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Riflessioni

Ricordo di don Claudio Bergamaschi e altri amici...

Questa mattina abbiamo partecipato alla messa in ricordo di Don Claudio Bergamaschi, in occasione del ventennale della sua morte, nella Parrocchia di Santa Maria degli Angeli. Molti adulti si ricorderanno di questa preziosa figura della nostra Diocesi, impegnata nella missione di Sao Mateus in Brasile. Insieme a Don Claudio sono state ricordate alcune altre figure importanti della nostra Diocesi che hanno speso e donato la loro vita per il servizio agli ultimi. Persone che si sono sporcate le mani per sostenere, guidare, aiutare, consolare, curare gli ultimi del mondo. Gli ultimi lontani, in missione dall’altra parte del globo, e gli ultimi vicini, qui tra noi. Don Maurizio Maraglio, Suor Aurora, don Gastone Tazzoli, don Mario Chittolina, padre Tullio Favali, Don Luigi Bazzotti, don Sergio Barlottini. Molti conosceranno a vario titolo queste figure di riferimento o ne avranno sentito parlare. Don Sergio è la persona – tra queste - che più ho incontrato sul cammino. Quando penso a cosa vuol dire rendere vita concreta il Vangelo di Cristo, mi viene in mente lui, quello che ha fatto, in carcere, nella Comunità di recupero per tossicodipendenti di San Martino Gusnago, e in mezzo a noi, con una semplicità che rendeva normale un ministero davvero speciale. Era riservato ma anche diretto, animato da una pervicacia e nel contempo da una dolcezza che traspariva dal suo sguardo anche quando doveva dire verità scomode, era così accogliente che diventava normale per noi ragazzi del “gruppo del Sabato sera” passare serate in Comunità, nel dialogo, nell’amicizia, nel gioco e nello scambio di riflessioni. Ammetto di essere stata allora abbastanza inconsapevole di quanto fosse importante ciò che quell’esperienza mi stava donando. Ma a distanza di tempo sento quanto abbia significato l’incontro con quella persona, con quel tipo di servizio gratuito, con quel dono di sé totale e senza riserve, con quello stile di vita che lui aveva abbracciato.
Oggi la Messa agli Angeli è stato un momento molto coinvolgente, grazie alle tante persone che hanno conosciuto queste figure, e ne hanno testimoniato il messaggio, soprattutto perché non è stata una memoria chiusa e fine a sé stessa, ma ha generato la necessità nei presenti di provare a farsi concime per far germogliare quei semi così fruttuosi chi il Signore ha gettato a piene mani fra noi.

Questa preghiera, che oggi chiudeva il volantino della Messa in ricordo di questi amici che sono andati avanti sul cammino, accomuna lo spirito che con la loro vita ci hanno voluto comunicare.
Non ti arrendere mai, neanche quando la fatica si fa sentire, neanche quando il tuo piede inciampa, neanche quando i tuoi occhi bruciano, neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati, neanche quando la delusione ti avvilisce, neanche quando l’errore ti scoraggia, neanche quando il tradimento ti ferisce, neanche quando il successo ti abbandona, neanche quando l’ingratitudine ti sgomenta, neanche quando l’incomprensione ti circonda, neanche quando la noia ti atterra, neanche quando tutto ha l’aria del niente, neanche quando il peso del peccato ti schiaccia… Invoca il tuo Dio, stringi i pugni, sorridi… e ricomincia.”

Doveroso ricordo della Prof. Maria G. Grassi

Sabato 22 ottobre Dio ha chiamato alla vita eterna la Prof. Maria Giustina Grassi, ben nota docente all'Istituto di Arte cittadine e stimata stusiosa di arte della nostra città. Per non brevi anni si è occupata di storia della chiesa di S. Egidio e in particolare delle numerose tele che la ornano, ma anche di Santo Spirito, come testimonia il volume ad essa dedicato. Diversi studi sono pubblicati su questo sito, e invito a rileggerli. Per numerosi anni è stata una firma costante anche del nostro giornale Diapason.  La nostra riconoscenza non riuscirà a uguagliare l'impegno e la simpatia con i quali ha indagato le vicende delle nostre chiese e seguiva con grande discrezione la vita della comunità. Cercheremo un modo per onorare tanta intelligente generosità.

E ora salga a Dio la nostra preghera di suffragio per lei.

Timore e speranza per l'Europa

Le crisi come quella che sta vivendo la Grecia spesso richiamano o scatenano problemi ancor maggiori, se non veri e propri fantasmi. Uno in particolarre mi è sembrato emergere o ritornare in questi giorni: la contrapposizione tra Germania e Grecia. La Germania viene rapidamente ributtata sul proprio terribile passato (quello della seconda guerra mondiale e del nazismo), e la Grecia identificata come un ingenuo Davide di fronte a Golia. Ho avvertito il ritorno di fantasmi, e ho pensato: ecco qual è la grazia, il dono dell'essere Europa. Essere EUROPA significa anzitutto impedire la reviviscenza di fantasmi e di pregiudizi nazionalistici, che nei momenti di crisi economica e politica evocano l'odio collettivo e preparano la macchina della guerra. Europa per me significa anzitutto che, a differenza dei decenni e secoli precedenti, da settant'anni (più o meno quelli della mia vita) un'ampia regione, Italia compresa, non ha ingaggiato né subito guerre ... con tutto ciò che esse comportano! Grazie Europa, coraggio Europa, c'è ancora molto da fare!

Incontro con P. Luigi Caramaschi

Mercoledì 28 febbraio il gruppo di quinta elementare ha incontrato, dopo essersi ben preparato, don Luigi Caramaschi, da molti anni missionario nella storica missione mantovana di Sao Matéus, nel nord del Brasile. L'incontro è stato molto interessante, e anche don Luigi ha mostrato il suo entusiasmo.

GRAZIE!

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