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Dal diario di Vera Reggiani 2 aprile - 9 maggio 1994

 

2 aprile 1994

Questa mattina sono stata dal dott. ... che onestamente mi ha prospettato la evoluzione della mia diagnosi, come più di quindici anni fa il dr. ... . Ma quello che fa più paura è che non ci sono cure o possibilità di migliorare, ma soltanto, se è possibile, di peggiorare molto lentamente. Comunque sarà quello che Dio vorrà, sia nel bene che nel male.

Oggi è la sera della grande veglia pasquale e andrò in chiesa anche se sarò sola. Questa Pasqua è molto triste ma soprattutto ci sono per me molte contrarietà e incomprensioni che mi addolorano molto.

 

20 aprile 1994

Il tempo corre velocissimo e io non riesco a realizzare qualcosa, anche se non so bene cosa vorrei fare. Le cose da fare sono sempre le stesse e io non so fare bene ordine nella mia vita e lascio che le cose e gli avvenimenti decidano per me. Non so se è saggezza o superficialità. Certo che in questi tempi ho perso la voglia e il piglio di decidere e di programmare perché vedo l’inutilità di molte cose che prima mi attiraevano. È vero che ancora certe cose mi piacciono ma è sempre presente nel mio pensiero il detto dell’Ecclesiaste che tutto in questo mondo è ‘vanità delle vanità’.

 

26 aprile 1994

L’unico valore che dà valore di autenticità al vivere all’esistere degli uomini è la fede. Ma il credere non viene dal basso così che tu te ne possa gloriare, ma è dono dall’alto: così che tu ne possa gioire e render grazie, in piena e fiduciosa sicurezza.

 

9 maggio 1994

“Non ho tempo .. se avrò tempo…”. Queste frasi segnano spesso il nostro dialogo con le persone e spesso anche con il Signore e con noi stessi. E finiamo per rimandare sempre: a domani, al fine settimana, alle ferie, al tempo della pensione, … al paradiso.  È invece segno di maturità personale la capacità di valorizzare il tempo che ci è dato, imparando progressivamente a diventare padroni e non a rimanere schiavi. Come cristiani dobbiamo tentare di assomigliare a Colui che è il Signore del tempo e della storia, dinanzi al quale ‘mille anni sono come un giorno solo’.

Occorre mettere ordine tra le cose di questo mondo per dare un significato più ricco e un valore più pieno alle attività ed agli impegni della giornata.

Tutto questo entra nel rapporto con Dio e può trovare un significato diverso se è vissuto nella spiritualità, considerando queste cose dentro un progetto, che va costruendosi anche attraverso la fatica e l’impegno, cogliendone il valore nella volontà d’amore del Padre, pensando di viverle non solo per noi ma con e per gli altri.