Primo diario di Vera (7 maggio 1982 - 6 giugno 1982)
All’inizio del tempo importante dell’Avvento offriamo questi spunti di meditazione e di preghiera; il loro spessore chiede la lettore una certa pazienza, magari una lenta rilettura, forse una interiore disponibilità a partecipare al ritmo, per altro normale e quotidiano, della spiritualità di Vera. E anche alla sua incessante ricerca, espressa nel costante interrogarsi. |
7 maggio 1982
Soltanto oggi ho ripreso in mano il libro di meditazione sulla preghiera. Non basta desiderare di fare una cosa, occorre farla, facendo forza noi stessi. Senza una risoluzione seria ancorata ad una volontà decisa ogni desiderio ed ogni proposito diventa pura velleità e pertanto inutile e vuoto di risultati.
Occorre pregare un quarto d’ora al giorno; far tacere per un quarto d’ora dentro e fuori ogni rumore ed ogni voce, applicarsi ad un unico pensiero, desiderare una cosa sola: incontrare e conoscere Gesù, il Figlio di Dio.
Sembra una cosa semplice e facile da realizzare a parole, con i fatti è molto difficile. Quale può essere il momento più adatto? Come conviene prepararsi? Dove può riuscire più facile? Quando?
6 giugno 1982
È passato un mese e più volte sono tornata col pensiero a questo quaderno, col desiderio di raccogliermi un poco e meditare sulla preghiera.
È questo ancor oggi il mio chiodo fisso: riuscire a pregare, riuscire a raccogliermi, a concentrarmi e a pensare non alle cose di fuori di tutti i giorni, ma a me stessa e al mio rapporto con Dio.
Mi chiedo a volte se credo veramente e quanto c’è di sostanzialmente vivo nelle mie quotidiane pratiche di pietà. Nell’osservazione quotidiana della sofferenza, del decadimento, della vecchiaia e della morte, mi chiedo che senso ha per me vivere, che cosa è la vita, in che cosa consiste essenzialmente.
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