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L'avventura biancorossa è finita!

Ho aspettato fino all’ultimo per chiudere questa rubrica. Fino a che un filo di speranza consentiva di stare attaccati a un sogno… un piccolo sogno, dopo la retrocessione sul campo di Ancona, il 30 maggio, quando una buona rappresentanza del Club di S. Egidio era presente a tifare per i colori biancorossi.
Dicevamo di un sogno, quello che appartiene a tutti coloro che amano lo sport, quello di potersela sempre giocare sul campo, senza che vicende extrasportive intervengano a cambiare in corsa le regole del gioco. Si può perdere, si può retrocedere in categorie inferiori, si può lottare, contro gli avversari e contro sé stessi e i propri limiti. Alla fine si tirano le somme e chi è stato più bravo arriva primo, chi invece ha sbagliato i conti, la campagna acquisti, le decisioni tecniche e tattiche, la preparazione, insomma chi è stato complessivamente meno bravo risulta sconfitto e ne paga le conseguenze sportive, con la retrocessione.
Tutti noi tifosi biancorossi adesso vorremmo che fosse così. Vorremmo essere sportivamente afflitti per una meritata retrocessione e già pronti a rinnovare l’abbonamento per sostenere ancora i nostri colori nel campionato di LEGA PRO dell’anno prossimo. Vorremmo cominciare a parlare di mercato, sentire quali saranno i nostri beniamini che ci saluteranno per palcoscenici migliori, magari da seguire con l’affetto che si accorda a chi lascia la famiglia ma rimane sempre nel cuore per averci fatto un po’ sognare, un po’ arrabbiare (come in tutte le migliori famiglie), vorremmo aspettare con la solita fremente ansia il ritrovo per la partenza del ritiro, già sapendo che quella domenica là, il 1 agosto, ci sarà la prima amichevole in altura da andare a vedere  organizzando il pic nic con tutti gli amici malati di biancorosso.
E invece la storia è tutta diversa. Dietro questa vicenda ci sono molti retroscena, famiglie di dipendenti e giocatori che vivono da mesi senza vedere un soldo di stipendio, giocatori meglio posizionati che mantengono quelli più in difficoltà, famiglie di ragazzini delle giovanili che si sono trovate da un giorno all’altro a dover pagare di tasca propria i pulmini per mandare i ragazzi agli allenamenti. Tante storie personali meritevoli di attenzione, diverse, ma accomunate dalla difficoltà di uscirne, e dall’attenzione a non mettere in atto azioni individuali di rivalsa per cercare fino all’ultimo di non peggiorare la situazione già precaria in cui si sono trovati. Dietro questa vicenda c’è anche la storia di un personaggio che in breve tempo è diventato l’idolo di tutti per averci portato in alto, fatto sognare, un peter pan che ha saputo piangere in una sera torinese come l’ultimo dei tifosi e per questo si è fatto voler bene senza condizioni. Peccato che al momento giusto non abbia saputo lasciare i panni dell’eterno bambino per prendere in mano una squadra, una società e una città intera che aspettava da lui chiarezza, verità e garanzie... promesse mai mantenute.
Da un mese a questa parte assistiamo ad un balletto di personaggi per lo più poco credibili in cerca di cinque minuti di gloria, o peggio di arrivisti pronti a barattare un miraggio per qualche interesse personale. Tutto è possibile quando le cose sono poco chiare, quando chi dovrebbe parlare si trincera dietro un imbarazzante silenzio. E non è che la città ne esca proprio a testa alta, incapace di esprimere un sostegno ad una realtà che non è solo una squadra di calcio, ma si tira dietro tutte quelle storie personali e sociali di cui abbiamo già detto, oltre ad un indotto economico non indifferente.
Abbiamo provato a crederci, come recita un coro della curva, FINO ALLA FINE…  contro ogni evidenza. Il cuore ci ha tenuto appesi a un filo fino ad oggi, ma la ragione sapeva già la fine che sarebbe arrivata.
Noi siamo retrocessi e falliti quel giorno in cui dopo aver promesso gli stipendi, dopo aver passato un mese al campo accanto ai giocatori, dopo aver salutato un’ultima volta il suo pubblico correndo sotto la curva, il presidente ha dichiarato di non poter onorare i suoi impegni. In quel momento è finito tutto. Il resto, tutto quello che è venuto dopo, sono solo chiacchiere.
La sensazione di vuoto che adesso ci accompagna, riuscirà ancora una volta a venir meno quando quella maglietta con la banda trasversale tornerà su campi parrocchiali o poco più, vestita da ragazzi di belle speranze, nel campionato dilettanti. Perché quando hai amato quei colori, non c’è categoria, non c’è campo di periferia, non c’è avversario scalcagnato che ti possa far smettere di amarli.
Ci sono molte immagini che resteranno scolpite nella memoria, molti volti che non dimenticheremo, molte persone con cui abbiamo condiviso momenti di gioia. Racconteremo ai nostri nipotini di essere arrivati ad un passo dal miracolo, sportivamente parlando e poi di essere tornati giù, al fondo della piramide. Saranno racconti pieni di magia e di malinconia. E siamo grati a chi ci ha consentito di viverli. Adesso si potrebbero fare tanti nomi, ognuno ha i propri. Io voglio ricordare tre persone che su tutte mi hanno lasciato qualcosa dentro, in questa avventura. Mimmo Di Carlo che si fermava sempre fuori dal Centrale Te a parlare con gli anziani seduti lì, persona corretta e sempre disponibile, mai supponente e conscio dei suoi pregi e difetti. Gli auguro davvero tutta la fortuna che merita e che si sta prendendo con una applicazione maniacale nel suo lavoro che non ho mai più visto in nessun allenatore passato da Mantova. Il Capitano per sempre, Mattia Notari, ricordo la sua commozione quando è stato alla nostra festa in parrocchia per l’affetto che con semplicità siamo riusciti a comunicargli in quella occasione, la sua dedizione in campo e fuori, la sua testardaggine nel cercare una soluzione per salvare la baracca fino alla fine. GRAZIE CAPITANO! Emiliano Tarana, per quel gol contro il Genova che ci ha restituito un entusiasmo che non riuscivamo più a provare, per quello sguardo tristissimo quando ha dovuto fermarsi per una grave malattia, e per la sua capacità di comunicare ai ragazzi con cui parlava quanto era importante per lui questo sport che ti prende per la vita.
Adesso siamo alla parola fine. Tutto questo è già memoria. La sensazione di essere di nuovo al punto zero dell’avventura, come è successo altre due volte negli ultimi 26 anni, fa male, molto male, soprattutto perché le ragioni che hanno determinato queste situazioni non hanno niente a che fare con lo sport. Che è scuola di vita. E alla fine restiamo solo noi… i tifosi.
FORZA MANTOVA SEMPRE!!!

Provo un grande sentimento per il MANTOVA

Il Mantova per me è una squadra che può fare di tutto: VINCERE e perdere ma io preferisco che vinca. Il Mantova è bravo, infatti è la mia squadra del cuore e piace anche alla mia famiglia. Penso che non l'abbandonerò mai... continua a fare dei GOAL fantastici e so anche che continuerà a farli, ha del coraggio e della forza, basta solo tirarlo fuori... insomma, questa squadra ha una potenza incredible. QUESTA SQUADRA MI PIACE E CONTINUERÁ A PIACERMI, dico a te MANTOVA

bravo, molto BRAVO !!!!! :-D

Ciao. Il Mantova si è dimostrato affidabile durante la partita di un pò di giorni fa, è stato bellissimo partecipare, quando abbiamo sentito e visto il gol di Franchi ci siamo messi ad esultare come matti e poco dopo ci siamo rimessi riguardare la partita.Dopo che la partita è finita siamo andati a casa felici e questo merito è tutto del " MANTOVA ".

Io sono felice che il Mantova abbia vinto e , in tutti messaggi che scrivo su sant ' Egidio:

SPERO CHE VINCA SEMPRE

 

una nuova ripartenza...

Ed eccoci ancora qui, sempre presenti sulle roventi gradinate della curva Te, cuore del tifo biancorosso di ieri, di oggi e di domani... certo siamo un po' meno, il campo è ingiallito e sofferente per la mancata manutenzione, ma la voglia di esserci è sempre quella, come la gioia per un nuovo gol del nostro Gabriele "Ciccio" Graziani tornato finalmente a esultare sotto la curva.

Come ci si diceva ieri pomeriggio, questa è una nuova ripartenza e come tale deve essere vissuta. E come in ogni ripartenza si abbandona qualcosa di vecchio per andare a trovare qualcosa di nuovo. Bello comunque ritrovare tanti tifosi, giovani e meno giovani, con la voglia di cantare, incitare, arrabbiarsi ed esultare. Con la stessa passione di sempre, oggi in D come ieri in B.

E allora forza Mantova! ... e un grande in bocca al lupo a tutti per il campionato che ci aspetta.

Ciccio esulta sotto la Te

Ciccio esulta dopo il gol del pareggio

Esultanza dei biancorossi per il gol vittoria

Uno scorcio della Te

Tribuna centrale abbastanza gremita...

I ragazzi salutano e ringraziano la curva Te

Per noi del S.Egidio MN club è stata festa fino all'ultimo!

Nonostante tutto, noi c'eravamo e abbiamo sostenuto i biancorossi con gioia e in piacevole compagnia, ovunque ci verremo a trovare ci saremo anche noi:

30 MAGGIO 2010

TRASFERTA AD ANCONA

GRAZIE DI TUTTO RAGAZZI!!!