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Quarta domenica e settimana di Quaresima 22-28 marzo

Eccoci per un nuovo passo nell'itinerario quaresimale, passo che facciamo insieme come comunità cristiana, pronti a condividere la prova di molte famiglie e persone, e dell'intera nazione (e oltre). Invito a leggere questo commento delle letture domenicali avendo a fianco la Bibbia, soprattutto il Vangelo: quella è la parola di Cristo, questo commento serve solo come accompagnamento della preghiera personale e, nelle modalità possibili, familiare.

Nel primo libro di Samuele (cap. 17, versetti da 1 a 13) Dio, mediante il profeta, sceglie il nuovo re per il suo popolo. Si tratta di Davide, che da Dio riceverà questa promessa: il tuo regno durerà per sempre, un tuo discendente sarà re su tutti i popoli. Da Israele infatti nascerà Gesù, il cui regno è universale. Davide quindi riceve una promessa che si compirà pienamente solo nel Signore Gesù. Dio è fedele!

Paolo scrive alla comunità cristiana di Efeso (lettera agli Efesini, capitolo 5, versetti da 1 a 14), esorta i discepoli a vivere nella carità di Cristo per tutti. Li scongiura di abbandonare il modo di vivere di coloro che rifiutano Cristo, e riassume i vizi dei pagani così: impudicizia (ogni relazione sessuale illecita) e avarizia (desiderio di possedere ricchezza); questi vizi sono in fondo forme di idolatria. Ora invece i cristiani sono stati illuminati da Cristo, quindi si impegnano a produrre non opere oscure. malvagie, ma frutti buoni e luminosi (in questi tempi difficili ognuno apra il cuore e la mano per aiutare chi vive maggiori disagi). Il Cristo glorioso risveglia gli uomini dal peccato (e dalla morte): egli è LUCE e VITA; il cristiano non viva da morto, è ILLUMINATO e VIVO grazie a Cristo!

Ora siamo pronti per passare alla meravigliosa pagina del vangelo (Giovanni, capitolo 9). Ancora un incontro. Gesù vede un mendicante, cieco fin dalla nascita, e, contriamente a quello che si pensava al tempo, non è cieco per colpa sua o di qualcuno, ma per i limiti della condizione umana, nella quale però si manifesta la gloria di Dio salvatore. Con un gesto profetico Gesù guarisce quell'uomo, che va a lavarsi e... si scopre vedente. Fin qui il miracolo, ma ora comincia il bello, o meglio una discussione, quasi un processo: a quell'uomo, a Gesù, e a ognuno oggi. 

L'interrogatorio parte dall'identificazione del guarito: tu prima chiedevi l'elemosina ed eri cieco? Sì. Chi ti ha guarito? Un uomo che si chiama Gesù. Per il guarito Gesù è dunque un ignoto...  che però lo ha guarito (è forse ignoto anche per noi...?). La faccenda si complica; la discussione passa nelle mani di alcuni del partito religioso dei farisei, che sentenziano: Gesù ha compiuto il gesto di guarigione in violazione delle leggi sacre del riposo del sabato, quindi non viene da Dio, anzi è certamente un peccatore. Ma il guarito obietta: invece per me è un profeta! (e chi è Gesù per noi: un bugiardo o un uomo che porta la verità di Dio?)

Ormai siamo quasi a un processo: vengono chiamati i genitori del guarito; essi alla domanda se quell'uomo sia proprio loro figlio rispondono di sì, ma non sanno come spiegarsi la guarigione improvvisa. Poi, per paura dei capi, rimandano la questione della guarigione alla testimonianza del loro figlio: è maggiorenne e risponde lui di se stesso! Insomma non si sbilanciano in favore di Gesù... (e noi ci sbilanciamo ... o per la paura di perdere la faccia ci nascondiamo dietro il classico: tanto ognuno fà quallo che vuole...). 

Ora i capi stringono il cerchio intorno al miracolato. Lo interrogano di nuovo e lui perde la pazienza, anzi li provoca insinuando che, siccome continuano a chiedergli cosa gli ha fatto Gesù, forse vogliono diventare suoi discepoli. Apriti cielo: quei farisei ripetono la sentenza secondo cui Gesù è un peccatore, e il miracolato stesso è un peccatore (tanto è vero che è nato cieco!). Ma lui obietta: Gesù non può essere un peccatore, perché mi ha guarito, e siccome Dio esaudisce la preghiera del giusto (come afferma l'intera Bibbia), Gesù è un santo e un giusto che fà la volontà di Dio. Perciò col potere di Dio Gesù mi ha guarito! La conseguenza non si fà attendere; il guarito viene cacciato dalla sinagoga: riconoscendo Gesù come santo di Dio comincia a pagare il conto della... testimonianza resa in pubblico, davanti agli altri (e noi siamo disposti a pagare di persona per la testimonianza resa a Gesù e a Dio?).

Gesù viene a sapere che quell'uomo da lui guarito ha perso l'appoggio di un gruppo potente, anzi ora è escluso dalla comunità religiosa e civile. Ora è Gesù che stringe quell'uomo nell'abbraccio della fede. Ecco l'INCONTRO - DIALOGO (ognuno è invitato e immedesimarsi e a rivivere l'incontro in prima persona):

TU CREDI che Dio manda il suo MESSIA e SALVATORE nel mondo?

CHI E', perché IO possa CREDERE IN LUI?

Tu l'hai visto: E' COLUI CHE TI PARLA!

IO CREDO, SIGNORE     e quell'uomo si prostra davanti a Gesù.

Infine una coda dolorosa (ma inevitabile per la nostra libertà), non l'abbraccio ma il rifiuto e lo scontro. Gesù incontra alcuni farisei, che hanno udito le seguenti parole di Gesù: alcuni ciechi ora vedono, altri che presumono di vedere, ora diventano ciechi. Il problema vero dunque è non tanto avere o meno la vista, ma credere in Dio mediante l'incontro con Gesù o chiudersi nell'incredulità e nel buio. E come si colloca ognuno di noi? 

Buona domenica e buona settimana!