SOCIETA' PROFESSIONE e FEDE
Società, professione, fede
Durante gli incontri dei giovani il venerdì sera in parrocchia, ci sono state poste le seguenti domande come stimolo alla riflessione e al confronto. Alcuni giovani sono studenti, altri lavoratori; i loro interventi sono segnati da tre asterischi.
Se leggendo queste risposte qualcuno volesse entrare in dialogo ci farebbe piacere continuare il confronto.
Ecco le prime due domande: 1) Qual è / quale sarà il mio compito nella società? 2) come valuto la situazione dell'Italia dal mio punto di vista di lavoratore o di studente?
***:. Nel mio settore ci sono pochi giovani e nonostante varie domande presentate, ho spesso ricevuto rifiuti. La maggior parte dei datori di lavoro non offre posti fissi.
*** Quello che si sente a scuola dà l'idea di un futuro drammatico perchè i paesi che una volta erano considerati "terzo mondo" ora sembrano essere prossimi a sorpassarci. La natalità poi è molto bassa, il che non è un fattore di miglioramento. Anche la crisi del governo attuale non dà buone speranze in quanto non si riesce a capire se è dovuta solo a dissolutezza morale o a reale crisi delle idee. Infine la situazione lavorativa che si prospetta sembra drammatica. Per quanto riguarda le scuole posso dire che gli istituti tecnici che una volta offrivano grandi opportunità si sono molto svalutate: infatti pochi dei miei ex compagni hanno trovato un posto di lavoro.
*** Le lauree si sono svalutate. Dipende anche dalla facoltà scelta, ma anche dalla qualità dello studio. Queste lauree prese con scarsi risultati portano ad essere poco pronti al mondo del lavoro. Diminuisce la serietà dello studio quindi questo tipo di lauree aumentano. Non c’entra solo l'offerta dell'università, quindi, ma anche la volontà dello studente stesso di impegnarsi negli studi
*** Sono contento del mio corso di studi, mi incuriosisce e ho la possibilità di studiare le nuove invenzioni. Sentiamo sempre parlare di "fughe di cervelli". Sono convinto che se si vuole ottenere una cosa bisogna spendere energie e andare fino in fondo. L'offerta universitaria secondo me è molto soddisfacente, ma poco spendibile per mancanza di occasioni esterne; è come avere una Ferrari senza avere la pista.
*** Sono contenta dell’università che frequento, perchè ci sono garanzie che le imprese locali danno verso gli universitari di quel territorio. Mi sento a un buon livello in campo nazionale. Il 20% dei fondi viene da organi statali. Ma chi sta al governo non ha una percezione di ciò che sta in basso. In Germania tutti i governi sono d'accordo sulla linea da prendere verso la realtà scolastica. Le strutture sono spesso obsolete e fatiscenti, la qualità dei corsi talora è scarsa. La mia scelta universitaria è stata condizionata dalla preferenza del trovar lavoro piuttosto che ciò che mi sarebbe piaciuto studiare.
*** Sono soddisfatto dell'organizzazione universitaria e dei servizi forniti agli studenti (come ad esempio i laboratori). Quando mi sono diplomato ho ricevuto alcune offerte di lavoro ma ho avvertito poca trasparenza nelle proposte avanzate.
*** Anche i bilanci dei Comuni hanno subito i tagli e questo crea problemi sul lavoro, come rallentamenti nelle procedure, scarsa qualità delle attrezzature (o addirittura mancanza). Tuttavia la mia esperienza è globalmente positiva, ognuno organizza il lavoro come può con le risorse che ha.
*** Oggi nel lavoro è più che mai necessario essere disposti a fare di più di ciò che viene richiesto.
Escludendo le visioni offerte dai media, il mio parere sull’Italia non è negativo; perché chi ha un pezzo di carta in mano riesce ad avere una mentalità aperta e volta all'apprendimento continuo. Entrare nel mondo del lavoro non è un'impresa impossibile. Le parole chiavi sono capacità e apertura a nuove possibilità.
*** Come docente talora mi confronto con studenti che possiedono una scarsa conoscenza dell'italiano, che non permette loro di scrivere con strutture logiche corrette. Manca spesso anche la capacità di sintesi, per cui gli studenti faticano a scrivere una tesi o un articolo o addirittura a prendere appunti. Queste capacità dovrebbero essere acquisite nella scuola media, ma spesso mancano. Scarsa è anche l'iniziativa allo studio e alla ricerca, così come la percezione che studiare a lungo, come molti ragazzi oggi possono fare in Occidente, è un vero e proprio privilegio; insomma in altre parti del mondo i ragazzi sono più motivati a imparare e a crescere responsabilizzati.
*** Dal mio punto di vista noto che è difficile farsi un'opinione personale, distaccata dai media, e dalla TV in particolare. Ma la mia visione del mondo del lavoro è sostanzialmente positiva: Le persone, nonostante la crisi, sono sempre propositive e pronte a provare nuove soluzioni per uscirne. Noto situazioni difficili ma volontà di impegno; in Italia c'è la voglia di ripartire.
***La mia esperienza è legata alla Bocconi: la frequentano persone un pò strambe, per le quali valgono competitività e snobismo. Tutti devono essere dei vip. L’alta percentuale femminile crea problemi, c’è maggiore competitività! Ma ci sono ragazzi/e che si lamentano per disservizi (soprattutto i meridionali) e vogliono scappare dall'ambiente mal servito (fuga di cervelli).
*** Vedo un'Italia che non guarda al proprio futuro ma guarda alle proprie tasche. Non vedo prospettive di crescita in senso complessivo. Ciononostante devo riconoscere che i professori sono molto professionali, e l'offerta del Politecnico è molto valida; gli studenti sono preparati, ma quando si parla di strutture scolastiche queste sono fatiscenti.
Ecco le altre due domande: 3) com’è la mia vita di cristiano nell'azienda e nell'università 4) Quali problemi trovo snel confronto con altri sull'argomento "credere"?
Non è necessario vantarci e farci notare di credere. Sono i gesti quotidiani che lo dimostrano; meno parole più fatti.
*** Nell’ambiente di lavoro non tengono molto conto che tu sia cristiano oppure che tu rispetti lo stile di vita del cristiano.
*** Da quello che si vede sembra che pochi credano al Signore. Se dici che sei cristiano, la reazione opposta può essere l'indifferenza o esser sottoposti a giudizi.
*** Forse può essere utile citare un proverbio ebraico presente nel vangelo "non gettare le perle ai porci" nel senso che è inutile portare il messaggio evangelico dove si sa che può essere infangato gratuitamente. Chi critica in modo scorretto e prevenuto non merita di ricevere le "perle".
Ad esempio: Nel mondo del calcio la bestemmia non viene punita come dovrebbe essere.
*** Non è necessario vantarci e farci notare di credere. Sono i gesti quotidiani che lo dimostrano; meno parole più fatti.
*** In generale oggi prevale scarso impegno nel rispettare i punti di vista altrui. Nelle scuole non è sempre facile essere accettati come cristiani, essere onesti, non cedere alle tentazioni frequenti, vivere con serenità la propria fede.
Inoltre veniamo messi in soggezione se ci chiedono come si fà a credere ad una realtà immateriale.
*** Nello sport agonistico non esiste calendario festivo per rispetto alle feste raccomandate dalla nostra religione. Non si dovrebbe organizzare nulla di sportivo per rispetto.
*** Nell 'essere cristiano non ci sono "maschere". Non ho mai avuto modo di confrontarmi con altri sull'argomento fede. Con i miei compagni di scuola e di università parlare di calcio e di ragazze.
*** Sono rimasta stupita quando ad una partita di calcetto ho sentito gridare bestemmie. Non capisco il senso di bestemmiare. è una mancanza di rispetto in ogni senso.
COSA TI FA PENSARE CHE LA TUA RELIGIONE SIA QUELLA "GIUSTA" TRA LE TANTE?
*** Se fossi nato in India crederei soltanto alla mia religione induista; ma se Gesù è un fatto concreto mi troverei spiazzato...
Cristianesimo = religione monoteista con trinità. La religione cristiana sembra quella con Dio più vicino. Il vero obbiettivo infatti è la salvezza delle creature di Dio.
*** Il concetto di trinità non attira un non credente in fase di scelta religiosa. Cerca qualcosa di più concreto.
*** Uno che vede il cristianesimo dall'esterno potrebbe effettivamente vedere Gesù come uno dei tanti profeti.
*** il buddismo è ufficialmente ateo; eppur è classificato come religione... Il buddismo cerca di risolvere il problema della sofferenza alla radice, eliminando il desiderio che è all’origine di ogni sofferenza...
*** Secondo me la religione è radicata nella cultura, quindi la cultura può influire nelle scelte.
*** Noi crediamo in Dio e in Gesù Cristo perchè siamo italiani?
*** Mia mamma mi ha battezzato da bambino e sono cresciuto con quell'educazione.
*** Per dire che la nostra religione è "vera" bisogna credere.
*** Sono nato in Italia e quindi cresciuto con educazione cristiana. Io credo che sia la religione corretta. Lo so perchè sono su questo "binario". Sta a me uscire dalla cultura generale e professare personalmente la fede.
*** Si rischia di "scegliere" la religione come un articolo in un supermercato... *** E' possibile procedere cosi? (esempio: sceglieremmo la persona giusta da sposare in questo modo?)
*** Penso di sposare una persona che nel tempo riesca a farmi raggiungere amore e felicità.
*** Ma allora le provi tutte?
*** Cercherò tra diverse finché non trovo quella giusta.
*** Ma cosi non ti sposerai mai.
*** Non mi sono mai ritrovato in condizione di dover scegliere tra un'altra religione.
*** Credo perchè da quando sono più grande e libera la fede mi aiuta a stare molto meglio in rapporto alle altre persone, in un vero equilibrio. Questo è un dono di Dio.
*** Sta in ognuno di noi trovare il metodo spirituale con il quale comportarsi. Credo perchè sono cristiano e non mi pongo altre domande.
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Nel mondo c’è quanto basta
ambiente e vita
La questione è grossa... quanto agli aspetti più tecnologici lascio la parola a chi abbia competenze professionali per commentare e valutare. Quello che più mi interpella è la domanda di senso che tu poni.
Da una parte l'uomo: sempre più consumatore e cliente, sotto la spinta compulsiva di desideri reali o indotti ma tanto superflui... perchè proprio di questo sembra aver bisogno il nostro sistema produttivo per sopravvivere e non implodere. Dall'altra parte un mondo sempre più depredato: uomini/schiavi, ambiente deturpato e ridotto a una discarica.
Come in un gigantesco "tiro alla fune", colmo di contraddizione, tra ciò che dovrebbe essere e ciò che in realtà vogliamo essere. O siamo ridotti a volere. Libertà spesso apparente, ma poco cambia.
Così siamo tutti ecologisti ma al contempo assai poco disposti a rinunciare a questo consumare bulimico. Le rinunce le suggeriamo agli altri, possibilmente ai paesi in via di sviluppo: il nostro diritto a consumare ed inquinare sembra inviolabile.
Nessuno vuole le centrali ma nessuno mette in discussione i consumi di energia, nessuno vuole le raffinerie e poi siamo tutti in coda a fare fumo con le auto nelle nostre città e dai nostri appartamenti, nessuno vuole il nucleare ma poi a quanto pare qualcuno il nucleare lo evoca pure, beninteso purchè ben lontano da casa propria, come se l'impatto devastante di un'eventuale tragedia nucleare potesse rispettare confini provinciali, regionali o nazionali.
Sì è vero, nel mondo c'è quanto basta, così come nell'uomo c'è quanto basta... e allora guardiamo seriamente dentro di noi, e poi guardiamo con responsabilità al mondo che ci circonda, e vediamo seriamente come farcelo bastare!
Mi e' piaciuto il commento
Mi e' piaciuto il commento su cio' che "siamo ridotti a volere".
Imprigionati in un sistema piu' grande di noi dove sembra che la coscienza individuale non possa fare nulla se non subire o conformarsi a quanto viene deciso da altri. Ricordiamoci che un piccolo spazio per scelte individuali c'e'. Dall'uso dei mezzi inquinanti, a quello del riscaldamento di casa, dal consumo dei cibi, alle scelte energetiche cittadine e nazionali, e' sempre piu' importante prendere coscienza di quanto il nostro contributo sia importante per cambiare lo stato delle cose. E spesso la strada passa per qualcosa che non siamo piu' abituati a fare: rinunciare al superfluo, cambiare abitudini, sacrificare qualche comodita' (ma saranno poi davvero tanto comode queste comodita'? Sembra una domanda per il nostro Nicola...) .
Società, professione, fede
Anche io ho letto con interesse le brevi riflessioni di cui sopra. Come docente universitario (in Ingegneria) mi sento chiamato ad aggiungere qualche riflessione personale. Cerchero' di seguire la vostra traccia, riportando la frase che ha stimolato il mio commento. Dato che le riflessioni sono molte, mi limito oggi alle prime, riproponendomi di rispondere alle altre nei prossimi giorni.
"lavoro non offre posti fissi" --> Secondo le ultime statistiche, piu' di un giovane su quattro e' senza lavoro. L'Italia e' il paese europeo con la piu' alta disoccupazione giovanile, e penso che molti di voi ne abbiano esperienza sulla propria pelle. Sebbene qualche lavoro alla fine si trovi, le condizioni sono spesso difficili, e non si ha occasione di mettere a frutto le competenze acquisite nei corsi di studi faticosamente seguiti. A cio' si aggiunge spesso una precarieta' che rende difficoltoso programmare scelte importanti di vita, sposarsi, avere figli, raggiungere l'indipendenza economica dai genitori, etc.
Che consiglio posso dare? Ovvio che occorre tenere duro e, per quanto possibile, sapersi adattare. Non spaventatevi se il lavoro inizialmente non vi offre la possibilita' di mettere a frutto cio' che avete imparato. Non sempre questo e' un male. Cercate di valutare se e' un lavoro in cui state "crescendo". Sviluppate competenze, qualita', esperienze. Rimanete aperti nella ricerca. Tenete presente che il lavoro "perfetto" non esiste. Ma non arrendetevi all'accettazione passiva dello stato delle cose. Importante: non fatevi prendere dalla tentazione del super-lavoro. Per quanto possibile, non sacrificate la vostra vita, il vostro tempo libero, la vostra famiglia, i vostri affetti al posto di lavoro. Lavorare fino alle 9 di sera e' spesso meno produttivo dell'impegnarsi con efficienza durante la giornata. Non preoccupatevi dell'opinione accessoria che date ai colleghi o ai capi. Fate parlare i risultati. Mi trovo in pieno accordo con AuroraB. Voglio riportare qui una sua frase: "Se lavorate siatene orgogliosi e svolgete al meglio le vostre mansioni perchè compiere bene ciò che si fa è fonte di gioia e di autostima. Cercate di acquisire quante più abilità possibili per avere professionalità e prospettive favorevoli." Aggiungo, per chi ha o avra' la possibilita' di svolgere mansioni di responsabilita', sappiate delegare. Sappiate far crescere le persone intorno a voi. Diffidate dal deleterio attegiamento del "ghe pensi mi", la tentazione di considerarvi indispensabili a tutto, ma sappiate responsabilizzare le persone intorno a voi per farle crescere. Abbiate fiducia nei giovani. Ricordatevi di che fatica state facendo adesso per farvi considerare dai vostri superiori.
"paesi che una volta erano considerati "terzo mondo" ora sembrano essere prossimi a sorpassarci" --> Non abbiate paura della competizione con i paesi in via di sviluppo. Ricordatevi che anche loro hanno diritto ad un miglioramento delle condizioni di lavoro. Anche loro sono nostri fratelli, e spesso piu' sfortunati di noi. Sebbene la concorrenza sia a volte sleale, non abbiate paura, ma mettetevi in competizione sulla qualita', sull'ingegno, sull'innovazione, le uniche vie di uscita rispetto allo stra-lavoro. Ricordatevi che in futuro gran parte dei processi che oggi richiedono lunghe ore di lavoro saranno automatizzati da nuovi strumenti, nuove tecnologie. Sappiate spingere in tale direzione per quanto vi e' possibile.
"la crisi del governo attuale non dà buone speranze" --> Non fatevi spaventare dalle crisi politiche, ma cercate, per quanto possibile, di contribuire attivamente a migliorare la qualita' dei governanti, senza scontri ideologici che non portano da nessuna parte (questo, purtroppo, si acquisisce solo con l'esperienza). Stimolate discussioni serene su argomenti importanti come la gestione della cosa pubblica. Diffidate del qualunquismo. Rendetevi conto dell'importanza che hanno certe decisioni di alto livello sulla vita nostra e del nostro prossimo. Sappiate pregare anche per chi ci governa, perche' sappia promuovere una societa' piu' giusta e aperta al prossimo.
"Le lauree si sono svalutate" --> Come docente universitario, posso dirvi che purtroppo e' vero che il mercato del lavoro italiano (e sottolineo "quello italiano") non valorizza come dovrebbe le competenze formative acquisite. Vi assicuro che la qualita' della formazione dell'Universita' italiana ha poco da invidiare alle universita' straniere, sebbene vi sia stata una diminuzione della qualita' formativa dopo la nota riforma del 3+2. All'estero, la retribuzione di un laureato e la considerazione che riceve durante la ricerca del posto di lavoro sono nettamente superiori che in Italia, dove l'impiego viene ancora assegnato nella maggior parte dei casi per conoscenze e segnalazioni da parenti altolocati. Idem per la progressione di carriera, che in Italia e' spesso legata all'anzianita' e non al merito, penalizzando ulteriormente i giovani. Allo stato attuale e' difficile motivare l'utilita' di una laurea. Probabilmente, non una motivazione economica, che vede favorito chi inizia a lavorare prima, guadagnando prima, risparmiando le spese universitarie, la fatica dello studio. Un bravo idraulico guadagna piu' di un brillante neolaureato, ha guadagnato di piu' negli anni prima e guadagnera' di piu' per diversi anni a venire. Giusto o no, questa e' la situazione attuale italiana. Per chi deve scegliere il percorso universitario, tenga presente che alcune lauree hanno sbocchi molto ridotti, specialmente oggi, nel mondo del lavoro. Dice bene uno di voi: "La mia scelta universitaria è stata condizionata dalla preferenza del trovar lavoro piuttosto che ciò che mi sarebbe piaciuto studiare." Detto cio', e' innegabile, come dice un altro, che "spesso chi ha una laurea riesce ad avere una mentalità aperta e volta all'apprendimento continuo". E' questo il vero bagaglio. Non contano molto le nozioni apprese, che tendono ad essere dimenticate, o differenti da quelle richieste nell'ambito lavorativo. Conta la forma mentis. Il metodo. La capacita' di apprendimento, di ricerca. Focalizzatevi su questo. Sappiate usare e conoscere i nuovi strumenti che la tecnologia vi mette a disposizione, in modo da sapervi districare agilmente nelle situazioni in cui vi troverete. Cio' rendera' il lavoro piu' stimolante, meno ripetitivo, e probabilmente vi ripaghera' anche della fatica fatta per ottenere "il pezzo di carta". Mettetevi continuamente in discussione. Non sclerotizzatevi in posizioni passive, ma innovate nel vostro piccolo.
Ho diverse cose da dire ancora, ma mi sono accorto che ho gia' scritto troppo. Un abbraccio e un in bocca al lupo ai giovani parrocchiani.
Società, professione e fede
Bello ragazzi! bello buttare un occhio – e un pensiero – al domani... le occasioni sono sempre meno frequenti... mentre, mi sembra, siete bombardati da occasioni per “vivere” ( talvolta consumare) l'oggi giorno per giorno.
É bello sempre lanciare un pensiero al domani, ma in particolar modo alla vostra età, divisa tra il gustare il presente, il mondo che si apre alla vostra vita, e il progettare (o almeno pensare un po') il domani, districandovi nella giungla di preoccupazioni che vi vengono scaricate addosso da adulti sempre meno capaci di prendersi le proprie responsabilità.
Ecco, siate coscienti che gli adulti tendono da sempre a scaricare sui giovani (il secolo scorso ci ha dato degli esempi terribili), ma voi non dovete per questo spaventarvi. Continuate a buttare un pensiero al vostro domani interrogandovi oggi.
La scuola ad ogni livello, con i suoi meriti e demeriti, è una prima buona base. Il suggerimento per questa fase è duplice: a) scegliete i vostri maestri (intendo quelli buoni, mi viene da mettere la maiuscola per distinguerli dai “ciarlatani”, ma preferisco tenerla per uno solo); b) non risparmiate le vostre energie nel costruirvi la cultura e la conoscenza: ogni scuola è più buona se avete voglia di studiare.
Il lavoro: è il tema che dà più i brividi oggi. Sicuramente in passato ci sono stati periodi più favorevoli. Ma anche qui non dovete scoraggiarvi: la vostra buona volontà è la cosa che più serve. Oggi più di ieri c'è da una parte chi ricerca il lavoro, dall'altra la ricerca di chi ha voglia di lavorare. A volte il lavoro che svolgiamo non è quello che desideriamo (può succedere anche alla mia età), ma la fiducia non va mai persa: le cose cambiano quando meno ce lo aspettiamo!
Facile predicare di non scoraggiarvi, direte, ma come?
Beh, qui ecco che interviene il terzo tema: avete già sentito frasi quali: “... ma se il sale perdesse il suo sapore, chi lo potrà render salato?” o “ … non si mette una luce sotto il tavolo...”.
Forse per cultura del nostro territorio o della nostra famiglia o per altri motivi che anche voi avete indicato, noi “cresciamo cristiani”.
Ma a volte facciamo fatica (non solo voi, anche io che ho qualche anno in più) a vivere cristiani , a far permeare l'insegnamento ricevuto dalla pelle al nostro cuore (= vita), ad accettare che si trasformi in fede (è un dono [il Dono] che dobbiamo decidere di accettare, siamo liberi per questo). La fede in Dio Padre che ci benedice dà la forza di non scoraggiarci, di essere gioiosi, di guardare avanti con la Pace nel cuore e il sorriso sul viso.
Ecco la Luce che illumina il nostro cuore illumina anche la nostra vita, e noi non dobbiamo né nascondere questa luce né ostentarla. Ed il sapore giusto della vita, il sale, si fa subito sentire rinnovando il gusto di sperare e la voglia di agire!
Forse lo sforzo iniziale più grande che vi è richiesto è trovare lo spazio, temporale e mentale, per pregare, per entrar in colloquio con il Padre e comprendere l'insegnamento del Maestro.
ciao ragazzi
Ciao ragazzi. Ho letto con molto interesse quanto avete scritto e credo che, da parte vostra, il soffermarvi a pensare e ragionare su quesiti così importanti sia la base per realizzarvi nella vita.
Le cose che scrivete sono tutte importanti ed in alcune rivedo dubbi, perplessità e sensazioni che mi fanno tornare indietro a prima del mio inserimento nel mondo del lavoro. Se posso condividere con voi la mia piccola esperienza, vi consiglio innanzitutto di guardare al futuro con realismo ma anche con entusiasmo. Non fatevi schiacciare dal peso del pessimismo, col rischio di perdere le motivazioni in ciò che fate ma abbiate fiducia nei vostri mezzi. E' chiaro che molto dipende anche dalle aspettative che avete e dalla vita che volete costruirvi. Quando all'inizio di queste poche righe parlo di “realizzarvi”, non intendo il modello di realizzazione personale al quale siamo portati comunemente a pensare. Non parlo di soldi, tipo di lavoro, casa, o ambienti che si frequentano, ma di realizzare la propria persona, facendo il proprio lavoro ed inserendolo, con la personale gerarchia, all'interno della propria vita.
Nel mio piccolo, avendo una ditta individuale di intermediazione immobiliare, mi sono reso conto che l'attività può essere svolta in diversi modi: Io ho semplicemente scelto di portare il mio modo di vivere nel mio lavoro. Il settore immobiliare è molto delicato perchè si ha a che fare con le persone e con i loro risparmi di una vita, inoltre è strettamente collegato con l'andamento di tutti gli altri settori lavorativi e con la situazione economica generale. Di sicuro, posso, per esperienza, dirvi che in assoluto l'onestà paga. In questi undici anni di lavoro, ho visto saltare degli “affari” perchè non ho consigliato ai clienti degli acquisti o vendite che per loro non sarebbero stati vantaggiosi ma che a me avrebbero portato immediato profitto. Questo ha fatto si che quegli stessi clienti, siano poi tornati e mi abbiano mandato parenti o amici. Qui mi collego ai valori cristiani che vi invito a portare con voi ovunque, ma non come una bandiera da sventolare o uno stemma da esporre, ma come un concreto stile di vita che vi porta a ragionare e pensare ed agire semplicemente orientandovi a quello in cui credete.
So che state facendo sacrifici e vi state impegnando negli studi, ma vi consiglio, una volta che li terminerete, ad affacciarvi al lavoro da qualsiasi porta, anche se inizialmente non sarete chiamati a fare ciò per cui avete studiato.
Io non ho fatto l'università ma da quando ho 18 anni ho iniziato a lavorare. Come me hanno fatto altri amici coetanei che ora sono ben affermati a livello lavorativo. Paradossalmente, al contrario, altri amici hanno proseguito negli studi ma tuttora non hanno una definitiva collocazione.
Mi fa piacere
Cari giovani, ho esitato per molti giorni prima di scrivere un commento alle vostre riflessioni perchè temo lo riteniate una predica, tuttavia mi sono decisa perchè mi state molto a cuore e voglio farvelo sapere.
Innanzi tutto voglio dirvi che apprezzo le vostre riflessioni e mi fa piacere che vi interroghiate su argomenti che riguardano la vostra vita e il vostro futuro che poi è quello di tutti noi perchè siamo interdipendenti.
Se permettete io comincerei dall'ultimo degli argomenti trattati: la Fede. L'affronto per primo perchè è il fondamento di tutta la vita in ogni sua espressione dalle scelte ai comportamenti alle relazioni.
Leggo di qualche dubbio e incertezza, considerateli un'occasione e uno stimolo per ricercare personalmente le risposte, non stancatevi mai di cercare perchè la fede va pensata, meditata a lungo, continuamente.
Ricordatevi che non si è cristiani perchè il caso ci ha tatti nascere in un luogo piuttosto che in un altro ma perchè Gesù Cristo ci ha chiamati e noi lo abbiamo seguito; è la nostra libera risposta a Colui che ci ama, ci chiama, cammina con noi che ci fa essere cristiani.
Con Gesù la nostra vita diventa entusiasmante, piena di gioia e di novità; Egli solo può colmare quella sete di felicità e di vita piena che è nel vostro cuore e in quello di ogni persona umana. Provate e vedrete!
Non sentitevi in soggezione di fronte ad una società secolarizzata che si vanta della sua "laicità" ma quando è possibile manifestate con gioia e serenità la vostra fede, senza urla, nel rispetto degli altri e della loro libertà di fede, di pensiero, di espressione civile delle proprie opinioni.
Il confronto, in ogni campo delle idee, sia pacato e rispettoso, anche se vi coinvolge con passione, e non cedete alla tentazione della violenza nè verbale nè fisica, questo è molto importante! perchè la violenza è sempre un male e non c'è mai una giusta causa per compiere atti violenti contro cose o persone o per esprimersi con parole che spingono a tali azioni o le giustificano; non lasciatevi strumentalizzare in questo senso.
Vi consiglio di impegnarvi nello studio perchè è una grossa opportunità che vi aiuta a costruire la vostra personalità e ad acquisire conoscenze e competenze per il futuro lavorativo.
Se lavorate siatene orgogliosi e svolgete al meglio le vostre mansioni perchè compiere bene ciò che si fa è fonte fi gioia e di autostima. Cercate di acquisire quante più abilità possibili per avere professionalità e prospettive favorevoli.
Vi ringrazio per avermi ascoltata con pazienza, ciao a tutti.