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Cosa è morto con i ragazzi della Thyssen

Mi permetto di segnalare all'attenzione di tutti, dei giovani specialmente, oltre che di ogni cristiano lavoratore, una testimonianza semplice, vera, drammatica, coinvolgente sull'incidente occorso alla fabbrica torinese della ThyssenKrupp: con sette (uno, un altro, un terzo, un altro ancora, poi ancora uno, un altro, un altro ancora...) operai morti.
E la lista in Italia, ma non solo, si allunga fino all'inverosimile...

E' un articolo di EZIO MAURO sul quotidiano la Repubblica di venerdì 11 gennaio 2008, alle pagine 1-6-7, dal titolo

 

COSA E MORTO CON I RAGAZZI DELLA THYSSEN

 

Clicca qui per leggere l'articolo...

 

Una copia dell'articolo è reperibile in canonica.

A lettura avvenuta possiamo ragionarvi insieme.
Buona settimana!

AllegatoDimensione
Thyssen.pdf107.31 KB

i diritti dei lavoratori

Anche se un po' scoraggiato dal vedere che nessuno interviene su questo forum, che a mio avviso tratta un tema tutt'altro che di secondaria importanza, pensando soprattutto  a chi lavora o, come me, sta per immettersi nel mondo del lavoro (e magari in un certo senso già vi si trova inserito),  e ancor più pensando a chi svolge o è in procinto di svolgere  lavori  particolarmente  disagevoli,  ho deciso di porre alla vostra attenzione questo articolo tratto dalla Stampa di domenica 24 febbraio, in cui viene denunciata la trascuratezza delle elementari norme di sicurezza che dovrebbero essere rispettate  per  tutelare il diritto alla vita, oltre che alla dignità, di ogni  lavoratore. Ecco il link: www.lastampa.it/search/articolo.asp

Non dimenticate mai che prendere visione della realtà è essenziale se vogliamo vivere in una dimensione più sicura, e sarebbe molto utile non solo leggere l'articolo, ma eventualmente anche porlo all'attenzione di amici o conoscenti, proprio come sto facendo io adesso. Infine raccomando a tutti di intervenire nei vari argomenti di discussione, poiché si tratta di temi di notevole importanza. Ringrazio tutti anticipatamente.

ricordo

In questo primo maggio, festa di tutti i lavoratori, di cuore desidero dedicare un particolare ricordo alle vittime del rogo della Thyssen, alle loro famiglie e a tutte quelle persone che hanno perso la vita o hanno riportato gravi danni fisici per situazioni lavorative poco o nulla sicure e rispettose.

La politica balbetta, i piccoli interessi di parte prevaricano i diritti civili individuali: quantomeno non venga meno la nostra solidarietà a tante famiglie ferite che ogni giorno piangono le loro persone.

Mi fa molto piacere che

Mi fa molto piacere che qualcun altro oltre a me sia intervenuto su questo argomento. Anche se in ritardo (in questa fase sono molto preso da diverse cose, tra cui la ricerca di un lavoro), anch'io desidero ricordare tutte le vittime del mondo del lavoro, e desidero anche lanciare un appello affinchè sia i ministri che i datori di lavoro prendano seria coscienza del fatto che si va a lavorare per vivere, non per morire. Mi auguro che questo appello sia ascoltato da chi di dovere.

morti bianche

Ancora riguardo le morti sul lavoro: sulla Stampa di alcuni giorni fa, se ricordo bene il 21 gennaio, in un piccolo margine era riportato il numero delle morti sul  lavoro avvenute nel nostro paese dall'inizio del 2008: le morti erano 57. In 20 giorni, dunque, ci sono state 57 morti dovute a incidenti sul lavoro, ossia una media di circa 3 al giorno. Mantenendoci su questa media, in un anno in Italia muoiono quasi 1100 lavoratori. Suggerisco a tutti di riflettere su questi numeri, e di meditare in che razza di società ci tocca vivere. Non dimenticate, infine, le numerosi morti avvenute nella provincia di Mantova negli anni passati.

che schifo!

E' veramente raccapricciante pensare che nel tuo paese succedano cose del genere!! Vi rendete conto? Sette onesti lavoratori morti, e in un modo terribile. Anche le morti sul lavoro sono una vera e propria strage, un esercito di cadaveri. Da quanto ho letto, mediamente all'anno si verificano oltre 1000 morti bianche. Anche oggi sul giornale ho letto di un infortunio sul lavoro dall'esito mortale, avvenuto a Venezia. Tutto ciò dimostra chiaramente, oltre al fatto che viviamo in un paese del terzo mondo, che per gli onesti lavoratori non vi è alcuna considerazione: oltre a lavorare sodo e prendere poco, sono condannati a subire una simile strage. Quanti sono all'opposto quelli che non lavorano, o lavorano pochissimo, e percepiscono stipendi da capogiro? Il mondo va proprio alla rovescia: per prendere bene e vivere sicuro devi non lavorare, se lavori lo fai a tuo rischio e pericolo e se ti va bene prendi il necessario per sostentarti e non crepare di fame. E poi vi sono i datori di lavoro, che sostengono solo i tuoi doveri e i propri diritti, ignorando i propri doveri e i tuoi diritti. Ecco allora che ti trovi a lavorare tanto, prendere poco, e lavorare in condizioni di sicurezza fatiscenti, con la morte che incombe ogni minuto: più che al lavoro, parrebbe di andare in guerra. E poi i capi della Thyssen hanno anche accusato i sopravvissuti di fare della pubblicità negativa e le vittime di trascuratezza. Ma dove viviamo, nel Medioevo??