Quarta settimana di Pasqua 13-19 aprile 2008
Quarta settimana di Pasqua 13-20 aprile 2008
Parrocchia di S. EGIDIO
Per la preghiera e la meditazione personale e familiare:
Evangelo secondo Giovanni, capitolo 10, dal versetto 1 al 10 (Il pastore chiama le sue pecore una per una … e le pecore conoscono la sua voce)
Salmo n. 23 (Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla)
Dal libro del profeta Geremia (capitolo 23):
1 “Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo”. Oracolo del Signore. 2 Perciò dice il Signore, Dio di Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: “Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io mi occuperò di voi e della malvagità delle vostre azioni. Oracolo del Signore. 3 Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate scacciare e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. 4 Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; di esse non ne mancherà neppure una”.
5 “Ecco, verranno giorni - dice il Signore -
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
6 Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele starà sicuro nella sua dimora;
questo sarà il nome con cui lo chiameranno: Signore- nostra- giustizia.
7 Pertanto, ecco, verranno giorni nei quali non si dirà più: Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d’Egitto, 8 ma piuttosto: Per la vita del Signore che ha fatto uscire e che ha ricondotto la discendenza della casa di Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi; costoro dimoreranno nella propria terra”.
In un mondo pastorale la figura del pastore evoca molte e forti emozioni, legate all’intera vita umana: per pascolare il gregge il pastore diventa nomade o quasi con la sua famiglia e il suo clan; il gregge va difeso dagli assalti di predoni e degli animali selvaggi; il gregge fornisce latte con tutti i beni che ne derivano; tra pastore e gregge si stabilisce una contiguità nella vita. Il re è pensato come un pastore saggio e giusto, e anche Dio è presentato come il pastore provvidente e giusto.
Gesù riprende questa tradizione dell’ambiente medio orientale e la sviluppa su due linee. Evidenzia anzitutto la confidenza che si sviluppa tra lui e le pecore: con i termini della Bibbia tale confidenza intima, che assomiglia a quella dello sposo e della sposa, è chiamata ‘conoscenza’. E soprattutto sottolinea un fatto del tutto nuovo, evidentemente estraneo alla mentalità del pastore: egli non solo difende le pecore, ma spontaneamente e liberamente offre la vita per le pecore, si sacrifica per loro, per il loro bene. A questo punto la pecora, anche una sola (come ci ricorda la parabola della pecora smarrita e ritrovata con gioia) pecora risulta più importante del pastore, della vita del pastore!
Solo a questo punto risplende l’intera grandezza, anzi l’immensità dell’amore di Cristo per ogni uomo, risplende la sua Pasqua, quel dono del quale godiamo sconfinatamente, senza poterne spiegare il perché. Davvero Dio è abisso, non di tenebra o di silenzio, ma di carità.
AVVISI
Mercoledì 16 aprile alle ore 17 iniziano gli incontri di catechismo per i bambini di prima elementare: benvenuti i bambini con le loro famiglie!
Sabato 19 aprile alle ore
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