società e non violenza
Sono venuto a conoscenza oggi di una notizia che mi ha reso intimamente felice. Tra non molto la cancelliera della Repubblica federale di Germania, la Signora Angela Merkel, andrà in visita ufficiale in Israele. Non solo, è stata anche invitata a pronunciare un discorso addirittura alla knesset (il parlamento israeliano). Parlerà inoltre in tedesco (auf deutsch!) in quella lingua che farà rabbrividire i nipoti, presenti in parlamento appunto, dei Giudei che furono sterminati nei campi di annientamento nazisti, con gli ordini emanati in quella lingua! Un bel coraggio, un vero gesto di riconciliazione da parte di Israele. Un grande dono di Pasqua. A tutti quelli che rendono possibili tali gesti, GRAZIE!
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Memoria e venerazione del Vescovo Paolo
Ricordiamo al Signore e veneriamo la memoria del Vescovo caldeo Paolo, rapito alcuni giorni fa (durante il rapimento furono uccise tre persone!) e ieri ritrovato morto. Alla guida di una comunità cristiana di antichissima tradizione (in Iraq il vangelo di Gesù è arrivato molto presto) ha testimoniato la fedeltà della chiesa a Cristo e al popolo iraqeno, mirando al dialogo e alla riconciliazione, anche quando il suo paese è stato travolto da dittatura e terrorismo. Spesso l'ultima frontiera è la resistenza umile e fiduciosa: nella soffitta di una casa, in una chiesa, nel turbinio folle dei conflitti militari e politici. Sono le diverse figure di coloro che la Scrittura riconosce come 'figli di Dio': a chi opera il male rispondono operando il bene. E' la tragedia e la grandezza della speranza!
Grazie dell'in-formazione
Concordo con te Don,
è molto bello di questi tempi sentire notizie come questa. E quando dico "di questi tempi", non intendo che viviamo in tempi più duri di chissà quale epoca, anche se i media tendono a dare questa impressione. Intendo piuttosto che al giorno d'oggi vedo nella gran parte dei mezzi informativi a cui abbiamo accesso un pessimismo deleterio e inutile. Mi spiego. Non vuole essere il discorso qualunquista del "non guardo il Tg perche parla solo di cose brutte". Intendo qualcosa di più profondo che comprende e spiega anche la precedente affermazione. Le notizie che dominano il panorama informativo sono ormai da tempo legate a fatti "in negativo". I tre o quattro illustri omicidi a cui si suppone l'italiano medio sia interessato. Il costo della vita che rende impossibile arrivare a fine mese. L'attentato quotidiano in medio oriente. Le diatribe politiche nazionali ed internazionali. Ora, molte di tali notizie sono importanti. Anche molto importanti. Ma tutte queste cose possono essere trattate in un modo utile e "nobile", affrontando la questione in termini informativi rigorosi e offrendo stimoli di discussione propositiva, oppure si può propendere per un approccio morboso, strumentale. Spesso invece noto che la discussione si limita ad un elencazione logorroica delle opinioni dei vari partitini, che il servizio sulla strage del caso cerca di entrare nella psicologia deviata del presunto omicida tentando ricostruzioni arbitrarie e populiste, che gli attentati e gli attentatori raggiungono il loro ulteriore obiettivo di prevalere mediaticamente su chi fa sforzi concreti di pacificazione. La paura dell'attentato è molto peggiore dell'attentato. La paura di non arrivare a fine mese è peggiore della rinuncia ad alcune comodità. La paura dell'altro, del ladro, del rumeno, del pedofilo ha effetti devastanti sulla psiche di un numero enormemente maggiore di persone rispetto a quanti vegono effettivamente coinvolti in un tragico episodio. Questo non vuol dire che dobbiamo fregarcene dei problemi fingendo di vivere nel mondo fantastico. Ma che siamo chiamati a valutare l'effettivo pericolo in maniera obiettiva e sempre PROPOSITIVA, ricordandoci che una notizia non è mai soltanto in-formativa ma anche formativa. La chiave di lettura con cui ci poniamo (o veniamo posti) di fronte ad una notizia ha conseguenze importanti sul nostro comportamento. Su come viviamo e su come ci poniamo verso il nostro prossimo. Per questo è bello quando una notizia riesce a comunicare un senso di speranza, di comunione fraterna, di fiducia verso il futuro.
Non è poco.
dal Diario di Anne Frank
“... Mi è proprio impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria e della confusione. Vedo che il mondo lentamente si trasforma in un deserto, sento sempre più forte il rombo che si avvicina, che ucciderà anche noi, sono partecipe del dolore di milioni di persone, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto tornerà a volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finirà, e che nel mondo torneranno tranquillità e pace. Nel frattempo devo conservare alti i miei ideali, che forse nei tempi a venire si potranno ancora realizzare! …”