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Il Papa su Twitter

Come ampiamente annunciato da tutti i media, dallo scorso 12 dicembre papa Benedetto XVI è sbarcato su Twitter: tutti coloro che dispongono di un account su tale social network potranno diventare suoi "followers".

Per chi è meno familiare con le nuove modalità di interazione, ricordo (citando per comodità fonte Wikipedia) che "Twitter è un servizio gratuito di social network e microblogging che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri. E' stato creato nel marzo 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco. Il nome Twitter deriva dal verbo inglese to tweet che significa 'cinguettare'. Tweet è anche il termine tecnico degli aggiornamenti del servizio. Gli aggiornamenti sono mostrati istantaneamente nella pagina di profilo dell'utente e comunicati agli utenti che si sono registrati per riceverli (followers). È anche possibile limitare la visibilità dei propri messaggi oppure renderli visibili a chiunque. Twitter il 22 febbraio 2012 ha raggiunto i 500 milioni di utenti attivi che fanno accesso almeno una volta al mese."

Riepilogando "in pillole":

Come diventare "follower" del Papa? Occorre registrarsi al social network Twitter (https://twitter.com/), quindi digitare l'indirizzo dell'account italiano del papa (https://twitter.com/Pontifex_it) e infine cliccare sul bottone "Segui".

Cosa comporta diventare "follower" del papa? Significa fondamentalmente che ogni volta che il Papa pubblicherà un suo messaggio (tweet), questo sarà immediatamente disponibile e visualizzato sulla home page dell'utente registrato.

Quanti "followers" ha il Papa su Twitter? A 2 giorni dalla nascita, il suo profilo italiano ha 172.793 followers. I followers sono invece oltre 1.130.000 per l'account in lingua inglese (https://twitter.com/Pontifex).

Che dire? Tutti gli strumenti possono essere buoni o cattivi, rilevanti o irrilevanti, utili o inutili: dipende dall'uso che se ne fa. Tanti auguri a papa Ratzinger e al suo staff on-line di trovare linfa di comunicazione e di coinvolgimento utilizzando anche questo nuovo interessante media, che di fatto al momento rappresenta il blog universale più capillare e diffuso della Rete.

Noi non possediamo la verità ...

21/12/2012 - Noi non possediamo la verità, è la Verità che possiede noi. Cristo, che è la Verità, ci prende per mano.

21/12/2012 - Al termine dell’anno, preghiamo che la Chiesa, nonostante i suoi limiti, cresca sempre di più come casa di Dio

Gesto nobilissimo!

Solo chi non conosce il Papa Benedetto può dirsi meravigliato delle sue dimissioni. Esprimo qualche riflessione, prendendo spunto dalle parole con cui il Papa le ha annunciate.

C'è la presa di coscienza dei limiti dell'essere umano, di qualunque essere umano: età e malattie non risparmiano nessuno; con questo gesto il Papa si riconosce tra le fragili creature di Dio, finite quanto infinito è il Creatore.

Inoltre il Papa si riconosce nel compito che gli è stato affidato nella chiesa: il ministero petrino, ossia il servizio sulla scia dell'apostolo Pietro. Ora egli afferma che, dopo aver portato per sette anni l'onere di questo servizio al Vangelo e alla chiesa, le forze diminiuite e la complessità del mondo odierno consigliano, anzi gli fanno dovere (parola sua) di passare ad altri il testimone. Non aveva egli detto nelle parole pronunciate subito dopo essere stato eletto Papa: "Sono un umile operaio nella vigna del Signore"? Nella preghiera e nella quiete continuerà quella testimonianza della fede che è il servizio prezioso di tanti anziani fragili.

Ancora nel prendere la sua decisione il Papa si è richiamato al dialogo della preghiera, che vede come interlocutori Dio e la coscienza personale: quanta fede, quanta dignità, quanto silenzio profondo in questa dichiarazione! In quella fede che Benedetto ha scrutato a lungo come fine intellettuale, non sta al centro proprio la coscienza per la quale l'uomo nella sua libertà risponde a Dio, e ultimamente solo a Dio?

Infine risento nelle parole odierne del Papa l'eco dell'insegnamento di Gesù: a fronte dei molti che credono che fare un passo indietro sia una insopportabile umiliazione, Benedetto mostra la libertà dei figli di Dio: tra voi non sia come tra i potenti del mondo; tra voi chi è il primo diventi come l'ultimo, e il più grande come il servo. Servo nel papato, e servo nelle dimissioni. Un bellissimo esempio per la chiesa e per ogni cristiano.

Credo che un gesto come questo sia il coronamento degnissimo non solo del papato, non solo del teologo, ma anche dell'umile credente Joseph. Un gesto che dice la qualità di tutta una vita!

Per la prima volta ho

Per la prima volta ho provato una grande tenerezza per questo nostro Papa. Pur nel rispetto dovuto a chi è stato scelto quale pastore di questa difficile Chiesa, non posso affermare di essermi mai sentita in sintonia particolare con lui. Fino ad oggi. Perchè è vero, Don, anch'io ho letto immediatamente nel suo, un gesto nobile. La consapevolezza dei propri limiti e l'umiltà di accettarli. Davvero una scelta non facile, che lascia stupiti. Un gesto profondo, di fede grande, insolitamente coraggioso, che ci impone di fermarci a riflettere, e del quale essergli grati.

Un grazie a Don Alberto che

Un grazie a Don Alberto che con questo commento fa assumere contorni di serenità ad una notizia che personalmente mi ha colpito e spiazzato.

Preghiamo lo Spirito Santo affinchè possa guidare la Chiesa nell'elezione del prossimo successore di Pietro.

Mons. Busti: continueremo a volerti bene

DIMISSIONI PAPA, MONS. BUSTI: "PENSIERO LUCIDO, SCELTA LIBERA"
"So che avevi gradito il nostro invito". Il vescovo di Mantova, monsignor Roberto Busti, usa il tu per rivolgersi a Benedetto XVI, nel messaggio diffuso dalla Diocesi cittadina. "Non era mai successo che un Papa desse le dimissioni. Sì, è vero, si fa riferimento al “gran rifiuto” di Papa Celestino V, bollato da Dante come ignavia; ma là era tutt’altra cosa, in mezzo a tutt’altre trame, poco degne della Chiesa di Dio. Qui invece si tratta di una scelta pienamente libera".
Il vescovo si sofferma sul "bene della Chiesa" cercato dal papa in mezzo a tempeste mediatiche. Bene "che gli è parso di non poter più perseguire come si dovrebbe, perché “è diminuito il necessario vigore sia del corpo che dell’animo”.
Al termine del messaggio, monsignor Busti di rivolge direttamente al papa: "Grazie di questa grande lezione di umiltà e di vera santità cristiana! Mi spiace molto di non poterti avere tra noi per ricordare il nostro antico vescovo e tuo successore, papa S. Pio X. So che avevi molto gradito il nostro invito. Noi continueremo a volerti bene".