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Sesta domenica e settimana di Pasqua 17 maggio

Con domenica 24 maggio riprenderemo le celebrazioni della S. Messa nella nostra comunità, in S. Egidio, S. Spirito e S. Caterina, ai soliti orari. Così non ci sarà bisogno di questo accompagnamento, potremo vivere in realtà il sacramento Eucaristico e la vita di comunità.

Alla voce Appuntamenti trovate sul sito www.parrocchiasantegidio.it le istruzioni di base per accedere alle celebrazioni.

La presentazione della pagina evangelica di questa domenica è stata fatta domenica scorsa (quinta domenica di Pasqua): potete riandare a quella. Mentre oggi approfitto per presentarvi in breve il libro degli Atti degli Apostoli, che ci accompagna ogni anno dalla Pasqua fino alla Pentecoste, un libro che finora ho tralasciato; ma rimedio. Come dice il titolo stesso, si tratta della narrazione delle attività intraprese dagli Apostoli a partire dal ritorno del Cristo glorioso al Padre; è la naturale prosecuzione dei racconti evangelici, ora mediante le azioni della prima comunità dei discepoli, a partire da Gerusalemme, dove si è compiuta la Pasqua di Gesù.

Il libro degli Atti prosegue direttamente e senza soluzione di continuità il terzo evangelo (secondo Luca); perciò sottolinea puntualmente come gli Apostoli e la chiesa eseguono fedelmente il compito loro affidato da Cristo, il quale, secondo la sua promessa, è costantemente presente e operante nella chiesa mediante l'opera dello Spirito Santo. Pertanto l'inizio collega la comunità dei discepoli col Cristo ucciso sulla croce e risorto (e dunque con l'intero vangelo); egli dopo aver assicurato il suo ritorno per compiere l'opera della salvezza, comanda di rimanere a Gerusalemme per ricevere il dono dello Spirito, secondo la promessa del Padre.

Così nella festa seguente della Pentecoste avviene la grande effusione dello Spirito sulla comunità, la quale, per bocca di Pietro, annuncia l'inizio dei tempi messianici: lo Spirito di Dio è donato ai Giudei e a tutti i pellegrini ebrei provenienti dall'intero impero romano. Che cosa significa questo? E' l'inizio della esecuzione della parola di Gesù: "Sarete miei testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea (la regione intorno alla città), in Samaria (la regione confinante a Nord), e fino ai confini della terra". Ecco il programma per la vita della chiesa, una specie di geografia teologica, quella dell'impegno missionario. Colui che è stato mandato per tutti, a tutti deve essere annunciato: partendo dalla città della Pasqua, nella quale nasce la prima comunità dei discepoli; la chiesa (ieri e oggi) sarà il costante punto di partenza della missione cristiana.

E allora: come è costituita la chiesa (la prima, e quella di sempre, in ogni luogo?). Essa nasce perché Dio chiama alla fede in Cristo: mediante l'ascolto della predicazione del vangelo da parte degli Apostoli (e di tutta la chiesa), la conversione della vita, il perdono dei peccati nel Battesimo, l'adesione alla comunità cristiana. Quali sono i pilastri della Chiesa (ieri e oggi)? Ecco, sono cinque: l'ascolto regolare dell'insegnamento degli Apostoli (oggi diciamo: catechesi, come spiegazione delle Scritture), la preghiera, la vita fraterna dei credenti (chiesa come comunione), lo spezzare il Pane (oggi diciamo: l'Eucaristia nel giorno del Signore, la domenica), le preghiere, la condivisione dei beni con i bisognosi (oggi diciamo: la carità). A questo punto la chiesa ben costruita può / deve partire. Come?

L'iniziativa spetta sempre allo Spirito Santo; così accade che alcuni pellegrini presenti in città per la Pentecoste, ritornati nelle diverse regioni dell'impero, annunciano Gesù; e qua e là troviamo degli Ebrei che accolgono il Messia Gesù; di loro non conosciamo i nomi, ma furono i primi missionari. Nel frattempo la chiesa in città cresce vistosamente per l'adesione di Ebrei, anche alcuni sacerdoti del tempio e alcuni ferisei. Inoltre ci sono in città altri Ebrei che provengono dalle comunità ebraiche residenti nelle grandi città dell'impero, come Roma e Alessandria. Così a Gerusalemme nel giro di alcuni anni si formano comunità miste: di Ebrei ma anche di pagani che accolgono Gesù Messia. La cosa non passa inosservata: alcuni gruppi Ebrei osteggiano, anzi perseguitano queste comunità ebraico-cristiane: viene ucciso Stefano (il primo martire).

Ma succede un fatto sorprendente: a causa della persecuzione (!!!) alcuni discepoli abbandonano la città e raggiungono la regione vicina, la Samaria: qui il diacono Filippo ottiene grande ascolto e molti samaritani si convertono al Signore. Non solo, anche il ministro delle finanze del regno di Etiopia si converte: lui è un non ebreo, ma legge assiduamente la Bibbia ebraica in greco, e con la guida di Filippo si converte al Signore. Poi è la volta del capo della legione romana: Cornelio, un pagano; fa' chiamare Pietro (il capo della comunità di Gerusalemme), il quale, dopo qualche resistenza, prende atto che la sincera disponibilità di quell'uomo concorda pienamente con l'azione dello Spirito e con il comando di Gesù. Insomma il Vangelo è destinato a tutti gli uomini, non può essere coartato.

Manca ancora un tassello, che sarà decisivo: il persecutore di Gesù e della chiesa, l'Ebreo rigido osservante delle tradizioni ebraiche, Saulo/Paolo viene chiamato per annunciare il Vangelo di Gesù proprio a coloro che egli voleva esclusi: i pagani. E pur rispettando e onorando il ruolo unico del popolo ebraico, egli diventerà l'Apostolo dei pagani, in ampi territori dell'impero: Palestina, Siria (discepoli di Gesù saranno per la prima volta chiamati cristiani proprio ad Antiochia, allora capitale della Siria), Turchia, Grecia, Cipro, Malta, Sicilia, Campania, Roma (e forse Spagna) saranno le mete dei suoi viaggi e della fondazione di molte comunità. Moltissime saranno le tribolazioni e le prove del grande Apostolo, tra l'altro chiamato al di fuori del gruppo ufficiale dei Dodici.

Resta da affrontare un ultimo grande problema, che tocca il cuore dell'opera di Dio, di Gesù e della Chiesa: qual è il corretto rapporto tra l'Israele di Dio e la comunità che ha le sue radici stabili in Israele, ma ora accoglie molti pagani convertiti, anzi soprattutto loro? Dovranno i pagani accettare e praticare le tradizioni, le leggi, i costumi degli Ebrei (circoncisione, norme rituali, etc.) quale condizione necessaria per credere in Cristo ed essere salvati? Nel cosiddetto concilio di Gerusalemme gli Apostoli, Paolo, Barnaba e l'intera comunità pregano, poi ascoltano la testimonianza dei missionari: Dio ha aperto la porta della fede anche ai pagani: possiamo noi chiuderla? Naturalmente no. Vincolanti dunque restano le Scitture ebraiche, unico e permanente è il ruolo di Israele nella storia della salvezza, ma l'unico mediatore tra Dio e tutti gli uomini è Gesù. 

Così il fuoco dello Spirito soffia nella storia dell'intera umanità, anche oggi con la bocca della chiesa di Gesù Signore, con la bocca e la vita di ogni discepolo, di te, di me, di noi.