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In memoria di Gioconda

Data la meravigliosa partecipazione di molte persone alla preghiera di commiato per nostra madre Gioconda Scandola Bonandi, ci permettiamo di pubblicare le traccie della sua figura tratteggiate da noi figli Don Alberto e Pino e lette al termine della Santa Messa.

Ancora mille grazie a tutti voi che ci siete stati vicini e ci siete amici e fratelli. 


Donna forte, intelligente e bella, fiera della sua famiglia Scandola proveniente dalle montagne di Verona, famiglia provata dalla prima e dalla seconda guerra mondiale, Gioconda, classe 1915, divenne sposa nel 1942 dell’unico uomo della sua vita, Gino Bonandi. Felice e orgogliosa dei suoi due figli, si dedicò con grande passione ed equilibrio alla famiglia: dai servizi quotidiani alla buona cucina, dal ricamo paziente e artistico alle amicizie. Sempre operosa dal mattino alla tarda sera, ha goduto anche di una robusta salute, che, insieme alle umili gioie e alle immancabili prove della vita le permettevano di ripetere, con candore e in tutta sincerità, specie negli ultimi anni: ‘Ringrazio Dio, perché ho fatto una bella vita’. Gli ultimi venti anni li ha trascorsi in questa comunità parrocchiale di S. Egidio, che con crescente simpatia e amicizia l’ha accolta insieme a Gino, tanto da diventare quasi impercettibilmente punto fermo di non poche Messe e di numerose amicizie. La fede di Gioconda era retta e semplice: alimentata dalle Sacre Scritture, lette quasi ogni giorno, dalla Santa Messa quotidiana e dagli altri Sacramenti, dal Catechismo degli Adulti, dalle opere di carità. Il resto era una profonda serenità interiore, un acuto senso di rispetto e riservatezza per la propria e l’altrui persona, un grande amore per la sua famiglia. All’eucaristia, appena celebrata, di Gesù al Padre uniamo il grazie di Gioconda a Dio e il nostro grazie a lei. E noi figli partecipiamo questo grazie a tutti voi che ci siete fratelli e sorelle nella vita di fede. 

preghiera per Gioconda

16 giugno 2008

Ogni nostra preghiera, oggi, è resa ricca dai significati belli che la nostra sorella Gioconda, con la sua vita e la sua presenza, ha lasciato impressi in ciascuno di noi.

E certo un grande senso di gratitudine è legato al dono che Gioconda, in quanto madre di don Alberto, ha fatto alla Chiesa mantovana ed in particolare alla nostra comunità di Sant’Egidio. Dono semplice, limpido, gratuitamente ricevuto e poi gratuitamente offerto, proprio come Maria, con umiltà e spontanea riservatezza.

Un secondo significato forte è legato al modo della sua presenza nella nostra comunità. Mi è particolarmente caro il ricordo della messa vespertina in Sant’Egidio, esperienza di una piccola e calda comunità raccolta intorno all’altare con don Alberto, e la sorella Gioconda sempre presente, discreta, immancabile testimone della fede che sa unire.

Un ultimo, semplice ricordo è legato al modo di accogliere di Gioconda: essenziale, spontanea, delicatamente affettuosa, capace con poche parole di arrivare al cuore delle persone.

Ringraziamo il Signore per i doni che abbiamo ricevuto nel nostro personale incontro con la sorella Gioconda, e preghiamo perché il Signore la accolga fin da subito tra le sue braccia, nella comunità dei suoi Santi.

Per questo noi ti preghiamo