Caritas Parrocchiale
SABATO SANTO
Inserito da don Alberto il Mar, 07/04/2020 - 10:24amData e Ora evento:
11/04/2020 - 23:50
Nella preghiera della chiesa la caratteristica di questo giorno è strettamente legata al venerdì santo, cioè alla passione del Signore. Fin dall'antichità è stato difficile accettare il profondo silenzio del sabato, e così sono state escogitate diverse ipotesi per la comprensione, per tentare di comprendere qualcosa: riposo, attesa della risurrezione, discesa agli inferi, ecc.
La sepoltura di Gesù è entrata fin dall'inizio nella professione di fede con queste semplicissime parole: morì e fu sepolto. La sepoltura esprime con evidenza la morte; anche la morte di Gesù è verificata con la sua sepoltura, ampiamente descritta nei vangeli. Fin dal secondo secolo qualcuno ha escogitato la teoria cui Gesù non sarebbe stato sepolto, e che dunque non sarebbe neppure veramente morto: sulla croce ci sarebbe stato un sosia... Ora invece la morte di Gesù è reale, come la morte di qualunque altro uomo. E' il punto zero della vicenda di ogni essere umano, quando non si può più fare nulla. Del resto l'opera di Gesù è compiuta e perfetta. Questa dunque è la preghiera e la meditazione del sabato santo: ritornare e approfondire il venerdì. Con una precisazione decisiva.
Se è vero che Gesù morto e sepolto non può più fare nulla (perché ha già perfezionato la sua obbedienza al Padre e quindi il dono di se stesso a noi), non è affatto vero che Dio Padre non possa intervenire. Anzi ci sono indizi e parole spese da Lui attraverso i profeti e più ancora attraverso Gesù che indicano ben altra direzione. Non è forse il Dio dei vivi e dei morti? Non è forse il Dio fedele al suo fedele servo Gesù? Non aveva Gesù annunciato un terzo giorno come giorno della risurrezione?
Ma il vangelo riporta con la solita schiettezza che quando Gesù annuncia la sua morte E risurrezione, i discepoli (anche noi ...) capiscono bene la morte (per ché la vediamo ogni giorno), ma "non compresero cosa significasse risurrezione dai morti". Insomma discepoli guardano indietro, perché davanti non vedono nulla o meglio vedono solo morte, la tenebra. Ma dove dirige Dio il suo sguardo? Con Isaia cantiamo spesso durante le celebrazioni: il Signore distruggerà la morte per sempre ...; e con il Samo n. 16 cantiamo: "Per questo il mio cuore si rallegra e il mio intimo esulta di gioia; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non vedrà la corruzioine". Ma chi può credere a queste promesse? E a quale esperienza possiamo affidarci?
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VENERDI' SANTO
Inserito da don Alberto il Mar, 07/04/2020 - 10:21amData e Ora evento:
10/04/2020 - 23:50
Eccoci dunque, preparati dalla Cena Pasquale di giovedì, al giorno, in verità molto breve, della Passione e Morte e Sepoltura di Gesù. Un giorno così intenso che deborda da ogni parte. Domenica scorsa la chiesa ci ha offerto la narrazione del vangelo secondo Matteo, oggi quella di Giovanni (capitoli 18 e 19). Al centro della nostra attenzione oggi sta la CROCE, una morte atroce, che eè tutta da decifrare, un mistero nel senso più profondo.
Chi riguarda la croce? Certo anzitutto Gesù di Nazareth, quel profeta che venuto dalla Galilea trova a Gerusalemme la sua condanna, subito eseguita. Ma nonostante le apparenze Gesù non è affatto solo.
La sua croce riguarda Dio Padre, che lo ama, e nel suo Figlio ama noi, e così chiede al suo Figlio di offrire la propria vita nell'estrema miseria della sofferenza e di una morte vergognosa.
Riguarda alcuni capi giudei di Gerusalemme, che di fronte alla pretesa di Gesù di appartenere alla sfera divina del Padre, rifiutano di riconoscerlo secondo le Scritture.
Riguarda altri, che preferiscono non disturbare il potere imperiale di Roma, e così scelgono di disfarsi di lui.
Riguarda il potere supremo della grande potenza, che nelprocesso si mostra vigliacca e inconcludente, e addirittura del tutto ingiusta.
Riguarda una folla che prosegue con i propri interesse e problemi e neppure bada alla cronoca quotidiana della città.
Riguarda Maria, la Madre di Gesù, e il discepolo: la chiesa fedele, che comprende di dover rimanere lì, al centro del progetti di Dio, oggi e sempre.
Riguarda Giuseppe e Nicodemo, che provvedono alla sepoltura del cadavere di Gesù.
Riguarda noi che leggiamo un racconto sconvolgente, che suscita più domande che risposte, allora come oggi.
Insomma da venti secoli c'è un grande, incessante indaffararsi intorno a quella croce e a quel crocifisso, che gli storici ufficiali dell'epoca ignorarono completamente.
La croce è un'immensa provocazione, nel senso preciso del termine: una chiamata potente a schierarsi, una chiamata con la quale in qualche modo prima o poi si devono fare i conti: i conti di Gesù, i conti di Dio, i miei conti - quelli della mia vita.
Non sei tu che cerchi la croce, è il Cristo che dalla croce cerca te.
Lui è il testimone veritiero di Dio, cioè il martire; lui è la rivelazione dell'amore del Padre che perdona; lui è il Signore che travolto dal destino, travolge a sua volte la storia dell'umanità giusto nella direzione opposta: quella della risurrezione e della vita eterna di Dio.
E' così che la chiesa oggi ci invita non a piangere, ma ad adorare il Cristo Salvatore, a cantare addirittura la sua Croce, riconoscendo Croce e Crocifisso nella vita di ogni uomo e orientadola alla grande Pasqua!
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GIOVEDI' SANTO
Inserito da don Alberto il Mar, 07/04/2020 - 10:18amData e Ora evento:
09/04/2020 - 23:50
Col giovedì santo inizia il grande triduo pasquale della morte e risurrezione del Signore. Giovedì è caratterizzato dalla Cena Pasquale, un evento molto ricco, che si colloca nel momento cruciale della vita e missione di Gesù. Vi si raccoglie tutta la passione e tutto l'impegno di Gesù (vita, guarigioni, insegnamenti, ecc.) per il regno di Dio, cioè per la slavezza dell'umanità. Gesù prende nelle sue mani (per così dire) il suo passato e lo vive nel presente, offrendo se stesso interamente (il suo Corpo e il suo Sangue). Lo fà gettando lo sguardo sul futuro immediato. Davanti ai discepoli costernati egli spiega il valore totale di ciò che per i dscepoli resta incomprensibile: ossia l'inscindibile collegamento tra la sua parrione-morte e l'inaugurazione del regno di Dio tra gli uomini. Questo supremo atto di amore trova la sua eloquente espressione nel gesto dello schiavo che lava i piedi al padrone che ritorna dalle strade polverose della città. Non solo Gesù guarda anche molto oltre, alla risurezione e alla gloria che Dio gli riserva in quanto Figlio obbediente e fedele. Infatti afferma che non berrà altro vino, poiché egli entra nella pienezza della vita di Dio Padre: il egno di Dio infatti si realizza a partire proprio dalla sua risurrezione pasquale. E noi, come possiamo colocarci in questo avvenimento cruciale? Uniamoci onestamente ai discepoli, che, mentre Gesù anticipa nel gesto eucaristico la sua morte sacrificale, discutono esattamente il contrario, che più contrario non si potrebbe pensare. Ecco il loro probelma: e adesso, tra noi che è il più importante, chi è il capo? Nell'attesa della croce, la risposta è la lavnda dei piedi ... Buon giovedì santo.
Consiglio vivamente di leggere e pregare il vangelo di Luca, capitolo 22, dal versetto 14 al versetto 27.
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Preghiamo insieme i Vespri di oggi
Inserito da don Alberto il Mar, 07/04/2020 - 9:47amData e Ora evento:
21/04/2020 - 18:30
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