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PASQUA!

Avvenimenti molto particolari ruotano intorno alla Pasqua di risurrezione di Gesù. Del resto è un'esperienza, una speranza, una domanda tanto grande e decisiva per Lui e anche per noi, che è difficile rimanere indifferenti.

Mentre ci scambiamo i più cordiali saluti e auguri, guidati dalla preghiera della Chiesa, riprendiamo in mano il vangelo di Matteo (capitolo 27, versetto 62 e l'intero capitolo 28), che presenta la risurrezione del Signore in un modo del tutto originale; così aiuta anche noi a comprendere questo supremo dono di Dio dal punto di vista di Gesù, con le conseguenze che ne scaturiscono per noi e per la Chiesa.  Molte domande frequenti risulteranno ridimensionate e faremo insieme qualche 'scoperta'.

Matteo ci informa anzitutto dei timori dei capi su un possibile complotto per trafugare il cadavere di Gesù (nonostante che il sepolcro fosse sigillato e guardato a vista) e poi propagare la diceria sulla sua risurrezione. Ma la cosa del tutto inconsistente viene lasciata subito cadere.

Alcune donne, che avevano seguito Gesù fin sotto la croce, la domenica seguente si recano alla tomba. Ora prende l'iniziativa Dio stesso, che rivela le sue scelte e le sue azioni mediante un suo messaggero, in un contesto che richiama molto da vicino quello della Trasfigurazione di Gesù; anche qui tutto è splendore e luce chiarissima (il contrario della tomba). Quando Dio si annuncia, gli esseri umani sono presi da paura, ma il messaggero rassicura le donne: "Non temete, voi!". Certo chi crede vince la paura, le scelte di Dio ci superano ma non ci tramortiscono.

Ecco ora la rivelazione decisiva: non viene detto nulla sul come e sul quando della risurrezione di Gesù; ci viene detto solo che non è qui, non è nel sepolcro, non è più ostaggio della morte. Eppure le donne cercano (come noi in qualche modo cerchiamo le persone morte a noi care), e cercano con precisione non un defunto qualunqe, ma quel Gesù che è stato crocifisso. Ora risuona l'annuncio divino: "E' risorto!". L'esperienza suprema del supremo dono di Dio, il superamento della morte, è sconvolgente, ma risulta credibile (ecco un segno decisivo) in quanto Gesù stesso lo aveva predetto (tra l'altro basandosi sulla Parola e sulle promesse di Dio dell'intero Antico Testamento). Il sepolcro vuoto si trasforma così nel secondo segno offerto alle donne (e a noi tramite la loro testimonianza). 

Ma dove dirigere lo sguardo ora che Gesù non è più nel sepolcro? Nuova sorpresa (tale solo per chi fatica a credere): bisogna affrettarsi a guardare verso la missione che il Cristo risorto (veramente risorto da vera morte) affida ai suoi discepoli: la Galilea è il futuro (capiremo presto il motivo). In fretta, prese da un misto di paura e di gioia, le donne corrono (la risurrezione è un avvenimento 'in corsa') a portare l'annuncio (la risurrezione è vangelo di gioia in movimento). Ora il terzo segno, il più importante: Gesù stesso viene incontro alle donne, prendendo l'iniziativa che lui solo può prendere. E, mentre esse si prostrano in adorazione (ora coscienti di essere alla presenza della gloria stessa di Dio che risplende in Gesù), Gesù, dopo aver dissipato ogni paura (non ogni domanda...), rimette le donne in movimento, affinché possano annunciare ai suoi fratelli (ora Gesù non li chiama più discepoli, ma fratelli, avendoli perdonati del loro abbandono). In Galilea egli vedranno Gesù risorto: ancora un appuntamento, evidentemente per una nuova missione.

I discepoli lasciano Gerusalemme e si dirigono verso un colle sul quale Gesù ha dato loro appuntamento. Essi lo vedono, ma i loro atteggiamenti si dividono: alcuni si prostrano in adorazione credente, altri invece dubitano (e noi dove ci collochiamo?...). Dunque non basta nemmeno vedere Gesù glorioso per credere... Comunque Gesù si avvicina (toglie l'infinita distanza tra lui il Risorto e gli undici apostoli); rivela di essere pienamente autorizzato da Dio a portare a termine l'opera della salvezza dell'umanità; li rimette di nuovo in movimento (forse alcuni di loro, che erano Galilei pensavano di restarsene definitivamente a casa propria; e noi ...?). E pronuncia le solenni parole che attraversano i secoli e il mondo: la missione dei discepoli si deve rivolgere a tutte le genti; essi battezzerano nel nome di quel Dio che Gesù rivela pienamente in se stesso (il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo); essi dovranno insegnare non dottrine e precetti propri, ma solo e tutto ciò che Gesù stesso ha insegnato e comandato. Ecco la missione, che nasce dalla Pasqua, ha la base nella regione mista di Ebrei e pagani che è la Galilea (la regione dalla quale erano partirti e dalla quale ripartiranno). E ora il congedo che non è affatto un congedo: come Dio con il suo popolo, così Gesù è (resta) e quindi sarà con i discepoli tutti i giorni (anche il giorno più buio non è senza Gesù); egli non subisce la storia, ma la guida: per cui lui è e sarà il compimento dell'opera di Dio, quindi della vita degli uomini e della storia intera.

Questo il modo in cui il vangelo secondo Matteo ci narra la risurrezione di Gesù: un concentrato di tutto il suo mistero, un concentrato dell'opera intera di Dio (a partire dalla creazione e dalla storia di Israele), un concentrato della missione della Chiesa in ogni tempo e ogni luogo, un concentrato della vita dell'intera umanità, anche della mia... e della tua... BUONA PASQUA!