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Intervista de "L'Osservatore Romano" al Presidente della Cei, Cardinal Bagnasco

In queste ore il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Cardinal Angelo Bagnasco in una intervista all'Osservatore Romano ha rilasciato molte dichiarazioni che credo siano spunti importanti per le nostre riflessioni sia perchè toccano molti argomenti che già hanno alimentato il nostro confronto sul sito (esagerando potremmo immaginare il Cardinal Bagnasco come utente del nostro Forum visto che esprime la sua opinione sugli argomenti trattati in questi giorni) e soprattutto perchè ci chiama in causa direttamente chiedendo ai cattolici più coraggio e coerenza nel dibattito pubblico.

Di seguito l'intervista completa da "L'Osservatore Romano"

La vicenda della mancata visita del Papa alla Sapienza ha posto di nuovo con evidenza la questione del rapporto fra laici non credenti e cattolici. Crede che si possa parlare di un clima mutato in Italia nel rapporto fra Chiesa e società?

Il rapporto tra Chiesa e società in Italia è un rapporto di grande stima e di estrema vicinanza popolare. Non sono episodi, pure gravi e incredibili, come quello della mancata visita del Papa alla Sapienza che possono pregiudicare un'intesa e una positiva collaborazione, che sono e restano nei fatti.

Pur essendo stata la dimostrazione di una parte ridotta della popolazione universitaria, questa contestazione ha portato alla fine alla necessità di annullare la visita. Perché tutto questo è accaduto?

È necessario recuperare una forte cultura della legalità e il senso vero del dialogo e della democrazia, per cui ognuno nel rispetto effettivo degli altri possa esprimere in modo sereno le proprie idee.

Nella sua prolusione alla riunione del Consiglio permanente della Cei lei fa riferimento anche della perduta capacità di costruire insieme lo sviluppo del Paese. Cosa si può chiedere ai cattolici per favorire una ripresa dell'Italia sotto questo aspetto?

È importante che i cattolici portino il contributo di valori spirituali ed etici nel dibattito pubblico. Questo compito deve essere peraltro interpretato con maggiore persuasione e capacità di argomentare rispettosamente le proprie convinzioni, sapendo che esse nascono sia dal Vangelo come anche dal senso comune della vita. Per questo i cattolici non vogliono imporre una visione religiosa, ma proporre dei valori universali. Beninteso, l'argomentazione più credibile nasce sempre dalla testimonianza della vita.

La crisi della politica italiana, di cui si parla, è spesso considerata crisi dei valori. Che ruolo hanno gli ideali nella politica? Ha ancora senso parlare di "questione morale"?

Non esiste politica senza alti ideali spirituali e morali. La politica infatti ha come scopo la giustizia che è anzitutto una virtù morale. Essa richiede pertanto da parte di tutti coloro che si occupano di politica un alto senso della persona umana, della vita e della famiglia.

Sviluppo economico e solidarietà spesso appaiono come elementi antitetici. È solo un'apparenza?
Si può realmente sperare in una via diversa di sviluppo?

È bene far crescere sempre di più il rapporto dinamico ed imprescindibile tra economia e solidarietà. Ciò comporta innanzitutto che il senso del bene comune prevalga sugli interessi individuali.

"Morti bianche", bassi salari e stipendi: esiste in Italia un'emergenza lavoro che interpella la Chiesa?

La Chiesa è interpellata da tutti i problemi dell'uomo, perché la fede salva, illumina e ispira tutta la vita. Grazie alla sua particolarissima vicinanza alla gente nelle parrocchie e nei gruppi, la Chiesa condivide i problemi anche economici che colpiscono, che assediano i singoli e le famiglie. In particolare mi riferisco a due emergenze: le famiglie con bambini che faticano ad arrivare alla fine del mese e le persone sole che vivono il dramma di un certo isolamento.

La Chiesa fa spesso appello ai valori cristiani dei politici credenti. C'è anche un'emergenza legata ai comportamenti civici del semplice cittadino?

La responsabilità di un Paese non riguarda solamente le istituzioni, ma tutti i singoli cittadini. Il cristiano trova nella propria fede un motivo ulteriore per partecipare cordialmente e attivamente alla vita pubblica.

Dopo la moratoria sulla pena di morte, la moratoria sull'aborto. Come si pone e si porrà in futuro la Chiesa in Italia nei confronti di quest'ultima iniziativa?

La Chiesa ribadisce come sempre che l'aborto è un crimine, come ricorda anche il Concilio Vaticano II. In questo momento storico si auspica realisticamente almeno l'applicazione più incisiva di quelle parti della legge che tutelano la maternità e inoltre che si prendano in seria considerazione i risultati della ricerca scientifica.

In riferimento all'enciclica Spe salvi lei parla della "restaurazione del paradiso perduto non più attraverso la fede ma attraverso lo sviluppo scientifico". L'uomo moderno crede cioè di raggiungere l'immortalità senza Dio? O semplicemente ha perso la speranza dell'immortalità?

Ritengo che sia necessario, come ci insegna anche il Papa nella Spe salvi, annunciare in modo più esplicito e sistematico il vero destino dell'uomo: la vita eterna, che è quella pienezza di felicità, senza fine, che il cuore di ognuno in ogni epoca coltiva. Una pienezza assoluta che - occorre ricordarlo - non è nelle mani dell'uomo, che assoluto non è e non sarà mai.

Sui temi moralmente più impegnativi, lei ha detto che occorre fare ricorso al voto di coscienza, libero da qualsiasi mandato elettorale. Ma quale dovrebbe essere il comportamento di un politico cristiano di fronte alla possibilità che tale voto di coscienza possa aprire altri scenari negativi? In altri termini, esiste una gerarchia nella priorità dei valori cristiani da difendere?

Benedetto XVI ha spesso ricordato che esistono valori non negoziabili che sono costitutivi della persona umana e che pertanto non ammettono compromessi o mediazioni. In questo caso non solo sarebbero negati, ma verrebbe meno il fondamento stesso della dignità della persona umana, che sarebbe consegnata alle opinioni dominanti, secondo gli interessi e le utilità del momento.

(©L'Osservatore Romano - 23 gennaio 2008)

Cardinale Bagnasco: un paio di riflessioni

Mi riferisco alla quarta e alla quinta risposta del Cardinale alle domande dell'Osservatore, rispettivamente "Non esiste politica..." e "E' bene far crescere...".

Il Cardinale dice che "la politica ha come scopo la giustizia...". Se questo è, mi chiedo come mai la Cei sia così impegnata nel sostenere il centro destra berlusconiano che della giustizia ha un concetto molto personale. Al centro destra italiano, attuale, non interessano principi di equità e giustizia che valgano per il tessuto connettivo del Paese, interessano invece le pillole di giustizia che curino gli interessi del  capo supremo, l'imprenditore Berlusconi. Come mai la Cei, così impegnata in politica, in quella politica, non li richiama per il bene del Paese?

La risposta successiva si innesta sulla precedente, completandola. Si dice infatti "...il senso del bene comune prevalga sugli interessi individuali".

Ma quando? Ma chi? E la Cei resta a guardare. Anzi a incoraggiare.

Con molta amarezza affido a questo bellissimo e appassionante sito le mie riflessioni. Amo il mio paese e il mio prossimo, soffro degli spettacoli miserabili della politica e soffro per la mia personale impotenza. Se fossi a capo della Cei...

pensiero...

Mi rendo conto, e più che mai di questi tempi, che lo spettacolo complessivamente offerto dalla politica è davvero di basso profilo, e non solo in Italia. 
Forse i modelli della partecipazione non tengono più il passo con l'evoluzione complessiva tanto accelerata del nostro mondo, forse la chiara prevalenza dei poteri economico e mediatico su quello politico rendono più che mai improbo quel ruolo di indirizzo al "bene comune" che tutti desidereremmo tanto la politica assumesse, forse le sfide planetarie in gioco hanno assunto un carattere di complessità troppo difficilmente dominabile... fatto sta che il compito che attende oggi la politica è davvero molto arduo ...

Ciò non toglie (anzi!!!) che la nostra passione di cittadini dovrebbe restare sempre accesa e partecipata, ma mi piacerebbe - naturalmente questo è solo un mio desiderio e nulla più... - che noi, qui nel piccolo di questo Forum, tentassimo il piccolo esercizio di non partecipare al gioco di demolizione e demonizzazione di questa o quell'altra parte, di questo o quell'altro personaggio... mi piacerebbe piuttosto che ci sforzassimo sempre di alimentare un confronto ed una crescita reciproca nel merito delle varie questioni e tematiche, rimandando alle modalità che poi ciascuno desidera assumere le prese di posizione a valenza più propriamente politica ...

La mia, beninteso, è solo un'ipotesi di lavoro che vi giro... credo tuttavia che questa posizione di riferimento abbia qualche pregio:

  • lascia aperti tutti gli spazi di confronto, accogliendo ogni divergenza di vedute e di posizioni nel merito delle questioni
  • evita di prestare il fianco alle stucchevoli e antipatiche ideologizzazioni (tutt'altro che laiche...) che ci vengono costantemente inflitte dal nauseabondo dibattito mediatico attuale
  • è un buon antidoto contro quel "muro-contro-muro" che mi pare minare e insterilire anche troppo il confronto attuale
  • incentiva l'attitudine ad un più profondo rispetto di tutte le posizioni politiche

muro contro muro?

Ho reso esplicite le mie riflessioni sull'intervista di Bagnasco per sollecitare il giudizio critico in chi, eventualmente, legga.

Quello che più temo, ed è un virus diffuso tra credenti e non, tra cattolici e non, è la soggezione acritica alle affermazioni di chi governa.

Sia che governi la Chiesa sia che governi il Paese, sia che appartenga alla maggioranza sia all'opposizione.

Esercitare il dissenso, il diritto alla critica sta alla pari con l'esercizio del diritto alla parola.

Spero che non si confonda l'esercizio critico con una ottusa, ideologica posizione "di muro contro muro".

Penso, inoltre, che non si possa prescindere, in qualunque incontro illuminato, sia dalla fede che dalla ragione, dalle riflessioni sul nostro vivere civile.

L'appartenenza religiosa oggi è intrisa di vivere civile ed è lì che l'individuo si fa uomo, nell'intreccio tra le proprie aspirazioni metafisiche e l'impegno nel vivere civile, che è il nostro faticoso vivere quotidiano.

Sono solo riflessioni...a voce alta

Condivido le tue riflessioni

Condivido le tue riflessioni a voce alta: sono totalmente d'accordo sull'importanza e anzi direi l'assoluta necessità di formarsi un giudizio critico, intelligente e personale sulle cose... e d'altronde, cara Gis, quale altro senso potrebbe avere il Forum di un piccolo sito parrocchiale come questo? Non certo quello di far risuonare un pensiero e una voce unica e acritica, garantisco che ce ne risparmieremmo volentieri tutti quanti l'impegno!!! 
Direi invece esattamente il contrario: ampliare quanto più possibile il dialogo accogliendo con entusiamo i contributi di tutti per allargare la coscienza, il cuore e la mente ...

Il senso del mio precedente intervento era in effetti diverso, e scusami se il poco tempo e la fretta di sempre l'hanno reso poco comprensibile: l'idea che centrare il focus sulle INDUBBIE (nel senso che spesso sono tanto evidenti che in effetti non resta proprio nulla da discutere!!) meschinità di questo o quell'altro personaggio pubblico non ci porterebbe tanto lontano.

I personaggi - grazie a Dio e grazie a tante coscienze/menti ben formate! - passano. Coscienze e menti ben formate invece restano per mantenere vivo un dialogo ricco, oltre che per operare concretamente nella vita e nell'impegno di ogni giorno...

Strade nuove per il confronto?

Riguardo all'intervento di Gis (che saluto e ringrazio per la sua partecipazione e prontezza nel rendere vivi gli argomenti di discussione), mi sento di esprimere la mia opinione. Credo che nel nostro Paese oggi ci sia per ogni parte politica un concetto molto personale di giustizia tant'è che se un giudice indaga contro Berlusconi è un eroe ma se indaga dall'altra parte scattano gli scandali e si arrivano persino a sostituire i giudici come De Magistris oppure,  con un pesante esercizio di  potere le più alte cariche  istituzionali come il Generale  della guardia di Finanza.

Il Cardinal Bagnasco sono sicuro che non voglia difendere, appoggiare o sostenere alcun personaggio politico ma sarei al contrario sorpreso e preoccupato se lo sentissi parlare a favore delle coppie di fatto, dell'aborto, dei matrimoni omosessuali, del divorzio veloce, dell'aumento legalizzato delle dosi delle droghe "leggere", tutte cose che è innegabile siano parte del programma e ispirazione di una parte politica rispetto all'altra.

Se ho ben interpretato le tue parole Leo sono in accordo con quanto scrivi. Ritengo a questo punto auspicabile per il Forum e soprattutto utile per un confronto  tra di noi il non cadere nel teatrino della politica accusando o sostenendo un espononte rispetto ad un altro. Così facendo rischieremmo di arrivare ad un botta e risposta continuo che comunque non porterebbe nessuno a smuoversi dalla propria opinione e convinzione. Certo mi rendo conto che il non addentrarsi in dibattiti politici sia molto difficile rispetto a quanto sta accadendo in quanto il tutto è strettamente legato alla politica del nostro Paese. A questo punto le alternative che mi vengono in mente per proseguire il dialogo in maniera costruttiva sono 2 e sono le seguenti:

1- Teniamo il profilo della discussione su un piano strettamente culturale come ha fatto il nostro amico Marko nel suo intervento senza  però di fatto esprimere i propri convincimenti in merito all'accaduto

2- Teniamo un profilo d'opinione cercando  però di non andare nello specifico delle persone (dove facilmente potremmo cadere in giudizi sui singoli) ma riferendoci in generale ad orientamenti  oppure meglio ancora a proposte e programmi concreti delle parti politiche senza cadere nell'attacco/difesa dei singoli individui.

Un grosso saluto a tutti

...sia tu Leo che Gis

Premessa: sia tu Leo che Gis, siete stati velocissimi ad interagire!!! ... inserisco, in ogni caso, le riflessioni originarie che i vostri interventi mi hanno stimolato questa mattina dopo averli letti ...     

Grazie Leo per il tuo intervento “metodologico”. Ma forse bisogna avere un po’ più di fiducia nella capacità critica di chi legge gli interventi. Capacità critica che, peraltro, spero aumenti anche grazie alla qualità delle riflessioni offerta all’interno del nostro sito. Trovo molto interessante e arricchente che le persone ritengano di poter intervenire con una certa libertà su temi “critici”. Cosa che io ho trovato difficile fino a questo momento. Forse, proprio perché è prevalso il timore, come dici tu, di “prestare il fianco alle stucchevoli e antipatiche ideologizzazioni (tutt’altro che laiche)”.

Entro nel merito.

Le persone che occupano ruoli pubblici si espongono per definizione alle lodi o alle critiche. Bagnasco come Prodi, Berlusconi come Mastella ed anche e soprattutto il nostro Papa Benedetto XVI (per citare la ribalta politica di questi giorni). Le loro esternazioni non sono certo irrilevanti come possono esserlo le mie. E il nostro stesso Papa   Benedetto, con tutto il rispetto possibile, non può pensare che la gente “comune” vada a leggersi interi complicatissimi (per i più) trattati di teologia per comprendere il suo pensiero e l’orientamento della Chiesa oggi, mentre sicuramente  la gente comune vede il “ritorno” del latino a messa  o le spalle ai fedeli in Cappella Sistina. 
Non credo si possano tacitare le persone che colgono alcuni aspetti quantomeno degni di essere sottolineati se non proprio approfonditi delle informazioni proposte dai media (che, peraltro,  tutti i soggetti pubblici utilizzano pienamente e dei quali conoscono, senza alcuna ingenuità, pregi e difetti). Senza con ciò voler mancare di rispetto alle posizioni intellettuali (politiche, filosofiche, etiche….) di ciascuno o di interi gruppi, senza voler creare “muro-contro-muro”. Ringrazio quindi anche te, Gis (non so se sei uomo o donna …. facciamo donna!!!) perché, un po’ come me, non sei particolarmente diplomatica … ma hai espresso un disagio che provo anch’io e se qualcuno vuole ridurre e banalizzare il problema a Prodi/Berlusconi, comunisti/cattolici, destra/sinistra faccia come meglio crede.

Cara mariangela,

Cara mariangela, l'intervento di leo credo abbia fatto sufficiente chiarezza sulla natura del forum: ecumenico, onnivoro senza, ovviamente, travalicare i limiti del buon senso e della buona educazione.

E penso che non possa essere altrimenti.

Immagino, infatti, che un forum parrocchiale destinato esclusivamente a certi temi sia destinato ad estinguersi, in un tempo anche breve

Perciò pronunciati senza esitazione: la tua vivacità sarà linfa vitale per il forum e i suoi frequentatori

Poi, a mano a mano che il Forum crescerà i suoi lineamenti si definiranno e comunque l'accorta e vigile presenza dell'ottimo Leo segnalerà eventuali sconfinamenti e suggerirà, amabilmente, cambiamenti di rotta, laddove ritenuto necessario o solamente opportuno.

Complimenti per l'intuito: sono, infatti, una donna.

 

 

 

 

Sensibilità per la verità e sensibilità per gli interessi

"La sensibilità per la verità sempre di nuovo viene sopraffatta dalla sensibilità per gli interessi."
 

Mi pare che questa frase di papa Benedetto XVI nel suo discorso preparato per l'Università La Sapienza possa interpretare qualcosa della discussione che si sta svolgendo sul forum. Come dice il papa è importante anche lo "sfondo storico dell'umana sapienza", che si fa in qualche modo garante della ragionevolezza e quindi di una dimensione della verità.
 

Non va allora trascurata, accanto alla dimensione concettuale e teorica, anche quella relazionale: "Beninteso, l'argomentazione più credibile nasce sempre dalla testimonianza della vita." (Cardinale Bagnasco).

Allora non mi sconcerta che l'aspetto relazionale (da intendersi in senso ampio, come rapporti negli ambiti della vita, contesto, insieme dei motivi sul campo, delle mosse e contromosse politiche o meno - ma fino a che punto la cultura non è politica?, quali sono le inevitabili visioni soggiacenti che legano le visioni politiche - in senso alto - con quelle culturali?) prevalga sulle buone dichiarazioni, le buone intenzioni, i buoni sentimenti veri o dichiarati.

Il problema è, come suggeriva qualcuno, di fare i passi secondo i termini della comunicazione e della situazione reale, consci delle aspettative, delle malizie (astuti come serpenti), delle credenze (vere o false, o imprecise, o malevoli...), delle "sensibilità per gli interessi" in campo (in tutti i campi!!), capaci di disinnescare le conflittualità o di prevenirle anche a discapito di dover tacere, mi pare.

Testimoniare una via della verità lo si può fare in più modi, ma, ritengo, non pensando di detenere la verità e neppure non tenendo in conto di chi pensa che qualcuno lo possa pretendere - a ragione o a torto (ma qui come fare a ridefinire o recuperare, se caso, l'incidenza di spesso oggettivi atteggimenti della gerarchia e dei laici o dei singoli "personaggi" laici? non fa parte del contesto, questo?) .

Siamo vincolati gli uni agli altri. E i vincoli vanno svolti (anche con gli algoritmi, volendo), non negati. Prendere le cose a pezzi, se è un corretto procedimento analitico, non ritengo sia un corretto procedimento né argomentativo, né esistenziale (che sono per essenza sintetici). Anche in questo senso la verità è storica.

ciao a tutti, Roberto

riflessione...

Questa appassionante discussione mi fa venire una brevissima riflessione che non entra nel merito del discorso, ma che sento molto importante come metodo di relazione in generale. Registro che qui parliamo tra persone che tutto sommato condividono un substrato comune, un'appartenenza alla stessa comunità, una esperienza di fede. Molti di noi sono cresciuti in questo ambiente traendone insegnamenti e spunti per la vita. Eppure i nostri discorsi, le nostre opinioni, i nostri ragionamenti sono (per fortuna, quale ricchezza!) molto diversi, le sfumature sono importanti, i punti di vista e le articolazioni dei discorsi ampiamente differenti. Allora credo che si possa concludere che appena si va un po' in profondità bisogna andare oltre le "etichette" che appiattiscono la realtà e semplificano il discorso, ma non danno ragione delle sfumature. Credo sia difficile, ma non impossibile... e nel contempo molto più gratificante ed arricchente. Buona discussione a tutti! Cri