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Papa Francesco. Solo per condividere con voi una grande emozione, che sorprende me stessa, prima di tutto

Mi ha emozionato la scelta del Conclave. Papa Francesco, italo-argentino. Un grande Papa, un grande Vescovo per la città di Roma. Ha pronunciato le parole giuste per i nostri cuori feriti. È una risposta forte alla crisi della Chiesa. Un pastore coraggioso, molto amato dal suo popolo, che ci riporta alla chiesa povera, delle origini. Farà grandi cose. La chiesa si aprirà alle giuste esigenze laiche. Speriamo che abbia buona salute (ma l'aspetto fa ben sperare).
Vedrete che sistemera' anche quel covo di malaffare che e' lo IOR. Preciso che non voglio urtare la suscettibilità di nessuno; sono solo i miei pensieri a caldo, alla prima visione del Papa. Buon lavoro e lunga vita al nostro caro Papa Francesco e saluti a tutta la calda comunità parrocchiale di sant'Egidio.

un pronunciamento del Papa sulle armi atomiche?

Ho letto su più di un giornale che Papa Francesco, in occasione dei 75 anni della bomba atomica su Hiroshima, avrebbe affermato che possedere e usare armi atomiche è immorale. Tuttavia non riseco a trovare la fonte ufficiale, quindi vaticana, di questa affermazione. Ringrazio che mi aiutasse a trovarla.

la Chiesa delle MARTIRI!

Suor OLGA, Suor LUCIA, Suor BERNARDETTA: tre martiri della pace di Cristo, del Vangelo di Gesù: ecco la Chiesa! Guardiamo a queste donne, al loro coraggio, alla loro forza. Lodiamo Dio che ci dona tali cristiane, e benediciamo la loro memoria nella preghiera e nell'imitazione.

ascoltando Papa Francesco

Da portare nel cuore.... l'esperienza della presenza all'udienza di Papa Francesco l'11 giugno e dell'ascolto delle Sue parole.
Forse quel giorno avrei potuto fare altre cose, anche ritenute "importanti" dal punto di vista professionale o dell'uomo immerso nella società frenetica odierna, forse potevo fare scelte diverse per quel giorno... le proposte non mancavano. Ma oggi, più ancora di prima di andare, sono certo di una cosa: nessuna di quelle alternative che mi si prospettavano sarebbe stata un'esperienza da portare nel cuore, tuttalpiù da portare nella memoria, ma è diverso.
Sono felice di aver scelto di andare, perché farsi accompagnare dalle parole di Papa Francesco, all'apparenza ovvie ma in realtà vive, risveglia l'esperienza dell'essere avvicinati da Gesù che ci/mi spiega il progetto che il Padre ha preparato per noi/me... e non c'è proposta di uomo che possa esserne alternativa all'altezza. Grazie dal cuore a Papa Francesco e a chi ha permesso questa esperienza.

Incontrando Papa Francesco: qualche impressione

Ieri un gruppo di parrocchiani ha partecipato all'udienza generale di Papa Francesco. Spero che molti possano esprimere una propria riflessione. Ecco la mia. Ho focalizzato non la figura di Francesco, ma quello che io penso sia il suo effetto sui pellegrini. Inutile dire che la piazza traboccava di persone: tutta piena in ogni angolo a vista d'occhio. Mi ha colpito però la compostezza delle persone: anche quando il papa è passato 'vicino', e tutti cercavano la foto, la compostezza generale non è venuta meno; nessun urlo da stadio, nessun schiamazzo, solo il piacere di essere lì. Ecco Francesco, che attira tante persone, non ci ha trasformato in massa, ma ci ha permesso di esprimerci come ordinata comunità di fedeli, in cui ciascuno vale come uomo credente (anche gli applausi sono stati contenuti: meraviglioso!). Anche l'entrata e l'uscita dalla piazza ha segnato lo stesso stile, insieme familiare e signorile, ordinato e felice. Ha incontrato direttamente molti gruppi e ammalati: un altro gesto importante: dal Padre si va nel modo più personale possibile.

Nel suo disocrso breve ma intenso, il Papa ha spiegato l'ulitmo dei sette doni dello Spirito Santo: il timor di Dio (era stato il tema dell'ultimo incontro di catechismo dei cresimandi: neanche farlo apposta!). A braccio poi ha aggiunto, parlando di chi non ha timore di Dio, una costatazione scottante: quelli che corrompono e si lasciano corrompere non vengono con voi in questa piazza ... neppure coloro che seminano morte e distruzione fabbricando le armi. Sì queste cose i cristiani, quelli che ascoltano col cuore l'insegnamento del successore di Pietro non le fanno.

Ho lasciato la piazza calmo e sereno, felice per la bella gente, quella chiesa che secondo me ha intuitivamente compreso lo stile del Papa, e si lascia modellare come fanno i figli dal padre.

Grazie a tutti i partecipanti, da chi ha preso l'iniziativa, a chi l'ha portata a termine.

...da Papa Francesco!

La settimana scorsa a quest'ora eravamo ancora a Roma, tutti insieme, ricchi della bella esperienza vissuta alla mattina in piazza San Pietro. Quello che ho portato via da quei minuti di ascolto di Papa Francesco (per me passati in un lampo, dopo tanta attesa...) è stato un sentimento di grande speranza... Stranamente non mi sono sentita "emozionata", ma piuttosto determinata a cercare di capire come il Papa riesca a essere sempre semplice, lineare ed estremamente coerente. Gli spunti che ha dato erano davvero "semplici", comprensibili per tutti, con esempi tratti dalla vita quotidiana, eppure di una profondità inaudita... Ecco, quando lui parla sembra persino facile applicare alla nostra vita il Vangelo, sembra estremamente chiara la strada da percorrere... Mi sembra questa, per ora, la grandezza del "dono" di questo Papa. Farci vedere, con le parole e con l'esempio, come essere semplicemente e gioiosamente fedeli!
Riporto qui un tratto del suo discorso che mi è parso particolarmente forte:

"Seguire il Signore con umiltà, docilità e obbedienza perché pervasi dal Timore di Dio non vuol dire farlo con atteggiamento rassegnato e passivo, anche lamentoso, ma con lo stupore e la gioia, la gioia di un figlio che si riconosce servito e amato dal Padre. Il timore di Dio, quindi, non fa di noi dei cristiani timidi, remissivi, ma genera in noi coraggio e forza! È un dono che fa di noi cristiani convinti, entusiasti, che non restano sottomessi al Signore per paura, ma perché sono commossi e conquistati dal suo amore”.

Grazie a chi ha proposto questa esperienza e a tutti i partecipanti, con cui è stato molto piacevole trascorrere la giornata!

Occhio al papa in Brasile!

Mi è sembrato molto bello e appropriato il discorso del papa in risposta al benvenuto della presidente del Brasile. Un discorso pulito, chiaro, senza diplomazie eppure caldo, acuto e appassionato. Invito a seguire da vicino gli incontri del Papa (ieri sera tg 24 ha trasmesso integralmente), penso saranno uno stimolo anche per chi è lontano qualche migliaio di km.

e papa Francesco ci sorprende ancora

Naturalmente mi riferisco al viaggio a Lampedusa, un viaggio che ha molti significati e valori, diretti e indiretti. Ecco quelli che ho avvertito di più. Anzitutto la cornice semplicissima e ridotta al minimo: niente code di autorità civili e religiose, sicurezza ridotta al minimo, contatto diretto con le persone.

Molto importante è stato l'incontro al porticiolo con un gruppo di giovani nordafricani, uno dei quali ha letto un indirizzo di saluto al papa, al quale non ha nascosto le tragedie della loro condizione passata ma anche presente: peccato che la traduzione dall'arabo sia stata molto sintetica, e, peggio ancora, questa parte in cui il papa ha ascoltato attentamente il giovane non è stata ripresa - per quanto ho potuto verificare - da nessun telegiornale, è stata subito silenziata, era troppo imbarazzante!

Ma soprattutto il papa ha voluto dare alla celebrazione della Messa un evidente carattere penitenziale: l'atto penitenziale, il salmo responsoriale (abbi pietà di me, o Dio), la bella preghiera che ha concluso l'omelia con una nuova richiesta di perdono. Una richiesta rivolta a Dio e agli uomini, islamici anzitutto! Tutto questo ha comportato un serio esame di coscienza, che il papa ha fatto non sulla coscienza altrui, ma sulla propria: proprio lui che, venendo dalla fine del mondo, era l'ultimo a dover chiedere perdono, lui che è discendente di emigrati. Eppure si è sentito responsabile: il colpo amarissimo, che gli ha ispirato il viaggio a Lampedusa,  è arrivato quando ha ricevuto la notizia degli emigranti morti una quindicina di giorni fa nella tonnara, alla cui cui rete si erano aggrappati nella speranza di salvarsi. E così il papa ha riconosciuto in pubblico: per mia grandissima colpa...

Sì, c'è stato anche un richiamo alle responsabilità pubbliche e sociali del dramma della immigrazione, eppure il papa non ha voluto scagliarsi contro qualcuno, ma esercitare la propria coscienza di cristiano e in questo modo risvgliare la coscienza dei credenti anzitutto, e di ogni uomo. Non un'accusa, ma una chiamata alla conversione e alla confessione dei peccati; non un manifesto, ma una vicinanza umile e per molti aspetti impotente.

Ho pensato che la riforma della chiesa parte da qui, dal volto a volto nel quale si chiede il perdono, ciascuno col proprio volto. Tutto lascia pensare e sperare che papa Francesco ci sorprenderà ancora...

 

segni ...

In questi giorni mi piace cogliere e collegare dei segni che, da direzioni diverse, convergono nella stessa direzione di apertura e di speranza... partendo dal Vangelo di queste domeniche, storia di misericordia e perdono che da' una forma sorprendente alla relazione paterna e materna tra ogni uomo e il suo Dio... la visita pastorale del nostro Vescovo Roberto, che ci ha incontrato in questi giorni in un contesto franco e fraterno, scambio di esperienza e sapienza che da' nuovo respiro e nuova forza... l'elezione di Papa Francesco, che sin dal primo istante ha infuso tanto entusiasmo nella comunità cristiana (e non solo!), con la sua semplicità e profondità, con il suo sorriso, con quella tensione francescana di cui tutti sentivamo un bisogno tanto urgente e intenso... e poi l'approssimarsi della settimana Santa e della Santa Pasqua, orizzonte e prospettiva di speranza cui attingere per alimentare e rilanciare la nostra missione quotidiana... mi auguro che tutti questi segni possano germogliare nel nostro cuore e nelle nostre comunità, fornendo prospettiva concreta al nostro bisogno di senso, di giustizia, di fratellanza ed equità.

grande fiducia

Anch'io mi sono riscoperto pervaso da emozione e al contempo grande fiducia, già al momento dell'annuncio ma poi - e ancor di più - nel momento in cui si è presentato per la benedizione. Che grande impegno si è preso scegliendo il nome FRANCESCO! Di fronte alla comunità italiana e mondiale, di fronte al Signore. Francesco... amore, fede, semplicità, letizia, rivoluzione, povertà... quante parole mi vengono alla mente in ordine sparso, quanta suggestione di purezza e forza di fede al pensiero del santo di Assisi, dell'eremo delle carceri... auguro a papa Francesco che, con la forza dello spirito santo, possa e sappia attingere a piene mani a tutte queste parole, per tramutarle in programma concreto di vita pastorale, per riedificare, ossigenare, rinnovare questa nostra comuntà cristiana un po' ripiegata e accartocciata su se stessa. Siamo con te Francesco, ognuno con i suoi carismi, le sue forze, le sue debolezze. Come il Signore vorrà. Ora tutti noi insieme siamo la tua comunità. La pace sia conte, il Signore sia con te.