Quinta domenica e settimana di Quaresima 29 marzo - 4 aprile
E dunque il periodo di 'clausura' s'allunga ormai oltre la Quaresima, e s'allunga dentro il mistero della Pasqua di Gesù e nostra. Questa ci offre nuovi motivi di speranza, vicinanza e impegno. Oggi la chiesa ci offre tre pagine della Bibbia oltremodo ricche e significative proprio per questo momento che viviamo come famiglie, chiesa e società.
Il profeta Ezechiele (capitolo 37, dal versetto 1 al 14) con un'immagine fortissima, vede la realtà del popolo di Dio massacrato dai Babilonesi e ridotto a un cumulo di ossa. Ai pochi superstiti del tutto sfiduciati, egli annuncia in nome di Dio, la possibilità di una rinascita, di una vita nuova, di una risurrezione. Come nella creazione, così nella storia lo Spirito di Dio è vita e futuro.
Nella meravigliosa pagina della lettera ai Romani (capitolo 8, versetti da 1 a 11) Paolo ricorda che Dio ha mandato il suo Figlio nella nostra storia mortale perché noi fossimo liberati dalla schiavitù del peccato e della morte: così siamo liberi di vivere nella gioia dello Spirito, che ci rinnova. I cristiani non vivono pertanto secondo i criteri di giudizio e di comportamento mondani (Paolo li chiama 'carne'), questi portano dritto alla morte, ma secondo lo Spirito Santo, i cui doni e leggi sono: gioia, carità, libertà, pace. Ora lo Spirito Santo non è solo forza per il tempo presente, ma anche garanzia e anticipo della vita eterna, quindi risurrezione dei nostri corpi mortali. Così il 'progetto' della vita appare nella sua unità: vita rinnovata a partire dalla Pasqua di Gesù, vita piena ed eterna nella risurrezione. Un dono che irrobustisce anche nelle sofferenze e prove di questi giorni.
E ora al centro la pagina evangelica di Giovanni (capitolo 11, per intero): il risuscitamento di Lazzaro come anticipo della risurrezione pasquale di Gesù. Se potete prendete in mano il vangelo, e seguiamo insieme il percorso.
Ci troviamo in un villaggio alle porte di Gerusalemme, pochi giorni prima della domenica delle palme. Nel villaggio vive un nucleo familiare che comprende tra gli altri due sorelle (Maria e Marta) e un fratello (Lazzaro, seriamente malato), amico di Gesù; anche le due sorelle sono amiche di Gesù. Queste lo avvertono del rischio di morte del loro fratello ... e Gesù, invece ci accelerare l'azione, la rallenta. E spiega così il suo comportamento: questa malattia non porterà alla morte definitiva; anzi in essa si rivelerà l'intenzione ultima di Dio sulla vita di Gesù e sulla vita di tutti gli uomini.
Segue un breve intermezzo, nel quale i discepoli cercano di distogliere Gesù, deciso ad entrare in città: sarebbe troppo pericoloso per lui (e per loro)! Gesù risponde che non è ancora giunta la sua ora (quella della sua morte), pertanto ripende il cammino. E siccome gli equivoci non finiscono mai, quando Gesù riprende il discorso su Lazzaro, i discepoli (che equivocano perché non credono) pensano che Lazzaro stia dormendo. Allora Gesù dichiara apertamente: il nostro amico Lazzaro è morto; aggiunge anzi di essere contento di non essere stato presente. Ma se i discepoli si apriranno alla fede, Dio darà loro un segno molto importante riguardo non solo a Lazzaro, ma a Gesù stesso (e anche a noi).
Ora sono tutti in cammino verso il sepolcro; grande è il lutto nel villaggio per la morte del giovane uomo, avvenuta ben quattro giorni prima. Marta viene informata che è in arrivo Gesù e gli va incontro con un mezzo rimprovero, che tuttavia contiene una speranza: Dio esaudirà certamente la preghiera di Gesù. Il quale rompe con parola decisa e inequivocabile l'atmosfera di dolore e rimpianto: 'Tuo fratello risorgerà'! Marta che condivide la fede dei rabbini e dei farisei, gli risponde: so che risorgerà ... nell'ultimo giorno. Per Marta dunque tutto è rimandato a un futuro incontrollabile ...
La risposta della donna non soddisfa Gesù, che a questo pnto, come è avvenuto negli incontri delle due domeniche precedenti, stringe il dialogo e chiama a decidersi: "IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA. Chiunque vive e crede in me, anche se muore, avrà vita eterna". Dunque Gsù riporta Marta (e noi oggi) dal futuro al presente: decisiva è la fede in Gesù, che con la potenza stessa di Dio è già vita eterna e pertanto è la garanzia di Dio per tutti coloro che vivono credendo in lui: non morte terna, ma vita eterna! Segue la domanda decisiva: TU CREDI QUESTO? Non una credenza generica, confusa, indistinta, disimpegnata, ma l'incontro personale con colui che è e offre la vita stessa di Dio, che pertanto supera la morte, provvisoria. Ecco allora la personalissima professione di fede (di Marta, della Chiesa, di ogni Cristiano): Sì Signore, io credo che tu sei il Messia, il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo.
La scena si anima ora con la venuta dell'altra sorella (la quale, insieme ad alcuni Giudei, non risparmia a Gesù un rimprovero) e di un gruppo di Giudei: tutti piangono, anche Gesù scoppia in pianto, (non dimentichiamolo quando siamo nella prova!) provocando l'ammirato commento dei presenti sull'amicizia di Gesù verso Lazzaro. Ci si porta in faccia alla tomba. Al comando di Gesù di spostare la pietra di ingresso al sepolcro Marta obietta (è, per così dire, l'obiezione ultima, quella del cimitero): il cadavere puzza! Gesù la richiama alla fede (quante volte Gesù deve richiamarci alla fede?...); prega Dio suo Padre, anzi lo ringrazia, perché lo ha già esaudito (Dio ascolta sempre Gesù e chiunque prega per mezzo di lui); e, trasformando l'emozione con la sovranità di Dio, grida a gran voce (perché tutto il mondo oda, allora e oggi): Lazzaro vieni fuori! E così avviene.
Ma la storia non finisce qui, anzi continua più drammatica ancora, fino ad oggi ... ecco come. Molti Giudei credono in Gesù, ma ... capita subito l'incidente: alcuni capi dei sacerdoti del tempio e alcuni farisei temono che l'entusiasmo della folla e dei pellegrini (siamo vicini alla grande festa di Pasqua e in città arrivano molte migliaia di persone) con i disordini che facilmente si generano, diano l'occasione all'esercito romano (presente in città) di abbattere il tempio e annientare finalmente la nazione giudaica. Si riunisce quindi il tribunale, e quel sommo sacrdote (Caifa) che riapparirà nel processo contro Gesù, sentenzia: è meglio far morire un solo uomo piuttosto che mandare in roivina un popolo intero! Così mentre Gesù risuscita un morto, altri scelgono di uccidere un vivo... Dunque si elimini Gesù! Dunque Colui che risuscita deve essere ucciso: ecco la furbizia mondana ...
Eppure paradossalmente nella sentenza malvagia si attua il progetto di Dio: sì, Gesù offrirà la sua vita per tutti, risparmiando e salvando tutti. E infatti di lì a pochi giorni Dio non porterà Gesù a temporaneo risuscitamento (come è avvnuto per Lazzaro, ma, attraverso la croce, gli parteciperà pienezza di gloria e di vita: Pasqua di risurrezione.
E così dentro le distorte e inique vicende umane, e più da vicno dentro i drammi e i limiti della nostra condizione la promessa di vita nn viene meno, è sempre offerta a chi crede, per vivere con coraggio, fiducia, solidarietà.
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Appuntamento a mercoledì 8 aprile ore 18.30 per la preghiera dei Vespri