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Si inizia col presepio!

Da venerdì scorso quattro giovani uomini (Alessandro, Andrea, Massimiliano, Stefano) stanno lavorando intensamente per predisporre il nuovo presepio del Natale 2012 in S.Egidio. Già l'anno scorso ci hanno regalato un'opera bellissima e coinvolgente. Promettono qualcosa di più per questa nuova edizione. Sono certo che non saremo delusi. In Santo Spirito due giovani nonni rinnovano di anno in anno la loro proposta: davvero il Natale offre spunti inesauribili. Complimenti anticipati anche a loro!

Fare il Presepio: arte, armonia e... immagini

Tratto da Diapason, alla vostra attenzione ...


Fare il Presepio: arte e armonia

Arte moderna, o meglio ancora arte antica portata al presente; quale miglior definizione per il presepio dei giorni nostri.
E’ una rappresentazione che risale ai tempi del medioevo, dai quali sono state tramandate arti ed insegnamenti per meglio raffigurare la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo. Allora perché chiamarla arte moderna? Il tutto risiede nel fatto che dal medioevo ad oggi i tempi sono radicalmente cambiati, così come le persone che amano lavorare a questa opera così semplice. I modi, le tecniche, i segreti, sono passati di bocca in bocca negli anni, ma lo spirito di coesione umano, fondamentale per queste realizzazioni, ha seguito una strada parallela che è stata molto influenzata dagli avvenimenti storici e sociali che hanno caratterizzato la nostra storia.
Eccoci quindi all’anno 2012, in cui un piccolo gruppo di amici rinnova la volontà di costruire per l’ennesimo anno consecutivo il presepio di S. Egidio in Mantova, una della maggiori parrocchie della felice cittadina. Immergiamoci allora nel lavoro di questi 4 ragazzi che con tanta pazienza, iniziano ad armeggiare sotto l’altare della Pentecoste già dall’ultima decade di Novembre.
Vedendoli all’opera notiamo come i compiti principali vengano ben suddivisi sin dalla partenza del progetto, in quanto ognuno di loro ha affinato negli anni capacità dedicate ai singoli aspetti che caratterizzano il presepio. Questi spaziano dalla realizzazione delle montagne, delle grotte, dei paesi, al posizionamento pertinente delle statue, e comprende gli effetti scenici come l’acqua ed i movimenti.
Scendendo nel dettaglio, si può capire che c’è notevole difficoltà nel convogliare in un risultato omogeneo le diverse idee che piovono dalle menti in fase di progetto del layout.
Inevitabilmente nascono degli scontri, che puntualmente trovano fine in una comune decisione che è sempre la scelta che appaga maggiormente.
La parte più complessa di quest’opera è la valutazione dell’impatto estetico, che ogni elemento eterogeneo ha nell’insieme. Serve infatti la capacità di saper incastrare nel complesso ogni realizzazione o idea, che era stata prevista in fase di progettazione, in modo che l’osservatore sia deliziato da ogni particolare presente nel quadro. Il tutto deve essere armonioso e fluente, come una sonata musicale. E’ importante che non vengano creati controsensi logici e che tutto possa sembrare realtà miniaturizzata.
Questo è il motto del gruppo: ogni cosa nel posto che l’estetica le attribuisce. A questo proposito sottolineano che ogni anno, viene posta particolare attenzione al posizionamento di un piccolo cinghiale nero; loro lo chiamano “Ringhio cinghio” e amano considerarla l’immancabile mascotte del presepio.
Andrea, Stefano, Alessandro e Massi, questi i nomi dei quattro artisti, li vediamo tagliare assi, colorare pezzi di plastica, modellare cartoni, spaccare pietre nelle fredde serate di Dicembre e la cosa più bella che ne risulta è il percepire che in questo lavoro trovano divertimento, motivo di confronto (talvolta anche costruttivo) e la possibilità di condividere un progetto molto importante.

E’ anche questa la loro interpretazione del Santo Natale e questo operare, diventa un gesto molto onorevole; offrire un servizio ad una comunità cristiana. Sono spinti dalla voglia di fare sempre meglio, di inserire maggiori idee e di realizzare un’opera che sia sempre diversa da quelle degli anni precedenti e chissà, forse anche Gesù Cristo vorrà tenerne conto per il futuro.
Quest’anno inoltre, desiderano dedicare il presepio ad un carissimo amico; si tratta di Francesco Savassi, scomparso nei primi giorni di Dicembre al quale tutti loro, erano fortemente legati. Anche di fronte a situazioni tragiche di vita come questa, i ragazzi non vogliono di certo mollare la presa anzi, sono convinti che il lavoro di gruppo, sia il modo migliore per restare uniti e per dimostrare alla gente, quanto affiatamento ci sia ed il risultato che esso comporta.
Don Alberto è sempre molto generoso in fatto di complimenti, ed ogni anno sforna per loro una serie di apprezzamenti che i quatto amici non si sentono di meritare; c’è ancora tanta strada da fare e tanto da imparare in questo mestiere. Si considerano molto lontani dai grandi maestri del presepio ma sono volenterosi di migliorare anno dopo anno e di carpire tutti i segreti che questa arte nasconde. La loro evoluzione pero’ è palpabile da tutta la comunità; tutti sapranno che è
solo da pochi anni, che il luogo di costruzione si è spostato dall’angusta cappella del fonte battesimale all’altare della Pentecoste, fatto che ha reso possibile l’espansione vera a propria di tutte le idee del gruppo, che negli anni passati non potevano esprimere al meglio. Questo è stato possibile anche grazie al benestare del parroco, che nonostante la titubanza iniziale, ha concesso la svolta che ha cambiato radicalmente il modo di interpretare il presepio.
Arrivederci al prossimo anno dunque, speriamo con nuove idee che possano arricchire il bisogno di bontà e di serenità che c’è in ognuno di noi ed in modo particolare, in tutte quelle persone che si soffermano davanti a Gesù che nasce.