ore 5.30 - No! non è un errore di digitazione! Daniele ha bussato alla nostra porta quando ancora la nostra mente era immersa nel peregrinare disordinato dei sogni. Ma eravamo tutti decisi a vedere i camosci quella mattina, ergo: gambe in spalla!

ore 5.50 - Una ricca e sostanziosa colazione a base di cioccolato caldo e cappuccino è proprio quello che ci vuole per affrontare il gelo degli albori. Anche se all'esterno non c'era alcuna traccia della luce dell'aurora.

ore 6.15 - La preparazione è macchinosa poichè gli strati "a cipolla" dal nostro abbigliamento sono diversi e ingombranti, ma poi, quando tutto è pronto, per i Fantastici Quattro comincia il viaggio più avventuroso di questo splendido weekend. Si faceva fatica a vedere a un palmo dal naso e ci si doveva basare su una flebile luce che muoveva circospetto Daniele, che ci precedeva. All'inizio il percorso è piuttosto tranquillo, eccezion fatta per qualche torrentello ghiacciato che rischiava di farci capito(mbo)lare.

ore 7.30 - Alle prime luci dell'alba avevamo già perso da tempo l'orientamento e anche qualche strato della cipolla di vestiti che ci copriva! La camminata, insieme ad un goccio di ottimo tea-rum, preparato dalla nostra impeccabile e previdente guida, aveva riscaldato le membra dei quattro "escursionisti per caso".

ore 8.15 - La stradina si fece impervia e cominciò lo show: un festival di scivoloni e cadute risoltesi fortunatamente solo con qualche dolenza, per così dire, posteriore. E mentre i nostri eroi si districavano fra le fitte fronde, il boss Daniele, dall'alto della sua posizione, incurante dei nostri sforzi scattava impietosamente istantanee piuttosto simpatiche e bizzarre.

ore 10 - Dopo un breve ma intenso passaggio per un sentiero non segnato, (come se tutto quello fatto precedentemente lo fosse), abbiamo raggiunto un piccolo spiazzo, su una scarpata. Da lì avremmo dovuto vedere camosci zampettare per la vallata come nelle scene di Heidi dei tempi migliori. Lo spettacolo però non ci ha delusi, nonostante dei camosci nemmeno l'ombra (i versi sì però). Davanti a noi i tre corni della Van Grande innevati, circondati dal  bagliore rosso del sole che cercava faticosamente di sovrastare le montagne.

ore 10.30 - Dopo una sosta meritata si ritorna! Stavolta il percorso aveva l'aggravante di essere in discesa. Dopo uno sguardo attonito che ho scambiato con gli altri compagni, abbiamo deciso che se volevamo far sapere al mondo della nostra storia sul sito parrocchiale, avremmo dovuto farci coraggio e ritornare a valle.

ore 10.45 - 12 - La discesa è stata, se possibile, ancora più comica della salita, tra risate e curiosità. Io, Caesar, sono stato ribattezzato Tarzan, per la mia ineffabile abilità di passare da un tronco all'altro, da un ramo all'altro (non sempre in grado di sostenere i miei 3/4 di quintale), caratteristica peculiare del famoso eroe dei film e dei cartoni animati. Ale invece aveva la sindrome del Salvatore, immolandosi appena uno di noi metteva il piede in fallo.

ore 12 (circa) - La scena epica: Ale fa pressione su un ramo che vola addosso agli occhiali di Daniele che cadono: montatura marrone su terreno marrone. Dopo ore e ore di ricerche, in lungo e in largo, sentendoci perduti per il rischio di non trovare più la strada, sono stati ritrovati, ancora salvi, a mezzo metro da lui. Il merito è stato dell'unica persona che, dopo 5 anni di liceo, ha capito che la gittata di un moto parabolico di un oggetto così leggero non poteva portare a distanze ciclopiche e che il terreno era talmente frastagliato da avere un coefficiente d'attrito elevato tale da non far cadere gli occhiali a valle nonostante la pendenza.

ore 12.30 - Dopo le ultime peripezie, siamo giunti sani e salvi al Cascate, ci siamo rinfrancati con un ottimo pasto a base di tagliatelle al ragù di lepre e abbiamo aspettato melanconicamente l'arrivo di Fausto per il ritorno. Ma prima, giù al campo...giochi sul torrente ghiacciato! Non ci facciamo mancare prorpio nulla!!!

ALLA PROSSIMA!!!!

^_^ THE END ^_^

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