Lettera Santo Natale 2007
SANTO NATALE DEL SIGNORE GESÚ CRISTO - 2007
Meditazione
Dalla più tenera infanzia all’età adulta ci identifichiamo come piccoli o grandi: per il numero degli anni, per la statura, per la condizione sociale, per la visibilità mediatica, ecc. Probabilmente dobbiamo riconoscere che per molto tempo della vita non siamo molto dalla parte dei grandi, ma per i più svariati motivi ci troviamo dalla parte dei piccoli. A volte una fragile salute ci rende dipendenti; altre volte l’età ci pone dei limiti. Inoltre anche nel fiore degli anni si sperimentano dolorose sconfitte: la persona amata abbandona, il figlio tanto servito imbocca una strada sbagliata, il lavoro preoccupa fino all’oppressione, il cuore indurito non riesce a perdonare o a impegnarsi, la preghiera inaridisce. Il sogno di grandezza svanisce rapidamente, e se qualche momento di gloria è stato vissuto, un giudizio spassionato mostra che forse non vi mancava un tratto di prepotenza. Che cosa è dunque la grandezza dell’uomo?
Una risposta esauriente a questa importante domanda supera probabilmente le nostre capacità. Comunque proviamo ad affrontarla come farebbe un cristiano. Poiché un cristiano parte da Dio, e Dio si è mostrato nella vicenda di Gesù Cristo, l’avvio è molto promettente. Infatti Gesù è, secondo la professione di fede cristiana, il Figlio eterno di Dio divenuto uomo, dunque bambino. Di fronte a lui, deposto in una mangiatoia, che diremo: grande o piccolo? Diremo ambedue, poiché egli abbraccia, anzi è totalmente grande e completamente piccolo; anzi ama la sua grandezza almeno quanto la nostra piccolezza, al punto da esibire soltanto ciò che proprio non è oggetto di grandi mostre: la vita di un neonato. E v’è ancora di più: la nostra piccolezza se la fà sua, se ne immedesima per sempre, e non la abbandonerà mai. Pertanto ogni uomo che si avvicina a Cristo o è già piccolo, oppure diventa piccolo mediante la fede.
Ma come è possibile divenire piccoli quando si è grandi, o addirittura si desidera la grandezza? Mediante la fede. Credendo l’uomo si fa piccolo, e così diventa capace di accogliere ‘alla pari’ colui che pur essendo infinitamente grande e glorioso, si è fatto piccolo e umile. Fidandoci di Gesù cogliamo infine l’intimo legame che porta a unità la grandezza e la piccolezza di Gesù e quindi di ogni uomo: l’amore. È l’amore che rende piccoli i grandi, che rende grandi i piccoli. È per amore che Dio nasce nel presepe di Betlemme, è per amore che si dona a noi sulla nostra misura, chiedendoci solo di fare altrettanto verso di lui e verso gli altri esseri umani, che in questo modo diventano fratelli.
A questo punto conta molto poco l’essere grandi o piccoli secondo le misure sociali, anzi possiamo non preoccuparcene più. È il meraviglioso regalo della Nascita del Signore Gesù Cristo, è l’augurio che la comunità parrocchiale, per mio tramite, con caloroso rispetto e amichevole fiducia rivolge a ciascuno e all’intera famiglia, mentre vi invita ad assaporare il gusto di Cristo nelle celebrazioni liturgiche delle prossime feste.
don Alberto Bonandi
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Grazie ai maestri del presepio
E' risaputo che con il passare degli anni si perde qualche pezzetto di memoria tra S. Egidio e S. Spirito.
Così capita che solo ora, alle porte della Quaresima, si ricordi di ringraziare gli amici, che con perizia gusto e fedeltà da anni approntano il presepio nelle nostre chiese, per l'ammirazione e la preghiera di piccoli e grandi. Come abbiamo potuto notare la base tradizionale del presepio viene ogni anno rinnovata con inserimenti e soluzioni originali, che permettono di apprezzare di nuovo il mistero grande e bello della familiarità del Verbo di Dio con la nostra umanità.
Dunque grazie a GIUSEPPE per il presepio di Santo Spirito!
Grazie ad ANDREA coadiuvato da LORELLA e CESARE per il presepio di Sant'Egidio!