Carcere, immigrazione e coscienza cristiana
Inserito da mariangela il Mer, 12/08/2009 - 9:01am
Mi sta creando un forte disagio la sempre crescente consapevolezza di trovarmi come anestetizzata rispetto a quello che sta accadendo attorno a me, in questi ultimi mesi, come italiana ma soprattutto come cristiana.
Tutta una serie di iniziative del governo sono passate accanto alla mia coscienza come un ronzio, un sottofondo al quale non ho prestato grande attenzione fiaccata dalla infinita retorica e dalle notizie non notizie che riempiono le pagine dei giornali e dei telegiornali. Se uniamo l’estate, il desiderio di vacanza e riposo, la voglia di “staccare” dalla routine, dal lavoro, ecco che la legge dello scorso 2 luglio con la quale è stato istituito il reato di ingresso e permanenza illegale degli immigrati e che punisce severamente chi cede il proprio alloggio agli irregolari mi scivola addosso lasciandomi indifferente, estranea al problema … ma anche le ronde e lo sfregio arrogante alla famiglia, alle donne e alle Istituzioni, la crisi economica e la disoccupazione non sono un mio problema. Sono invitata a mantenere le mie abitudini, a comprare, a viaggiare, a rimettere in moto l’economia, non importa se indebitandomi con rate infinite o a spese di un mondo che del “nostro” sviluppo non ne può più sostenere. Sono invitata a ridere e a divertirmi perché devo mantenere alto l’ottimismo. Devo essere sempre in forma, tonica, alla moda.
Va da sé che in questo quadro il povero, l’affamato, lo straniero sono veramente di troppo. Tutto deve essere pulito, in ordine. Se una panchina viene presa per un posto dove bighellonare oziosamente deturpando il paesaggio e infastidendo lo sguardo di chi vi transita davanti… rimuoviamo la panchina.
Mi si passi la provocazione che unisce un po’ banalmente problemi così grandi. Ma temo che il problema sia davvero molto grande e debba toccare le coscienze dei cristiani. Le istituzioni ecclesiali si stanno distanziando dalle posizioni governative e domenica, nel corso dell’omelia, anche don Alberto ci ha richiamati alla nostra “cristianità” che si connota proprio per la carità che deve sapere esprimere verso il prossimo, a maggior ragione quando povero, affamato, straniero. Non si tratta di seguire o disattendere le indicazione di chi sta governando il nostro Paese in questo momento, ma di seguire o disattendere le indicazioni chiarissime del nostro Vangelo.
Non ci sono solo tanti speculatori che stipano nei propri appartamenti quanta più gente possibile (lo fanno anche con gli studenti universitari!!) ma ci sono anche le Caritas, ad esempio, che ospitano chi bussa alla propria porta senza chiedere nulla in cambio.
Se non fosse che si tratta di una legge praticamente inattuabile (e per questo ancora più grave, perché prende in giro sia chi ha tanta paura di perdere i propri privilegi, piccoli o grandi, e vede nella legge una giusta punizione nei confronti degli “invasori”, sia anche chi teme e discute tanto su questa legge così inutile e ingiusta che si accanisce contro chi sta già pagando a carissimo prezzo la lontananza dalla propria casa), dovremmo prepararci ad andare a trovare in carcere Giovanni perché ha la pessima abitudine di andare ad operare regolarmente alla Casa Abramo di Mottella per l’accoglienza degli extracomunitari ai quali dubito venga chiesto, per poter entrare, prioritariamente il possesso del permesso di soggiorno.
Tutta una serie di iniziative del governo sono passate accanto alla mia coscienza come un ronzio, un sottofondo al quale non ho prestato grande attenzione fiaccata dalla infinita retorica e dalle notizie non notizie che riempiono le pagine dei giornali e dei telegiornali. Se uniamo l’estate, il desiderio di vacanza e riposo, la voglia di “staccare” dalla routine, dal lavoro, ecco che la legge dello scorso 2 luglio con la quale è stato istituito il reato di ingresso e permanenza illegale degli immigrati e che punisce severamente chi cede il proprio alloggio agli irregolari mi scivola addosso lasciandomi indifferente, estranea al problema … ma anche le ronde e lo sfregio arrogante alla famiglia, alle donne e alle Istituzioni, la crisi economica e la disoccupazione non sono un mio problema. Sono invitata a mantenere le mie abitudini, a comprare, a viaggiare, a rimettere in moto l’economia, non importa se indebitandomi con rate infinite o a spese di un mondo che del “nostro” sviluppo non ne può più sostenere. Sono invitata a ridere e a divertirmi perché devo mantenere alto l’ottimismo. Devo essere sempre in forma, tonica, alla moda.
Va da sé che in questo quadro il povero, l’affamato, lo straniero sono veramente di troppo. Tutto deve essere pulito, in ordine. Se una panchina viene presa per un posto dove bighellonare oziosamente deturpando il paesaggio e infastidendo lo sguardo di chi vi transita davanti… rimuoviamo la panchina.
Mi si passi la provocazione che unisce un po’ banalmente problemi così grandi. Ma temo che il problema sia davvero molto grande e debba toccare le coscienze dei cristiani. Le istituzioni ecclesiali si stanno distanziando dalle posizioni governative e domenica, nel corso dell’omelia, anche don Alberto ci ha richiamati alla nostra “cristianità” che si connota proprio per la carità che deve sapere esprimere verso il prossimo, a maggior ragione quando povero, affamato, straniero. Non si tratta di seguire o disattendere le indicazione di chi sta governando il nostro Paese in questo momento, ma di seguire o disattendere le indicazioni chiarissime del nostro Vangelo.
Non ci sono solo tanti speculatori che stipano nei propri appartamenti quanta più gente possibile (lo fanno anche con gli studenti universitari!!) ma ci sono anche le Caritas, ad esempio, che ospitano chi bussa alla propria porta senza chiedere nulla in cambio.
Se non fosse che si tratta di una legge praticamente inattuabile (e per questo ancora più grave, perché prende in giro sia chi ha tanta paura di perdere i propri privilegi, piccoli o grandi, e vede nella legge una giusta punizione nei confronti degli “invasori”, sia anche chi teme e discute tanto su questa legge così inutile e ingiusta che si accanisce contro chi sta già pagando a carissimo prezzo la lontananza dalla propria casa), dovremmo prepararci ad andare a trovare in carcere Giovanni perché ha la pessima abitudine di andare ad operare regolarmente alla Casa Abramo di Mottella per l’accoglienza degli extracomunitari ai quali dubito venga chiesto, per poter entrare, prioritariamente il possesso del permesso di soggiorno.
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