotto lo sguardo scrutatore, vigilante ma soprattutto amorevole di Dio. 

Sl.49   Vana sicurezza della ricchezza e speranza del povero

Questo salmo è una lezione di sapienza per tutti gli uomini, un severo ammonimento sulla vanità delle ricchezzee sulla sorte catastrofica di chi poggia in esse la propria sicurezza.

Il salmista ricorda l'azione livellatrice della morte a cui nessuno può sfuggire nonostante le ricchezze accumulate.  "L'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono" (v13. 21) Questo versetto ripetuto alla fine di entrambe le strofe che compongono il salmo sottolinea amaramente e tragicamente l'ottundimento del cuore e della ragione che una vita gaudente e spensierata provoca nell'uomo fino a ridurlo al solo stato animale, annientando la sua dimensione spirituale.

Al contrario, la vita del giusto che confida nel Signore è riscattata da Dio stesso; questo riscatto riguarda tutti coloro che non si lasceranno sopraffare  dalla tentazione di invidiare la prosperità del ricco gaudente e sfruttatore o di emularne gli atteggiamenti ma porranno nel Signore la loro sicurezza.

Rendimento di Grazie

Questo genere di salmi esprime la gratitudine al Signore, la riconoscenza per i benefici e la protezione ricevuti e il desiderio di glorificare il suo santo Nome. Invitandoci a riconoscere la bontà e misericordia di Dio, il salmista ci esorta a camminare nelle sue vie.

Sl. 34  Beato l'uomo che si rifugia nel Signore

E' un salmo a disposizione alfabetica usato nelle celebrazioni comunitarie ove in  ogni voce risuona la preghiera e il canto elevati a Dio. Coloro che prendono parte al sacrificio di ringraziamento si invitano reciprocamente a lodare e magnificare il suo santo Nome. Un vocabolo attira l'attenzione, è il termine "umili", sono gli "anawim", i poveri di Dio; in essi il salterio vede l'atteggiamento ideale dell'uomo che prega la cui preghiera è particolarmente gradita al Signore perchè esprime una fiducia radicale in Lui.  

Sono gli umili, i poveri, gli emarginati, gli oppressi che, elevate le loro suppliche a Dio, le vedono  ascoltate e possono sperimentare la vicinanza del Signore nella prova e la dolcezza del suo amore, sì che la gioia torni a splendere nel loro cuore.

Alla gratitudine si accompagna l'esortazione a coltivare il "timore di Dio" il cui contenuto concreto è negli insegnamenti da praticare: " ...Preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde...Sta' lontano dal male e fai il bene...Cerca la Pace e perseguila... " (vv 14-15)

Questo è lo stile del giusto su cui si posa l'occhio amorevole di Dio; pur attraverso ogni sorta di prove egli è condotto dal Signore alla gioia della vita divina, allora egli vedrà che neppure uno delle sue ossa è stato spezzato, come per il Cristo sulla croce (v 21)

E' un invito a leggere la storia umana alla luce del Signore Gesù, la sua croce è la via per entrare nella gloria (Lc. 24,26).

 

Sl. 116  Preziosa agli occhi del Signore è la vita dei suoi fedeli.

E' il canto di ringraziamento con cui il fedele accompagna il sacrificio di lode nel Tempio per un mortale pericolo scampato invocando il Nome del Signore. Insieme al ricordo della passata sventura esprime molteplici sentimenti: la supplica, lo sconforto, la paura si mescolano alla speranza, alla fiducia nella divina bontà e fedeltà e alla gratitudine; tutta la gamma di sentimenti umanissimi che ben conosciamo e sperimentiamo nella quotidianità della nostra relazione con Dio.

Il salmo è recitato in un contesto liturgico che vede compiersi specifiche azioni di grazie: l'elevazione del calice e l'offerta del sacrificio entrambe accompagnate dall'invocazione del Nome di Dio. Fra l'una e l'altra azione una dichiarazione di abbandono totale da parte dell'orante che riconosce i benefici del Signore e vuole camminare con Lui e in Lui per il resto della sua vita.

Motivo di grande gioia è riconoscere che il Signore non rimane indifferente di fronte a un pericolo mortale che minaccia la vita dei suoi fedeli, ai suoi occhi la loro vita è talmente preziosa che  la morte e la sofferenza non avranno l'ultima parola, ma ad essi darà la vita per sempre.

Dello stesso genere consigliamo la preghiera dei salmi 107 e 124.  

   

I Salmi Regali

Sono chiamati così perchè parlano del re o è il re che parla. I salmi regali sono consacrati ai sovrani del Regno di Giuda appartenenti alla dinastia davidica e si basano sull'oracolo del profeta Natan al re Davide ( 2 Sam. 7):  Al desiderio del grande re di costruire un tempio per il Signore, Dio risponde per mezzo del profeta, che il Signore preferisce essere presente nella realtà e nella storia dell'uomo, a una casa di muri preferisce una casa fatta di pietre vive e assicura la sua presenza nella dinastia davidica.

I salmi regali celebrano perciò il re come segno vivo e continuo della presenza di Dio nella storia umana. Secondo l'oracolo di Natan su di lui sono pronunciate le parole che lo rendono figlio adottivo di Dio: " Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figlio".

L'unto del Signore, il re storico, può anche rivelarsi debole e infedele ma proietta verso un Re futuro, il Messia definitivo, perfetto, Figlio di Dio in senso autentico, sacerdote e giusto giudice ( sl. 72)

Intravediamo distintamente la figura del Cristo Figlio di Dio, Re e Sacerdote, presenza perfettadi Dio nella carne e nel tempo dell'uomo.

Sl.2            Dominio universale di Dio e del suo Messia

Questo salmo veniva proclamato durante la liturgia per l'incoronazione del re che è figura del Messia futuro, re perfetto, creatore della SHALOM, la pace massianica.  Si apre in uno scenario di tensione, all'orizzonte si odono rumori di guerra che, storicamente riferiti alle ribellioni politico-militari che caratterizzano l'interregno prima dell'intronizzazione, rappresentano il dramma eterno dell'opposizione a Dio e al suo Messia.

Il re infatti è scelto da Dio, è il suo eletto e partecipa del suo potere universale.  Le varie figure regali che si sono succedute nella storia non sono che pallide immagini della gloria e onnipotenza del Signore, solo Gesù, il Cristo, consacrato per eccellenza annullerà queste imperfezioni e instaurerà il Regno di salvezza ottenendo in possesso le genti " dal mare fino ai confini della terra" ( v 8). Invano le forze ostili tenteranno di " rigettare le catene..." (v 3), il suo trionfo sul male sarà completo.

Felice chi accoglie il piano di Dio che ha il suo centro nella persona viva del Re-Messia.

Sl. 72  Il Regno Universale di Giustizia e di Pace del Messia

Giustizia, Pace e Prosperità sono i doni che provengono da Dio attraverso il carisma speciale del suo Re.  Egli amministra la giustizia per i poveri contro i soprusi dei potenti: il povero grida, il re lo libera; il misero non trova aiuto, il re lo salva; il debole soffre violenza e sopruso, il re lo riscatta dalla schiavitù e dalla persecuzione.  Così nasce la Pace che si estende anche alla natura per cui le realtà terrestri permeate da questa atmosfera di giustizia fanno sgorgare la pace come un torrente che scende dai monti.

Il regno del Messia godrà della benedizione divina, sarà imperituro e fecondo, in Lui sarà attuata la promessa universalistica rivolta ad Abramo: " In te saranno benedette tutte le nazioni della terra" ( Gn.12,3; 18,18)

Il Messia  di Dio è il germe salvifico di tutta l'umanità, secondo la voce del profeta " Un germoglio spunterà dal tronco di Jesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici..." (Is. 53,2), e la sua forza fecondatrice riesce a trasformare il deserto umano.

Per questo sulle nostre labbra sale ogni giorno la preghiera che Gesù ci ha insegnato: "...Venga il tuo Regno, Signore"

Sono regali anche i salmi 45 e 110 che suggeriamo per la preghiera quotidiana.  

I Canti di Sion

           Nell'ultimo incontro di catechesi abbiamo letto e meditato  alcuni salmi appartenenti al genere letterario detti I Canti di Sion.

Sion è il polo d'attrazione di ogni cuore ebreo, sul suo colle si innalza il Tempio meta del pellegrinaggio che porta il credente ad incontrare il suo Dio. Queste preghiere venivano cantate durante la salita al tempio.

Per i Cristiani Sion prefigura la Chiesa, Corpo vivente del Figlio di Dio, luogo della sua presenza.

Sl. 122   Pace per Gerusalemme

Il salmo ci presenta i sentimenti che riempiono il cuore del fedele che ha la grande gioia di intraprendere il pellegrinaggio al Tempio del Signore, nel momento in cui giunge a posare i suoi piedi all'interno delle sacre porte di Gerusalemme. La città santa è ammirata per la sua architettura solida e compatta, ma al di là del suo fascino estetico la sua grandezza è legatra a realtà storico teologiche:

è il centro unitario del culto delle tribù di Israele, è il luogo della presenza di Dio nella dinastia davidica, è la sede del giudizio riservato al re.

Gerusalemme è la città della Pace, il fedele invoca il Signore perchè doni la sua pace alla città e a tutti coloro che la amano a che vi abitano.

La Shalom ebraica è l'augurio più intenso perchè abbraccia felicità, benessere, speranza, prosperità, pace, armonia...effuse dal Signore nel luogo della sua dimora.

La Chiesa è la nuova Gerusalemme, Popolo santo di Dio, essa rende presente nel mondo e nella storia il Signore Gesù fino alla fine dei tempi.

Sl. 84   Beato chi abita la tua casa.

E' un canto di pellegrinaggio: il fedele, dopo aver percorso tutte le varie tappe fino alla Città santa, raggiunge finalmente la meta, ansioso di incontrarsi con il suo Dio. L'arrivo a Gerusalemme genera in lui una gioia istintiva. Il lungo cammino è dimenticato,le fatiche affrontate sono sorgente di gioia e benedizione, il desiderio di incontrare il Signore moltiplica le forze, l'esperienza mistica della presenza beatificante di Dio trasforma in rose tutte le spine: " Per me un giorno nei tuoi atri  è più che mille altrove...", il Signore infatti illumina, scalda, protegge chi in Lui si rifugia.

La nostra vita è un pellegrinaggio verso l'incontro col Signore nostro Dio. Nella Chiesa di Cristo, Comunità di credenti, suo edificio spirituale, Corpo vivo di cui Egli è il Capo, noi camminiamo pieni di passione per il Signore e per la sua Casa che amiamo. Camminiamo nella gioia della Sua presenza viva: " O Signore, beato l'uomo che confida in Te." (v 13)

Dello stesso genere, consigliamo la lettura dei Sl. 48; 87.   

  

I Salmi di fiducia

 

                                   I Salmi di Fiducia

Tutto il Salterio è permeato da un'atmosfera di fiducia ma in alcuni salmi essa è così intensa da diventarne l'unico tema. Sono preghiera che sale dal cuore in ogni circostanza, sia essa triste o gioiosa, eccezionale o quotidiana. Esprimono la consapevolezza che la fiducia in Dio rende insignificante ogni altra sicurezza.

Sl 23      Il Signore è il mio Pastore 

Questo bellissimo salmo ci invita a rinnovare la nostra fiducia nel Signore, ad abbandonarci totalmente nelle sue mani. Si svolge intorno a due centri simbolici: il Pastore e la Mensa. Il Pastore è più della semplice guida, è il compagno di viaggio che condivide col suo gregge tutte le fatiche del cammino, è colui che conosce una per una le sue pecore, le custodisce come beni preziosi, pronto a difenderle.

Se il Signore è il Pastore, anche nel deserto, luogo di assenza e di morte, non viene meno la fiducia,; se camminiamo dietro a Lui, per quanto difficile possa essere il cammino della vita, sotto la sua guida siamo certi di andare per la strada giusta e che nulla ci mancherà.

Egli ci accoglie nella sua tenda con un'ospitalità generosa e munifica:  la Mensa che prepara per noi è condivisione della vita, comunione, l'olio profumato che  lenisce le nostre ferite è dono di sontuosa sollecitudine, il calice della gioia e dell'amicizia è colmo, ogni cosa ci è offerta  con generosità sovrabbondante.

Nel Signore Gesù tutta la forza evocativa di questo salmo trova il suo pieno significato: Egli è il Buon Pastore che va in cerca della pecora smarrita, Egli è la via, il giusto cammino che ci porta alla vita, Egli è la luce che illumina la valle oscura e vince ogni nostra paura, Egli è l'ospite generoso che ci accoglie nella sua tenda preparandoci la Mensa del suo Corpo e del suo Sangue, Egli è il Pastore-Re il cui trono è la Croce.

La protezione divina ci accompagna nel nostro viaggio sicchè la bontà e la fedeltà di Dio sono la scorta che sostiene il nostro pellegrinaggjo verso la sua casa.

Abitare con Dio è l'anelito di ogni credente, la meta di ogni cammino, nella gioia serena di un tempo senza fine.

Sl. 27     Il Signore è mia luce e mia salvezza

Questo canto di fiducia nasce dall'esperienza di una grave prova che però non mette in crisi l'orante anzi ne rinfocola la speranza.

La fede fa miracoli, anche nel caso di esperienze sconcertanti in cui ci si può ritrovare veramente  soli:..." mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto....è difesa della mia vita...sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi."

Se anche tutto e tutti fossero contro di me la fiducia non vacillerebbe perchè si appoggia completamente su Dio che è " la rupe" sulla quale riacquisto sicurezza e forza.

Il grande desiderio è allora quello di potersi rifugiare nella sua casa per assaporare la dolcezza della presenza di Dio nella gioia della contemplazione e della liturgia.

Si alza verso il Signore un anelito che viene dal profondo del cuore: "Il tuo Volto Signore io cerco" , esso esprime  l'eterno desiderio dell'uomo che vuole fissare il suo sguardo in quello di Dio, proiettato verso la vita eterna quando avremo la gioia di vederLo faccia a faccia.

Sl 131         Confidare in Dio come un bimbo nella madre

Il vero credente ignora la presunzione. E' umile e semplice come un bambino, non ha nulla a che vedere con tutti coloro che cercano di mettersi in mostra.

L'immagine del bimbo svezzato che riposa sereno e tranquillo fra le  braccia della mamma mostra la serenità di spirito del credente consapevole di essere avvolto dall'amore di Dio riconosciuto consapevolmente come fonte di sicurezza e benessere.

Ci proponiamo di imparare a memoria i tre versetti di cui è composto questo salmo.

Sono salmi di fiducia anche il Sl. 11; 16; 62. Ne consigliamo  la preghiera. 

La Creazione continua

Nell'ultimo incontro abbiamo letto alcuni Inni, essi sono preghiere allo stato puro, contemplazione gioiosa della magnificenza di Dio e del suo amore eterno che non viene mai meno.

Sal. 8   Questo salmo celebra la magnificenza del nome di Dio che si rivela nell'opera meravigliosa della Creazione. In essa un posto centrale occupa l'uomo costituito signore e re di tutto il creato. Di ogni creatura il Creatore si prende cura ma per l'uomo ha una premura e una sollecitudine particolari.

             La grandezza dell'essere umano è scoperta dall'orante proprio attraverso la tenerezza e la fedeltà che Dio adotta nei suoi confronti per cui l'uomo, che in sè è un nulla, è trasformato in una creatura grandiosa e insuperabile.

   Il dominio dell'uomo su tutto il creato non è quindi una sua conquista personale ma gli è donato da Dio perchè amministri la sua creazione e se ne prenda cura, non per esercitare una tirannia vanitosa, egoistica e cieca.

 

Sal.104   Questo salmo insieme al 103 a cui è accomunato dall'invito iniziale e finale "Benedici il Signore anima mia", è una vera perla del Salterio.  E' una contemplazione della bellezza del creato il quale riflette la bellezza e la bontà di Dio Creatore.

Volgendo lo sguardo alla magnificenza dell'opera divina, al suo ordine, alla sua armonia, l'orante vi scorge la cura e l'amore di Dio per ogni creatura;  Egli rinnova ogni giorno il suo atto creativo donando a ciascuno ciò che è necessario alla sua vita: "  Tutti da Te aspettano che Tu dia loro cibo in tempo opportuno, Tu lo provvedi, essi lo raccolgono, Tu apri la mano, si saziano di beni."

Tuttavia, per la sovrabbondanza del suo amore, Dio non si limita al necessario, dona molto di più: "...il vino che allieta il cuore dell'uomo, l'olio che fa brillare il suo volto e il pane che sostiene il suo vigore..."  perchè la nostra gioia sia piena e la nostra vita gustosa.

Salga sempre   la nostra lode a Dio Padre che ci ha creati e ricreati nel Figlio suo Gesù.

A noi la scelta

 I primi salmi che hanno guidato la nostra meditazione appartengono al genere sapienziale, si interrogano sulla vita umana e sulla felicità.

sal. 1   Due vie si aprono davanti all'uomo: quella dell'obbedienza a Dio che porta alla vita e quella del rifiuto di Dio che conduce alla morte.

   L'uomo veramente felice non soggiace alle seduzioni effimere del peccato ma vive della Parola di Dio che è la sua gioia, il fondamento di 

   una vita felice e sicura. All'inizio del nostro cammino di preghiera con i salmi siamo invitati ad assumere il giusto atteggiamento. A noi la scelta.

 

sal. 73   La fede del giusto è messa alla prova dalla prosperità degli empi. Essi hanno successo, potere, fortuna e ricchezza, sono ammirati e riveriti, mentre i semplici, i buoni, quelli che sono fedeli al Signore vengono calpestati e irrisi per la loro fede.

   Questo costituiosce una vero inciampo, uno scandalo per il fedele che è tentato di invidiare le fortune dei potenti, di quanti calpestano ogni principio e ogni legge di Dio e dell'uomo.   Ciò che è incomprensibile per la ragione diventa chiaro solo nell'esperienza interiore della fede, nel "santuario" in cui avviene il dialogo tra Dio e l'uomo e in cui il Padre rivela ai "piccoli" i misteri di Dio  che vengono invece celati ai potenti e agli intelligenti.

   Alla luce della fede comprendiamo che la vita brillante dell'empio contiene in sè stessa la corruzione e la morte, è un sogno che si infrange, una falsa sicurezza.    Ciò che attende il fedele non è la liberazione da un piccolo frammento di dolore o di pericolo ma la totale comunione con Dio Che lo prende per mano, lo guida e lo introduce nella sua Gloria.

   E così l'unione con Dio diventa la meta di tutta l'esistenza orientata ad un'eternità che inizia già ora.