Riflessioni
RIFLESSIONI DA CAMPEGGIO
Inserito da Squasso il Gio, 12/08/2010 - 11:53amLE RIFLESSIONI QUI SOTTO RIPORTATE IN FORMA ANONIMA SONO STATE EFFETTUATE DURANTE IL CAMPEGGIO ESTIVO 2010 DAI RAGAZZI DAI 16 AI 23 ANNI (PIU' GIOVANNI E PAOLA) RIGUARDO "GLI AFFETTI E LE RELAZIONI CHE SONO IMPORTANTI PER ME E CHE VOGLIO COLTIVARE"
Le mie relazioni cerco di svilupparle facendole crescere e aggiornandole in parallelo all'individuo. La mia maturazione penso di ottenerla raggiungendo gli obbiettivi importanti di studio che mi sono posto. Gli amici sono fondamentali per il mio progresso, poichè mi hanno aiutato e mi aiutano nelle scelte importanti della vita, assieme alla mia famiglia, che mi sostiene sempre nei miei impegni, soprattutto in quelli assunti di recente. Inoltre appoggiano quasi sempre le richieste che un giovane della mia età può avere. Penso che la mia maturazione sarà completa solo al compimento di quelle tappe che per ora mi sono posto nella vita, e comunque essa è ancora lontana.
Le relazioni più ricche sono quelle con la famiglia e con i migliori amici, quelli che sanno tutto di me e di cui io so tutto. Queste relazioni sono fondamentali e non vanno mai eliminate. Per il futuro cercherò di allargare le mie amicizie sia quelle profonde sia quelle superficiali perchè conoscere nuove persone arricchisce sempre, anche se non si può approfondire il proprio rapporto con tutti. Un'altra relazione che cercherò e che ritengo fondamentale è quella che mi permetterò di costruire una famiglia e di farla crescere in modo felice.
Per me ricchezza nella relazione non è per forza sinonimo di relazione assidua e insistente, quella in qui, per esempio ci si vede tutti i giorni. Ma una relazione ricca, profonda, vera è quella che hai e che stai cercando di portare avanti con persone con le quali sai che puoi contare, che per te ci sono. Senza fare nomi posso sicuramente indicare: i miei genitori, mio fratello, un ormai stretto collaboratore in attività non lavorative e pertanto un amico. Per quanto riguarda le relazioni ricche in fase di costruzione, sicuramente c'è quella con il mio ragazzo.
...Penso che i nomi siano facilmente intuibili, se li volete conoscere ve li dirò in separata sede.
Nei miei affetti figura sicuramente la mia famiglia, un rapporto di amore vero che mi lega dalla nascita; l'impegno è di farmi più indipendente ma più servo di chi con me lo è stato e lo è ancora da tanti anni. Gli amici, le persone che mi aiutano di più nei momenti decisivi. Lo vivo come un rapporto di vitale importanza e l'impegno è di aprire le porte della mia amicizia a tutte le persone indistintamente e di saper tendere la mano a chi ora non penso mi meriti o di meritare, per ricredermi. Penso che anche la mia ragazza sia un tassello fondamentale di crescita per imparare a donare e maturare il mio carattere per far piacere e del bene al mio prossimo. Infine, ma non ultimo, Dio, un rapporto che giudico necessario per non vivere la mia vita con un senso di abbandono e di solitudine, spero di approfondirlo fino al mio ultimo giorno.
Coltivo le amicizie, in particolare quest'anno sono entrato in contatto con gruppi di ragazzi/e differenti da quelli che frequentavo prima. Una volta giravo solo con i miei compagni di classe, ma ora grazie alle attività che ho svolto negli ultimi mesi, la mia compagnia è aumentata moltissimo e pian piano sto cercando di conoscerli bene tutti. La cosa non è semplicissima, ma l'apertura avviene da tutte e due le parti, dalla mia parte e da quella di ciascuno dei miei nuovi amici.
Ciao a tutti! Sin da bambino sono stato giocherellone e, a quanto mi dicevano, un testardo; facevo amicizia facilmente con quelli della mia età senza fare del male a nessuno. Diventando adulto e quindi più responsabile mi sono tenuto indietro dai guai e da tutto ciò che può comportare un rischio.
Ho una famiglia la quale per me è molto importante. Mi piacerebbe in futuro avere un'altra famiglia dove io cambio "membro" : da figlio diventerei genitore. Quindi mi piacerebbe riuscire ad avere una famiglia, in futuro, cambiando punto di vista. Magari riuscire a trovare un lavoro che mi piaccia, così da non andare a lavorare sapendo che mi aspetta una cosa non piacevole, anche perchè il lavoro è essenziale per continuare la propria vita e la propria famiglia.
Nel relazionarmi con gli altri cerco di esser il più possibile diretto e chiaro. La sincerità è un elemento importante che permette la costruzione di un rapporto sereno e duraturo. In fase di costruzione della relazione per me è importante cogliere il modo di sentire, di ragionare, di esprimersi dell'altro e quindi di saper rinunciare a qualcosa per ottenere la migliore armonia possibile.
Spero di riuscire a mantenere le mie amicizie più importanti e di condividere con loro la mia vita anche quando avrò famiglia. Nel lavoro vorrei diventare un professionista capace di instaurare nuove amicizie. Spero di riuscire a costruire una famiglia sana e numerosa. Spero di condividere molte esperienze con i miei amici più cari.
La mia vita è formata da amici, famiglia e purtroppo scuola. Con i miei amici cerco di mantenere buoni rapporti come al solito, sperando che tra questi miei amici ci sia anche la ragazza giusta. Con la famiglia, quando avrò 18 anni, dopo essermi diplomato, e dopo aver preso la patente andrò a vivere da solo. Adesso, per altri anni, sperando che siano quelli che restano e non di più, devo studiare per terminare gli studi.
Credo molto nelle relazioni con persone umili e profonde; credo molto che le persone in difficoltà possano trovare grandi energie nella loro vita; credo molto che persone giovani possano sviluppare capitali di umanità e di fede. Spero di vivere così anch'io e di mantenere fedeltà a queste promesse, anche con il vostro aiuto.
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Rispetto e sostegno per l'uomo diversamente abile
Inserito da don Alberto il Lun, 22/02/2010 - 8:09pmSono stato pesantemente shoccato dalla violenza verbale e massmediale (e speriamo che si fermi lì) nei confronti di uomini e donne colpiti dal morbo di Down. E' vero che tutto sommato è abbastanza facile stigmatizzare questi comportamenti nefandi. Ma ho sentito ugualmente il bisogno di dire una parola di stima, di vicinanza, di affetto a che è afflitto da tale morbo, e alle famiglie che con grande impegno e fedeltà servono, curano, amano queste persone, e alle associazione che a vario titolo offrono protezione e appoggio. E questo mi interessa ancora di più: non tanto gridare contro chi ha tenta di spargere odio e pregiudizio, quanto invitare a cantare tutti coloro che amano la vita, anche la vita malata di te, di me, dei nostri amici vicini e lontani, del quartiere, della scuola, dello sport e del nostro mondo di uomini.
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Sport... metafora della vita?
Inserito da CristinaB il Mer, 18/03/2009 - 10:33pmParma-Mantova.
Ieri nessuno dei 550 tifosi che hanno seguito i biancorossi a Parma, ne’ quelli che hanno seguito la partita alla radio o alla tv, avrebbe mai creduto di poter portare via dal Tardini un punto. Non solo loro sono quasi in A e noi quasi in C, ma ci mancavano Locatelli, Corona, Tarana, Caridi, Notari.
Eppure abbiamo visto una squadra mettere in difficoltà gli avversari, giocare una partita dignitosissima, non concedere nulla. Addirittura quei giocatori che quest’anno per vari motivi non hanno reso per quello avrebbero dovuto, ieri hanno dato l’anima per portare a casa un punto veramente meritato. Non parliamo del tifo sugli spalti. I nostri 500 hanno dato lezione di tifo a 10mila parmensi, che insorgevano ad ogni passaggio sbagliato di un loro giocatore. Del resto loro credono di avere diritto a tornare in serie A per la loro storia, il loro blasone… Ma noi questa storia l’abbiamo già sentita qualche anno fa a Torino, anche se non siamo ancora per nulla vaccinati alle porcherie. Me ne sono accorta sta notte all’una quando non riuscivo a dormire… E’ un gioco, lo so, e forse non dovrebbe avere tutta questa importanza. Ma lo sport e anche il tifo sono una metafora della vita, dove vinci e perdi, dando tutto te stesso, partecipi, sei dentro, vivi. Adesso siamo tutti stanchi, viene voglia di lasciar perdere, perché sempre più spesso ti trovi alla fine del gioco e del gioco non si parla più. Le regole sono disattese, i potenti sono sempre i più forti, e da prepotenti si prendono la ragione con la forza dell’arroganza. Questo è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno in fondo fa una piega, e tutto va avanti come prima. Chi sbaglia viene premiato e chi rispetta le regole viene punito, chi usa toni intimidatori viene ascoltato, chi sta al suo posto ignorato. In effetti… proprio una metafora della vita… Sensazioni che proviamo spesso, magari sul lavoro, magari leggendo i giornali, magari nelle discussioni pubbliche.
Eppure so di gente che è tornata a Mantova ieri notte cantando lungo tutto il tragitto, nonostante quanto accaduto ieri, due settimane fa e anche a Torino. E allora penso che quella gente e tutta la nostra città non merita di tornare in serie C. E se tutto è già scritto, se tutto è già previsto, allora possiamo provare a riscrivere la storia. Abbiamo gente in campo che proprio per tutto quello che ha vissuto in questi anni può avere la forza di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Può farcela con l’orgoglio di sapere di poter sempre camminare a testa alta. E di questi tempi non è da tutti. E noi dobbiamo trovare la forza di non mollare, dobbiamo reagire, possiamo spingere i nostri ragazzi alla conquista dell’obiettivo. E anche questa è una metafora della vita…
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La vita è un dono di Dio
Inserito da Cesare43 il Dom, 08/02/2009 - 8:46pmIn questa settimana un fatto di cronaca ha messo a dura prova la mia coscienza di cristiano. Si è detto che l'Italia si è spaccata in due ovvero chi vuola salvaguardare la vita ad ogni costo e chi invece pensa di poter decidere della propria vita come meglio crede ,allargando questo concetto anche a quella degli altri. Personalmente considero la vita un grandissimo dono di Dio. Tale rimane anche quando le prove che ci vengono riservate sono particolarmente pesanti, difficili da capire e da affrontare. L'amore per noi, per il nostro prossimo, può a mio avviso aiutarci a capire quell'amore che il Signore ha inteso trasmetterci attraverso il suo grandissimo sacrificio.Ora mi pare che la fragilità dell'animo umano ed i relativi limiti rendano più difficile l'accettare con amore le prove che Dio ci ha riservato all'interno di quel dono meraviglioso che è la vita. Se da un lato riesco a comprendere quella fragilità che spesso è stata anche mia, non posso assolutamente condividere il materialismo che a volte accomuna scienza e medicina nel ritenere irreversibili situazioni che tuttosommato mettono soltanto in evidenza i nostri limiti. Oggi siamo tutti sensibilizzati ad aiutare la ricerca scientifica contro malattie di ogni tipo con l'intento di salvaguardare sempre di più la vita ; mi chiedo quindi quale coerenza ci sia nel ricercare il modo più consono per provocare la morte adducendo pur valide motivazioni. Forse serve a tutti noi quell'umiltà per riconoscere i nostri limiti pensando che dove non siamo ancora arrivati con la mente c'è sempre il cuore o meglio la fede in grado di superare qualsiasi ostacolo e di generare un " miracolo" come quello di aprire la mente od offrire l'ispirazione a scienzati, medici , ricercatori per trovare rimedi dove prima non c'era " nulla da fare".Io personalmente vivo con questa speranza .
Cesare 43
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